IN MEMORIA DI DON PINO PUGLISI, UN PRETE RIVOLUZIONARIO
Palermo 15 settembre 2014. Sono passati 21 anni dal giorno in cui Padre Puglisi veniva ucciso per mano di Cosa Nostra. Era il giorno del suo 56º compleanno, quando un vile gli sparò un colpo alla testa, arrivandogli alle spalle.
Quel semplice sacerdote di periferia, che spiegava ai bambini come dissociarsi dai modelli violenti di Cosa nostra, era diventato un pericolo troppo grosso per la mafia.
Quel semplice sacerdote di periferia, che scrisse tantissime lettere a coloro che avrebbero dovuto occuparsi di Brancaccio e non l’hanno fatto. Sindaci, assessori, prefetti, presidenti della Regione. Chiedeva una scuola media, un distretto socio sanitario, una biblioteca, una palestra. La prima lettera risale al ’91, l’ultima al ’93, poche settimane prima dell’omicidio: risposte non ne arrivarono.
Quel semplice sacerdote di periferia, la cui morte sembrava aver spezzato quel secolare rapporto tra autorità mafiosa ed ecclesiastica, rottura smentita dai recenti accadimenti palermitani, quando il 29 luglio, la processione della madonna del Carmine si fermò, mentre la banda continua a suonare, davanti all’agenzia di pompe funebri della famiglia del capomafia Alessandro D’Ambrogio, (rinchiuso a Novara sotto il regime del 41BIS) uno dei nuovi capi carismatici di Cosa nostra palermitana.
Quel semplice sacerdote di periferia che… : “E’ importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste.”
Quel semplice sacerdote di periferia che resterà sempre un esempio di vita da seguire per il mondo cattolico e non solo dove si alternano atteggiamenti diversi, che vanno dal silenzio alla denuncia, dalla complicità all’impegno, dalla condivisione alla condanna… sarà ora e per sempre la nostra stella della legalità.