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Pakistan, il sanguinoso attacco dei talebani in una scuola a Peshawar

Militanti dei talebani pakistani hanno attaccato una scuola a Peshawar, uccidendo 141 persone, 132 delle quali bambini. Si tratta del più sanguinoso attacco dei talebani nella storia del Pakistan. Molti degli studenti erano figli del personale militare. La maggior parte di essi erano non avevano più di 16 anni. La scuola era stata presa di mira in risposta ad alcune operazioni militari che avevano provocato la morte di Centinaia di combattenti talebani in un recente offensiva nel Nord Waziristan e la vicina zona di Khyber. Tutti gli aggressori sono stati uccisi. Sette militanti hanno preso parte all’attacco, secondo l’esercito. Avevano munizioni ed equipaggiamento sufficienti per resistere per giorni e non si aspettavano di uscire vivi dall’azione terroristica che stavano per compiere. Decine di superstiti sono stati trasportati in ospedale dove sono accorsi i genitori preoccupati per l’incolumità dei loro figli. Sembra che i militanti abbiano scavalcato le mura per entrare nella scuola a seguito dello scoppio di una bomba che aveva lo scopo di creare scompiglio e confondere prima di iniziare il vero e proprio assalto. I bambini scampati dicono che i militanti siano poi passati da una classe all’altra, sparando indiscriminatamente su chiunque. Penso non ci sia altro da aggiungere e d’altronde le parole non riesco a trovarle, di fronte a questa tragedia di dimensioni catastrofiche. Restiamo impotenti di fronte a ciò cui la follia umana può portare. Che poi non si può parlare neanche di follia, vista la premeditazione e il crudele diretto intento di compiere una simile atrocità. Le motivazioni, se veramente si possano trovare delle motivazioni, non bastano. Sono inconsistenti. La disperazione e lo sconforto fanno presto a prendere il sopravvento dopo simili accadimenti e alimentano un ciclo d’odio che sembra non fermarsi mai. L’unica cosa da fare per reagire è rialzarsi e continuare a lottare con forza e decisione con tutti i mezzi a nostra disposizione affinché certi massacri non debbano più ripetersi.]]>

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