PENSIERO LIBERO – GRECIA: I TIRANNI SALVANO L’EURO

di Monia Benini – PENSIERO LIBERO – I TIRANNI SALVANO L’EURO MA CONDANNANO LA GRECIA

I cannoni ancora fumano. La conta delle vittime richiederà tempo. Sul campo, l’unico vincitore era purtroppo scontato: i Tiranni, che, come è risaputo, dovevano vincere a ogni costo. In questa guerra dell’Europa e della grande finanza, il finale per la Grecia era purtroppo prevedibile.

A meno che…

A meno che non si fosse davvero rovesciato il tavolo di questa partita a carte truccate, ma per farlo sarebbero state necessarie la forza e la volontà di non cedere ulteriore sovranità ai nuovi colonizzatori; sarebbe servito il coraggio di liberarsi dalle catene di una moneta unica che si scrive “€” ma si legge austerità.

Purtroppo è andata diversamente e la lista delle pretese dell’Eurogruppo è assurda. Come scrive l’economista premio Nobel Paul Krugman, le richieste degli euro-leader non sono semplicemente dure; sono vendicative e comportano la “completa distruzione della sovranità nazionale, senza alcuna speranza di ripresa.”

Scorrendo la Dichiarazione ufficiale emessa dal Vertice euro il 12 luglio scorso (link al doc. in italiano) appare subito evidente il doppio cappio che strozza la Grecia: da una parte un nuovo micidiale programma con il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), per ottenere il quale per altro è necessaria l’assunzione di alcuni drastici e immediati provvedimenti, dall’altro un rinnovato legame con il Fondo Monetario Internazionale. A volte ritornano e, in questo caso, la Troika è tornata con il volto dei tiranni e mostra i muscoli.

Il governo greco deve infatti impegnarsi per portare a compimento alcune delle misure già previste con il primo memorandum d’intesa nel 2012 come ad esempio la riforma del sistema pensionistico, la revisione del mercato del lavoro (come ad esempio le modalità per i licenziamenti collettivi), la modernizzazione dell’amministrazione pubblica e la modifica del sistema della giustizia civile, ma deve anche obbedire a nuovi diktat. A partire dai provvedimenti senza i quali, stando alle disposizioni dell’Euro vertice, la Grecia non potrebbe accedere agli aiuti (leggasi prestiti, con interessi da dover restituire…ossia nuovo debito):

“adottare riforme del mercato dei prodotti più ambiziose (…), riguardanti tra l’altro l’apertura dei negozi di domenica, i periodi dei saldi, la proprietà delle farmacie, il latte e le panetterie (…)   Le panetterie? L’apertura dei negozi di domenica? I periodi dei saldi?

Letto così sembrerebbe una barzelletta, ma purtroppo la Troika decide pure sui saldi, ma non fa sconti. Infatti, fra gli obblighi imposti al governo greco emergono i tagli alla spesa imposti in maniera quasi automatica in caso di deviazioni dagli obiettivi per il deficit. Ma l’asso nella manica dei moderni colonizzatori è il programma di privatizzazioni delle proprietà e dei servizi ellenici, la cui monetizzazione sarà una delle fonti certe, necessarie per rimborsare il nuovo prestito del MES. Le entrate previste dalla (s)vendita del patrimonio greco ammontano a circa 50 miliardi di euro: solo un quarto dei quali potrà entrare nella disponibilità dello stato, un altro quarto verrà usato per ridurre di 12,5 miliardi il debito, e l’altra metà verrà , ancora una volta destinata…alla ricapitalizzazione delle banche.

E oltre al cappio del MES, cosa otterrà la Grecia? “Finanziamenti nell’ordine di 82-86 miliardi di euro”, come indicato dall’Euro vertice, insieme alla liquidità necessaria nell’immediato (7 miliardi entro il 20 luglio e altri 5 miliardi entro metà agosto) per la quale sarà necessario giungere a un nuovo catastrofico memorandum di intesa.

Gli effetti di questa guerra coloniale si abbatteranno senza pietà sui cittadini ellenici, già piegati dai precedenti ‘salvataggi’ all’insegna dell’austerità, l’altra faccia dell’Euro.

La Grecia è diventata un esempio evidente che dentro all’euro non ci sono alternative e l’unica vera, reale salvezza per i cittadini e per i Paesi europei non può arrivare dai tiranni, ma solamente fuori dall’euro.

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