Parlare di politica in Africa
Questo è il mio classico post lungo, forse troppo, ma vi consiglio di leggerlo perché è scritto dal campo (in Africa) e ci sono interessanti spunti di riflessione.
Ho scritto di pugno (e di cuore) in pausa pranzo, quindi vi chiedo di scusarmi se ci sono refusi o errori di altra natura, perché non ho il tempo di controllarlo.
Ieri sera, dopo una lunghissima, caldissima ed estenuante giornata di osservazione elettorale qui in Tanzania, discutevo a cena con i componenti del mio team (un collega francese ed inglese) sulla necessità di un embargo mondiale di armi verso i paesi in via di sviluppo, la necessità di una agenzia mondiale che monitori alla perfezione ogni movimento degli strumenti di offesa ed un concreto accompagnamento verso sistemi democratici attraverso un vero supporto in capacity building (non le ipocrite pagliacciate che facciamo oggi, prima bombardiamo o armiamo e poi parliamo di democrazia)…
Il discorso era nato dalla constatazione che molti dei villaggi in cui ci eravamo recati ieri per osservare le elezioni, rappresentavano il perfetto scenario delle strazianti scene di guerra, assalti e devastazione che siamo purtroppo abituati a vedere sugli schermi delle Tv dal divano delle nostre comode case…
Oggi le armi le producono e vendono gli Stati industrializzati, che non hanno un mercato interno da soddisfare.
L’ISIS non produce armi, Boko Haram non produce armi, Al Qaeda e Al Shabaab non producono armi. Non ci sono stati in guerra che si autoproducono le armi, qualcuno gliele vende e ci guadagna e qualcun’altro (se non lo stesso) le vende ai ribelli e ci guadagna. Si guadagna parecchio con le armi e le guerre e agli Stati industrializzati la guerra piace davvero tanto.
Bisogna intervenire prima che aumenti la competizione mondiale e quindi anche il mercato da alimentare (esterno of course) prima che alcuni degli stati “in grande crescita” (come la Cina, l’India e il Brasile) prendano una consistente fetta del mercato pesante e la necessaria competizione renda impossibile qualsiasi forma di controllo delle sicure degenerazioni…
Durante questa lunga e appassionata discussione, in cui spiegavo in che modo il Movimento 5 Stelle al Governo si renderebbe leader e promotore internazionale delle campagne di disarmo mondiali, il collega francese con 40 anni di politica sulle spalle, concorde e stupefatto di tanta enfasi e programmaticitá, mi ferma e mi dice: “si, ma per fare delle azioni politiche tanto elaborate e lungimiranti, servono grandi professionisti della politica, persone con grande autorevolezza sul piano internazionale costruita nel corso degli anni, e voi 5 stelle rifiutate l’idea della politica di professione, quindi è impossibile”… Io allora l’ho fermato per fargli notare come gli era sfuggito qualcosa nel suo ragionamento, facendogli notare in primo luogo come nei suoi 40 anni di carriera la politica è sempre andata ad un decimo della velocità a cui viaggia una società sempre più dinamica e globalizzata, ed in seconda battuta come la politica, intesa come la intendono i politici di professione, non è mai stata e non sarà mai in grado di dare alcuna risposta, semplicemente perché è il soggetto sbagliato a cui porre la domanda…
Gli ho provato ad aprire un nuovo orizzonte spiegandogli come l’idea che stiamo portando avanti viaggia alla stessa velocità del cambio dei tempi, con la rivoluzione informatica, con internet che sta tagliando tutte le distanze e le manipolazioni mediatiche…
Il nostro obiettivo non è tanto quello di sostituire una classe politica disonesta e corrotta con un’altra onesta e trasparente (cosa sacrosanta e primo passo necessario), perché le persone sono facilmente corruttibili ed il potere alle persone dà alla testa, anche a quelle migliori, quindi sarebbe comunque troppo facile sbagliare o perdere la bussola se questo potere dura troppo…
Io lo ripeto sempre che se il mandato lo fai al 100%, uno è forse abbastanza e due mandati sono anche troppi, perché ci perdi la salute e l’equilibrio…
Il vero obiettivo è andare al Governo per creare quegli strumenti di partecipazione e controllo talmente efficaci e vincolanti che rendano il Governo, in futuro e per sempre, effettivamente sottoposto al popolo. Determinare quindi un momento di non ritorno che sarà inevitabilmente seguito da molti altri sulla spinta popolare.
A quel punto, con il popolo effettivo centro decisionale, diventa indifferente se a governare ci sia io, tu o chiunque altro…
Finisce l’ipocrita epoca in cui si crede che alcune persone possano risolvere i problemi ed inizia una nuova era in cui finalmente si capisce che i problemi li risolve solo l’intelligenza collettiva…
Il collega mi ha ascoltato con grande interesse, ammettendo che la politica così com’è non serve quasi a nulla se non fare gli interessi di chi la sostiene…
Ps. Sto aspettando di essere trasferito in Kenya così da poter tornare velocemente (si fa per dire) a Strasburgo per la sessione plenaria.
Dopodiché riparto subito e torno in Africa per il fine settimana e il ponte dei morti, ma questa volta vado in un posto dove davvero nessuno vuole andare, la Sierra Leone (paese ricchissimo di risorse sistematicamente devastato da guerre, corruzione ed emergenze sanitarie come l’ebola), vado a vedere con una piccola delegazione della commissione sviluppo e cooperazione internazionale come stanno affrontando l’emergenza ebola e come hanno usato i fondi stanziati…
Per intenderci la Sierra Leone è il paese di Blood Diamond (il famoso film con Leonardo Di Caprio che vi consiglio di vedere) o di molti altri film/documentari su questo tema o sul tema dell’Ebola.
Tra gli altri ci muoveremo con Medici senza frontiere ed emergency…e poi tranquilli ragazzi, ho fatto tutti i vaccini e gli incontri in cui mi è stato spiegato come comportarmi in un posto a così alto rischio epidemico…
Da un vero cambio delle politiche globali in Africa passa il futuro di questo pianeta…
Pps Dall’altro lato non molliamo le nostre battaglie locali contro mafie, corruzione e sottrazione di fondi (soprattutto europei), ho visto che l’evento di giovedì in cui abbiamo messo tutti gli inquirenti (italiani ed europei) intorno al tavolo ha avuto un buon eco mediatico, adesso dobbiamo spingere per le riforme necessarie… Così come non molliamo tutte le tematiche regionali (in primis agricoltura e sviluppo) su cui ci stiamo spendendo a fondo…
C’è così tanto da fare che vorrei davvero che le giornate durassero più di 24 ore!