di Giuseppe Dia – LA NUOVA POLITICA
Sono lontani quei momenti in cui chi governava sapeva esercitare l’arte del “comando”, quando il leader sapeva “guidare” i cittadini e non si faceva condizionare dalle logiche clientelari; probabilmente è dovuta a questo la crisi politica che non ci consente di uscire fuori dal pantano in cui siamo finiti. Questa lenta ed infinita macchina burocratica che, spacciandosi per democrazia, minaccia, immobilizza, e rende schiavi di sporchi ricatti le possibilità di ripresa di ogni paese.
“Devo seguire il popolo o sono il suo capo?” oppure “Devo guidare il popolo o sono il suo servitore?”
Personalmente non so quale di queste due frasi sia quella corretta, quello che è certo è che la nostra società caotica e moderna esige una leadership indipendente e non una docile figura in mano ai grandi poteri.
Tutti denunciamo l’apatia dell’elettore medio, ma ci siamo mai chiesti se è proprio l’uomo politico a non essere capace di interfacciarsi con la nostra società? I programmi che presenta sono realmente comprensibili ai più o si tratta di patetici copia e incolla presi dai suoi predecessori? Salvo casi sporadici, qualcuno si è mai messo veramente in discussione distaccandosi dallo stereotipo politico italiano secondo cui il candidato deve ingraziarsi i favori delle masse dispensando premi ai propri elettori?
Non so se questo comportamento fa ormai parte della nostra cultura e d’altronde capisco che è anche naturale cercare di compiacere il popolo per chiunque aspiri a ricoprire una carica pubblica, ma penso anche che i tempi sono cambiati e che se ci fossero più “lottatori” onesti, giovani, determinati e che sappiano utilizzare la propaganda in maniera intelligente, si potrebbe veramente cambiare il nostro modo di pensare e di conseguenza il loro modo di governare.
Diceva Bernays più di 100 anni fa: “La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle idee delle masse è un aspetto importante del funzionamento di una società democratica.”
È esattamente quello che è successo in questi anni, in cui i protagonisti di questa manipolazione appartengono spesso ad una sorta di “governo invisibile” che tramite TV, Radio, Stampa e servendosi di rispettabili opinion leader, hanno condizionato le sorti del paese utilizzando la propaganda per “dare forma al caos”.
Fin quando questo “governo invisibile” riuscirà a contenere le spinte disgregatrici provenienti dal basso, distraendo e spezzettando le opinioni delle masse grazie a pregiudizi religiosi, razziali, sportivi, campanilistici… etc., non ci sarà modo di ribaltare l’ordine gerarchico sociale che ci è stato imposto da quando siamo nati.
Lo so, forse può sembrare un ragionamento un po’ complottistico, ma penso che l’onestà intellettuale ed il buon senso, possano essere l’unico comune denominatore per compattare il popolo verso una “vera libertà”.