L’incontro con Tsipras

Come vi avevo preannunciato ieri, oggi ho stretto la mano e scambiato due battute con Alexis #Tsipras, il primo ministro Greco di cui tanto si è scritto e detto negli ultimi mesi…
Avrete già letto abbondantemente che è tornato qui a #Strasburgo per fare chiarezza sulla situazione greca e che la sua presenza ha generato una sorta di corrida dialettica tra le diverse rappresentanze europee.
Davanti ai miei occhi per certi versi stupefatti e per altri divertiti (non sono mancate urla ed insulti), il parlamento ha tirato fuori le sue naturali spaccature tra i più feroci difensori dell’austerità, capitanati dall’imbarazzante merkeliano Weber, tra interventi critici ma ragionati come quello del leader dei liberali Guy Verhofstad e le posizioni tra il paraculo e l’ipocrita espresse dai socialisti capitanati da Martin Schultz.. Fino ad arrivare alle posizioni di sostegno e stimolo ad osare di più provenienti dalle due parti estreme dell’aula. Allineate una tantum nella comune lotta contro l’austerità.
Questa mattina Tsipras ha fatto un bel discorso, confermando la linea che ha tenuto finora e dicendo sostanzialmente che i debiti che la Grecia deve pagare non sono finiti al popolo greco e pizzicando UE e Germania nel passaggio in cui ha affermato che il momento di massima soliderietà dell’Europa si è verificato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito della Germania.
La sensazione è che alla fine, in qualche modo, un accordo di compromesso si farà, perchè geopoliticamente parlando, l’uscita della Grecia sarebbe un vero disastro sopratutto per gli equilibri del nostro “padrone”, gli States, che temono un suo eventuale avvicinamento verso altri assi poco graditi, per usare un eufemismo…
Il Governo Greco continua a ribadire con fermezza e convinzione l’assioma della permanenza in Unione Europea e nell’Eurozona.
A questo punto non si capisce se è un gran giocatore di poker che bluffa alla grande, facendo credere a tutti che è sempre li pronto per cedere (tutti credevano che avrebbe ceduto già da mesi e potrei fare esempi a non finire) ed in realtà mira a poter scaricare lentamente sulla troika la totale responsabilità di un eventuale ed improvviso colpo di scena…
Quel che sembra sicuro ormai è che per la Grecia c’è futuro solo lontano dall’euro e dalla morsa teutonica, e che prima o poi questo assunto tornerà prepotentemente sulla questione divenendo una condizione irrinunciabile degli scenari futuri ellenici e non solo.
Per ora l’interesse, specie per ragioni di geopolitica (il timore di una operazione politica di Putin fa suonare più di un campanello di allarme dalle parti della casa bianca) è quello di mantenere Atene dentro in qualche modo senza mostrarsi troppo vulnerabili. Ma è altrettanto chiaro che una posizione troppo intransigente come quella della Merkel si è dimostrata inopportuna e controproducente, e questo apre un nuovo momento di riflessione sugli equilibri di potere.
I programmi di salvataggio sono oggettivamente un disastro totale, conclamato e ormai riconosciuto da tutti. Hanno generato miseria e salvato solo le banche (tedesche e francesi e alcune italiane).
Fondato su presupposti completamente sbagliati, questo sistema di governance europea, mascherato ad arte nel corso degli anni, sta adesso mostrando al mondo il suo lato più lucubre.
Non sono sicuro, vivendoci ogni giorno, che ci siano dei concreti margini per modificare in meglio il funzionamento di queste istituzioni. Andrebbero probabilmente ripensate, immaginate e rifondate da zero sulla base di nuovi presupposti. Sui diritti e sulla vita delle persone. Ma in maniera reale, non attraverso parole che si porta via il vento.

#Grexit #m5s

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