La C. E. risponde alla mia interrogazione su cassa forense dopo 3 mesi.
Oggi ho ricevuto la risposta della Commissione sull’interrogazione presentata lo scorso 6 marzo avente per oggetto “Legge 247/2012 sull’ordinamento forense: possibili violazioni dei principi comunitari in Italia”.
Non è andata come né io né migliaia di avvocati italiani speravamo.
La Commissione ha ritenuto di non poter approfondire la tematica stante l’assenza di norme UE che disciplinano i contributi previdenziali relativamente agli avvocati. Proprio questo era un aspetto che avevamo messo in luce e su cui l’avevamo stimolata.
Attenzione: non ha ritenuto che l’art. 21 comma 8-9 della Legge 247/2012, da me criticata, sia una norma giusta né tanto meno equa, ma ha affermato che allo stato delle cose non ha la possibilità di effettuare una comparazione con i canoni comunitari e, di conseguenza, non può valutare eventuali violazioni della Carta dei Diritti Fondamentali.
Io continuo a pensare che si tratti di una norma ingiusta e che spieghi i propri effetti negativi oltre i confini nazionali.
E’ fuori di dubbio che se la disposizione oggetto dell’interrogazione non sarà immediatamente modificata i suoi effetti patologici non tarderanno a manifestarsi nel panorama forense.
Questa decisione non fa venire meno il mio impegno in difesa degli avvocati italiani, giovani e meno giovani e pertanto continuerò a portare avanti ogni iniziativa all’uopo necessaria e di dialogo con le associazioni di categoria.