Boko Haram ha orchestrato una campagna di attentati, omicidi e rapimenti in Nigeria nel corso degli ultimi anni. Il gruppo terroristico ha acquisito notorietà in tutto il mondo nel mese di aprile 2014, dopo il rapimento di oltre 270 studentesse nella città di Chibok, nello stato di Borno nord della Nigeria. Il numero di attacchi da parte di Boko Haram in Nigeria e paesi limitrofi nord-est è aumentato, e mezzo milione di bambini hanno dovuto fuggire per motivi di sicurezza negli ultimi cinque mesi, portando il numero totale di bambini sfollati a 1,4 milioni. Solo nel nord della Nigeria, quasi 1,2 milioni di bambini, oltre la metà dei quali sotto i cinque anni, sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Altri 265.000 bambini sono stati costretti a espatriare raggiungendo Camerun, Ciad e Niger. L’UNICEF, insieme con i governi di Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, sta intensificando i suoi sforzi per aiutare migliaia di bambini e le loro famiglie nella regione, nell’intento di garantire l’accesso all’acqua potabile, istruzione, consulenza e sostegno psico-sociale, così come vaccinazioni e cure per malnutrizione acuta. Difatti, decine di migliaia di persone sono affette da malnutrizione acuta e alcuni dei campi profughi allestiti sono stati colpiti dal colera. Il lavoro dell’agenzia nella regione è reso ancora più difficile per la mancanza di fondi, avendo ricevuto solo il 32% dei 50,3 milioni di dollari necessari per gli sforzi umanitari del 2015. L’assistenza umanitaria in queste aree, insicure e remote è estremamente difficile. Con un numero crescente di rifugiati e non abbastanza risorse, la capacità di fornire assistenza è ormai seriamente compromessa. Senza ulteriore supporto, centinaia di migliaia di bambini in difficoltà non avranno più accesso all’assistenza sanitaria di base, acqua potabile sicura e all’educazione. E anche se l’esercito ha liberato alcuni paesi che erano finiti sotto il controllo di Boko Haram, molte persone internamente sfollate rimangono riluttanti a tornare a casa. Da quando sono stati respinti fuori dal territorio, i terroristi sono tornati a tattiche di guerriglia, razziando villaggi alla ricerca di rifornimenti e prendendo di mira luoghi affollati come i luoghi di culto, mercati e stazioni di autobus. E ‘davvero allarmante vedere che i bambini e le donne continuano ad essere uccisi, rapiti e usati per trasportare le bombe, oppure usati come veri e propri soldati. Ed è scoraggiante osservare quanto sia difficile trovare una qualche soluzione o ottenere un qualche miglioramento.]]>