Da quando Boko Haram sette anni fa iniziò ad attaccare città e villaggi con l’obiettivo di instaurare un califfato islamico, i nigeriani hanno dovuto abbandonare le proprie vite. Sono fuggiti in tutte le direzioni, senza sapere chi tra di loro fosse ancora vivo e chi fosse stato assassinato. Quando parliamo della situazione in Nigeria, di sfollamenti dovuti all’attività di Boko Haram, è chiaro che dobbiamo fare riferimento alla situazione generale del paese, che è il più ricco dell’Africa, ma paradossalmente uno dei paesi più pericolosi e dei più poveri, dove ci sono situazioni di incredibili violazioni dei diritti umani. Come denuncia l’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia, sono milioni i bambini che scappano dal paese, decine di migliaia sono scomparsi, non si sa che fine abbiano fatto e le loro sparizioni non sono state documentate. Molti sono privati dell’istruzione e sono costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Un dato ancora più inquietante è il fatto che i bambini rapiti dai militanti a volte sono stati usati come kamikaze, nel 2015, infatti, 44 attacchi sono stati eseguiti da minori e in più del 75% dei casi si trattava di femmine. L’utilizzo di bambini kamikaze è aumentato nel corso dell’ultimo anno, con almeno un attacco suicida su cinque compiuto da un minore in Camerun, Nigeria e Ciad. Secondo l’Unicef il numero di baby-attentatori è salito vertiginosamente rispetto ai dati 2014. Le bambine, per lo più tra i 13 e i 15 anni, spesso vengono drogate e rappresentano i tre quarti dei baby-kamikaze. Nel 2015, l’attentatore più giovane si crede avesse otto anni. Nel 2014, Boko Haram controllava 19 dei 65 settori governativi nel nord-est, una porzione immensa di territorio, generando una situazione nella quale i civili non avevano modo di riferire alle autorità riguardo ai rapimenti, ai maltrattamenti e alle uccisioni. Quanti bambini ancora devono morire? L’uso da parte di Boko Haram dei bambini sta avendo un effetto sociale negativo nelle comunità, che iniziano a vederli come minacce e rifiutano il reintegro di quelli che vengono rapiti e abusati dai militanti del gruppo. In Nigeria risultano quasi 1,3 milioni di bambini sfollati, circa 1.800 scuole chiuse perché danneggiate, saccheggiate, bruciate o che vengono utilizzate come rifugi per gli sfollati, e più di 5.000 bambini non sono accompagnati o sono stati separati dai loro genitori. Proprio l’educazione è uno degli aspetti della vita sociale su cui ha più influito l’offensiva del gruppo terroristico. Un rapporto pubblicato il 12 aprile da Human Rights Watch sottolinea come il conflitto abbia lasciato quasi un milione di bambini con poco o nessun accesso all’istruzione. Dal 2009 al 2015 almeno 611 insegnanti sono stati uccisi, mentre altri 19mila sono stati costretti alla fuga. Il gruppo ha rapito più di 2.000 civili, molti dei quali donne e ragazze, tra cui grandi gruppi di studenti. L’intervento di Ignazio Corrao in Parlamento Europeo l’8 ottobre 2015 https://youtu.be/Wq3RwLOdpqs]]>