di Giuseppe Lo Monaco – Democrazia e referendum. Grossa minaccia per lobby, UE e finanza mondiale
« Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza. » (Pericle, discorso riportato in Tucidide, II, 37,1)
Dopo circa 2500 anni la Grecia ricorda a tutto il mondo il significato della parola “democrazia”, per la prima volta nella storia dell’Unione Europea uno Stato membro non si piega ai diktat della famosa Troika. Le notizie di oggi, sugli andamenti delle borse mondiali rappresentano un vero e proprio disgusto e disprezzo, da parte della finanza mondiale, verso chi prova a praticare gli strumenti democratici.
La reazione degli investitori(?) mondiali e degli Stati membri, dopo la decisione del governo Tsipras di lasciare l’ultima parola al popolo greco se accettare il piano di rientro del debito presentato dalla Troika, non si è limitato solo alle minacce rappresentate da dichiarazioni ai media come quelle della Merkel e di Junker, ma anche ad azioni ostili paragonabili ad una dichiarazione di guerra (finanziaria).
Infatti, i ministri delle Finanze dell’area euro hanno detto no alla richiesta di Atene di posticipare di sei giorni (144 ore) la deadline del 30 giugno. La chiusura dei rubinetti della liquidità di emergenza (Ela) che tiene in piedi le banche elleniche e il sistema “EU” greco ha come obiettivo quello di costringere il popolo greco ad accettare la proposta di lacrime e sangue suggerita dai creditori.
A questo punto è opportuno raccontare la straordinaria metafora spagnola de “La vaca” del Dr. Camilo Cruz. Metafora che conclude dicendo: “Il vero nemico del successo non è un fallimento, come molti pensano, ma il compiacimento e la mediocrità.”
Greci, in alto i cuori!