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PENSIERO LIBERO – Bioagricoltura: riduciamo l’uso dei pesticidi

di Monia Benini – Pensiero Libero – Bioagricoltura. Chi è attento a un’alimentazione sana si sarà forse imbattuto nel termine biopesticidi. Si tratta di sostanze che, a dispetto del nome che certo non aiuta, sono dei fitofarmaci naturali, come piante, batteri, funghi, animali e alcuni minerali. Questi sono in grado di produrre autonomamente un enorme numero di molecole volatili che aiutano le piante a crescere e creano difese naturali contro gli infestanti. Esiste quindi un’alternativa ai fertilizzanti chimici e ai pesticidi, i cui residui appestano gli alimenti e si accumulano nel nostro organismo.

Un’indagine condotta dalla PA International Foundation, condotta a inizio anno, ha dimostrato che l’82% degli intervistati ritiene che l’utilizzo di prodotti agrochimici e di pesticidi abbia un impatto negativo sulla nostra salute. Il fatto davvero rilevante è che la platea dei soggetti che hanno risposto alle domande della fondazione appartengono:

– per il 46% al settore privato/industria;

– per il 19% al settore pubblico/governi;

– per il 17% al mondo accademico e a istituti di ricerca;

e solamente il restante 18% è classificato come ONG, società civile, organizzazioni dei consumatori, associazioni dei pazienti o altro.

Ancor più significativo, il dato secondo cui il 93% degli intervistati vorrebbe che la Commissione Europea accelerasse le procedure autorizzative dei fitofarmaci a basso rischio, in modo da poterli impiegare in maniera più agevole anche nei sistemi di lotta integrata, riducendo sensibilmente l’uso di pesticidi. Non solo. Il 78% vorrebbe che la Commissione giocasse un ruolo più incisivo nell’informazione verso i consumatori sui minori livelli possibili di pesticidi (o loro assenza) attraverso uno specifico sistema di etichettatura.

Anche secondo l’International Biocontrol Manufacturers Association (IBMA) servirebbero maggiore coraggio e sagge decisioni a livello europeo per poter invertire gli attuali trend di eccessivo utilizzo di sostanze ad elevato rischio. Fra l’altro, il Regolamento relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, risalente al 2009, non prevede alcuna distinzione fra i pesticidi tradizionali e i fitofarmaci ‘bio’, con un conseguente percorso di valutazione e di autorizzazione che ha gli stessi tempi e gli stessi costi delle sostanze chimiche sintetiche ad elevato rischio. Se a questo si aggiunge che chi si occupa della fornitura e della distribuzione delle sostanze e/o degli organismi naturali è in genere un soggetto rientrante nelle Piccole e Medie Imprese, si comprende bene come vi siano grosse difficoltà ad affrontare percorsi che invece possono essere intrapresi senza problemi (e spesso senza scrupoli) dalle multinazionali.

Serve dunque con urgenza un’azione della Commissione Europea che possa introdurre le modifiche necessarie al Regolamento, in modo da permettere agli agricoltori di incrementare gli strumenti in loro possesso per limitare o abbattere l’uso dei pesticidi, favorendo così lo sforzo necessario per avere un ambiente sano e meno malattie fra gli agricoltori e i consumatori.

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