Rosario Crocetta Bonaparte
Quando Rosario Crocetta è stato eletto alla regione, si è autoproclamato sindaco della Sicilia, e ha detto che tutti i siciliani avrebbero governato con lui.
Peccato che la sua enorme scorta impedisca qualunque contatto tra lui e la popolazione… un cittadino fra tanti diceva lui.
Dov’è stato sindaco dal 2003 al 2009. A Gela, tra i polverosi archivi del commissariato, gli studi di avvocati penalisti e le testimonianze dirette, emerge, una carta sopra l’altra, il passato del governatore che sfidò Cosa nostra fino a farsi vessillifero dell’antimafia. Un passato sorprendente: fatto di conoscenze di uomini «d’onore» dai fulgidi trascorsi criminali. Campagne elettorali al fianco di aspiranti boss. Matrimoni in compagnia di futuri capiclan. Non sono episodi che emergono dai velenosi crocicchi di piazza Umberto I, ma da relazioni di polizia e atti giudiziari. Il primo è un’informativa della polizia datata 31 marzo 2003. Rosario Crocetta, in quel momento appena eletto sindaco di Gela, ha già avviato la sua lotta contro le cosche. Ma a pagina 6 del rapporto, inviato alla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, il vicequestore Antonio Malafarina, che guida il commissariato di Gela, scrive: «Va comunque rilevato, per quanto a conoscenza di quest’ufficio, che la campagna elettorale di Rosario Crocetta sarebbe stata in parte condotta da Celona Emanuele, oggi collaborante, esponente di Cosa nostra, appartenente alla cosca mafiosa degli Emmanuello, più volte notato in compagnia di Rosario Crocetta, che frequentava la libreria del Celona, il quale avrebbe reso dichiarazioni in merito a tale supporto elettorale».
Provate a contattarlo, provate ad incontrarlo e provate a parlargli… ma soprattutto provate a dissentire sul suo operato, sarete fortunati se non comincia a gridarvi Mafiosi!