ALCUNE RIFLESSIONI DI RITORNO DA ATENE

Non ho avuto tempo per scrivere “live da Atene” delle impressioni elaborate perchè il tempo trascorso in Attica è stato breve e super intenso, infatti sono già a Strasburgo da stamattina nei lavori della plenaria.

La Grecia è esattamente come la ricordavo, nessuna scena di panico, nessuna fila agli sportelli, nessun supermercato svuotato. Nessuna scena di particolare panico o disperazione. 
Atene è una grande città, sicuramente caotica e con tanti problemi così come lo sono le grandi città italiana. Atene ha alti tassi di disoccupazione come li abbiamo in Italia. Ma forse ad Atene c’è un senso di rassegnazione inferiore rispetto a quello che registriamo dalle nostre parti.
I media greci sono forse peggiori dei nostri, il terrorismo psicologico che hanno messo in atto è stato pietoso. Ma il popolo greco questa volta ha capito che si trattava dell’ennesima e reiterata presa per il culo e si percepiva chiaramente per strada.

La giornata di ieri è stata una di quelle che segna dei passaggi storici importanti, in cui un giovane Premier utilizza lo strumento democratico per antonomasia, il referendum, per chiedere la fiducia al popolo su una decisione parecchio delicata per il proprio futuro.
Su questo punto permettetemi un paio di precisazioni… 
– Tsipras avrebbe potuto usare la maggioranza parlamentare che lo sostiene (così come fanno sempre in Italia e puppet-government simili) per imporre la sua linea del NO alla proposta dei creditori. Rischiando la poltrona nel caso di un risultato negativo.
– Tsipras, con oltre il 61% di OXI, ha ottenuto un maggior consenso sia tra i cittadini greci, seppur in circostanze diverse, rispetto al 36% con cui era salito alla guida del Governo greco. 
Questo dato assume ancora più rilevanza se si considera che Tsipras doveva dimostrare di avere il “polso del leader” nei confronti delle frange più duropuriste di Syriza e nei confronti degli alleati. 
Dobbiamo anche considerare che la Merkel aveva fatto del referendum più una sfida personale che altro, convinta di una vittoria del “Si” che avrebbe affossato definitivamente qualsiasi ambizione e problema, riconsegnando di fatto il paese nelle mani di un puppet-government qualsiasi. Come il Governo Samaras. Alla luce di tutto ciò questo è un risultato straordinario.

Devo necessariamente fare con voi anche un ragionamento sull’oramai ex ministro delle finanze greco ‪#‎Varoufakis, il Bruce Willis del Pireo (con un cv accademico e lavorativo di tutto rispetto) che ha occupato la scena mediatica in modo perentorio in questi mesi di serrate trattative. 
Yanis Varoufakis secondo me è un grande. 
Si è comportato forse in modo un pò arrogante ed è stato sicuramente spregiudicato in alcuni casi, ma si è distinto per coraggio e onestà intellettuale. Lo aveva detto dal primo momento in cui ha occupato l’uffico di Ministro delle finanze del Governo tsipras “tra i creditori e la gente greca sceglierò sempre la gente”. Lo ha fatto, chapeau.
Accusato di essere un pò mitomane e radical-chic, si è dimesso (cosa sconosciuta dalla triste politica italiana) da solo e nel suo stile, attraverso un tweet (oltre ad essere un professore è un seguitissimo blogger e usa moltissimo i social network) e lo ha fatto di intesa con Tsipras per facilitarlo nelle difficili negoziazioni che verranno, ed in cui lo stesso Varoufakis ha affermato di essere considerato interlocutore non gradito dagli altri commensali, specie nell’eurogruppo. 
E’ uscito di scena nel momento della vittoria, della gloria e dei festeggiamenti, affermando che si porterà dietro con orgoglio l’odio dei creditori nei suoi confronti. 
Sicuramente ha dato a questa infinita tragedia Greca dei contorni ancora più romanzeschi.

Quello che è certo è che grazie alla piccola grande Grecia si è accesa la luce dei riflettori sul significato etico dell’unione Europea ed il suo futuro. Sull’etica dei debiti, specie se contratti in modo detestabile e per interessi assai lontani da quelli del popolo.
Su quel che potrebbe succedere adesso ci sarebbe da fare lunghe riflessioni, e ci sarebbe tantissimo da dire sui possibili scenari che si sono aperti, ma credo di aver già scritto abbastanza quindi rinviamo ai prossimi post.

Fatemi concludere con un pensiero verso quel burattino di Renzie e le sue continue ed inutili sparate. Escluso dai tavoli che insegue (Germania-Francia) ed incapace di negoziare qualsiasi cosa, il suo unico pensiero è distruggere il crescente dissenso interno ed esterno nei suoi confronti. Mentre la nazione sta sempre peggio. 
L’esempio della piccola grande Grecia sotterra le sue supercazzole televisive. I cittadini Italiani osservano e capiscono sempre meglio di essere governati da un pallonaro che fa interessi altrui.

Esiste un’Europa fatta di persone a cui batte il cuore e quella è l’Europa che ci sentiamo di rappresentare. Il progetto di Europa di banche e austerità è destinato a collassare su se stesso.

Viva il popolo greco e il suo grande esempio di democrazia.

Condividi