Secondo Euractiv (articolo completo) la Germania avrebbe deciso di interrompere l’applicazione della Convenzione di Dublino nel caso dei rifugiati siriani. La norma infatti prevedeva che questi fossero nuovamente rinviati nel paese di arrivo (principalmente la Grecia e l’Italia). Il 21 agosto l’Ufficio Federale Tedesco per l’Immigrazione e i Rifugiati (BAMF) ha sospeso le verifiche obbligatorie per valutare se i richiedenti asilo provengono da un altro stato membro dell’Unione e la Commissione Europea ha ufficialmente dichiarato di apprezzare questa dimostrazione di solidarietà che, per ora, rimane l’unico caso in tutta l’Unione.
Nonostante ciò, nell’incontro di ieri, la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese, Francois Hollande hanno insistito per la creazione di cosiddetti centri di accoglienza registrazione in Italia e in Grecia, come previsto dallo stesso accordo di Dublino. Questa posizione è stata criticata da Günther Burkhardt, direttore del Gruppo Nazionale di Lavoro Tedesco Pro Asilo, che ha bollato la richiesta come “irrealistica”, dal momento che ad esempio in Grecia non ci sono neppure le risorse per sfamare e dare un tetto agli immigranti, quindi non ci sono certo le condizioni economiche per attrezzare e gestire umanamente le procedure di accoglienza dei disperati che continuano ad arrivare.
Secondo Burkhardt la decisione di sospendere la Convenzione di Dublino rappresenta invece il primo passo per dichiararne il fallimento; sarebbe inoltre utile prevedere il medesimo trattamento per i rifugiati provenienti dall’Afghanistan e dall’Iraq, che oggi, pur fuggendo anch’essi da altri teatri di guerra, appaiono invece immigranti di serie B.