Da quando sono stato eletto eurodeputato trascorro tutti i fine settimana sul vastissimo territorio che devo rappresentare, girando come una trottola per incontrare i cittadini, ascoltare ed approfondire le varie problematiche e provare a risolverle…
Questo qui, però, sarà un fine settimana diverso e particolarmente intenso, che trascorrerò in una delle zone più remote e difficilmente accessibili del pianeta, tra le sontuose ed inespugnabili montagne del Pamir, lungo l’antico percorso della silk road (via della seta), tra la Cina e l’Uzbekistan, lungo la tanto sconfinata quanto pericolosa frontiera con l’Afghanistan ed in una delle zone del Mondo in cui la povertà assoluta è una condizione naturale ed i traffici illeciti di ogni tipo sono la normalità.
Il Tajikistan è un paese strano, è il più povero dei paesi ex-URSS e si trova in una posizione geografica chiave, è un paese cuscinetto, militarmente strategico, storicamente al confine tra diverse culture da cui ha ereditato le diverse influenze… Il Tajikistan è oggi soprattutto il frutto della cultura Persiana da un lato e di quella Sovietica dall’altro (si parla una sorta di Farsi, ma nelle città c’è ancora una forte influenza russa)… Ma c’è anche un bel po’ di sapore islamico e un qualcosa di cinese…
Tra i vari incarichi che mi sono stati conferiti nell’esercizio del mio mandato, con alcuni altri colleghi (tutti di area esteri, tra cui Fabio Massimo Castaldo che ad esempio è stato osservatore in Tunisia) faccio parte del “European Parliament’s Democracy Support and Election Coordination Group”, volgarmente detto “DEG”, ossia il gruppo dell’Unione Europea che si occupa di controllare lo Stato della democrazia nel Mondo e lo svolgimento di libere elezioni, nei paesi extra-UE. La missione di osservazione elettorale, come in ogni posto del mondo, non viene effettuata solo dai rappresentanti dell’Unione Europea, ma vi sono generalmente anche gli emissari delle NATO, delle Nazione Unite e dell’OCSE.
Quella che mi accingo a svolgere è la mia prima missione istituzionale in assoluto, e non vi nego un minimo di tensione mista ad emozione, vista la mia passata vita da “viaggiatore zaino in spalla” e da attivista dei diritti umani, nel raggiungere un posto davvero complicato in un periodo dell’anno particolarmente ostico dal punto di vista climatico (previste burrasche di neve), ed in un periodo storico in cui la situazione del vicino Afghanistan tra ritiro delle truppe, talebani ed espansione dell’ISIS, crea numerose preoccupazioni sia per l’occidente che alla Russia.
Andremo a verificare lo stato della democrazia in quella che è una dittatura di fatto, in uno stato a conduzione presidenziale in cui il risultato delle elezioni è più che scontato (il Presidente Rahmon, leader del PDP, è al potere dal 1994, praticamente dall’indipendenza e dalla guerra civile, e controlla sostanzialmente tutto).
Il giro per arrivare in Tajikistan è questo: da Bruxelles a Francoforte, da Francoforte a Mosca… E infine dalla Capitale Russa a Dushanbe, capitale di 650.000 abitanti di questo piccolo stato centro asiatico. Per poi lunedì rientrare a Bruxelles via Istanbul.
Connessioni, tecnologie e tempo permettendo vorrei raccontarvi del significato di questa missione, di questo viaggio, come facevo prima con i diari di avventura (che spero di continuare a scrivere una volta terminata questa parentesi).
Mi piacerebbe spiegarvi in termini oggettivi questa area del mondo, con gli occhi di chi è stato viaggiatore, si sente cittadino del mondo e studia i problemi delle varie aree geo-politiche (che poi si incatenano nei problemi del mondo) dal punto di vista giuridico, antropologico e dei diritti umani…
Certo, in questo caso devo tenere in considerazione il fatto che il mio margine di manovra è limitato a quel che impone il calendario di missione, e l’agenda risulta essere strapiena di incontri istituzionali e sopralluoghi di vario tipo che faremo per il paese, quindi una condizione non proprio ottimale per scrivere, ma ci proverò comunque durante gli spostamenti.
In linea di massima dovrei andare a sud della cartina che vedete, verso il temuto confine afghano, quindi fatemi un sincero in bocca al lupo 😉