,

Istat: la Sicilia è la regione più povera d’Italia

Istat: la Sicilia è la regione più povera d’Italia

di Marco Benanti – Pensiero Libero – Ma come, tutti i tg nazionali parlano di ripresa economica, fanno vedere gente felice al supermercato o nelle concessionarie ad acquistare nuove berline e questi birboni dell’Istat invece dicono che la Sicilia è povera? Che un siciliano su due ha difficoltà a far la spesa? Ma no dai, che catastrofisti, in Sicilia si sta bene. I cittadini non avvertono il divario tra i 1800 dirigenti regionali ed il resto della popolazione. Non avvertono il divario tra i 76 Paperoni di Palazzo dei Normanni (gli altri 14 sono grillini…) ed il papà disoccupato in casa. I giovani stanno benissimo, dopo aver conseguito una o più lauree, sono tutti occupati grazie allo Sportello Giovani o alla formazione professionale che in Sicilia sforna ogni anno migliaia di occupati e nuove incredibili competenze! E ci mancherebbe poi, con il mare di soldi che scorrono in questo settore tra politici gestori (vedi Genovese a Messina…) e poi tutor, segretari etc etc… Ed invece questi dell’Istat che fanno? Ci sbattono in faccia una fotografia impietosa della situazione. Che cattivoni! Stando ai dati raccolti, poco più della metà dei siciliani è povero: nel 2014 sono il 54,4%. Il dato, seppur in lieve calo rispetto al 2013 (era il 55%), fa dell’isola la regione più povera d’Italia (la media nazionale è del 28,9%); seguono Campania e Calabria, dove la percentuale di persone a rischio povertà si ferma al 49% e al 43,5%. Sono questi i primi dati del rapporto su reddito e condizioni di vita. Secondo l’istituto di statistica, l’indagine mostra che il 26,0% dei siciliani vive in condizione di deprivazione e il 40,1% è a rischio povertà; nel 24,9% dei casi, poi, gli intervistati asseriscono di vivere in famiglie a bassa intensità di lavoro. L’indagine, su scala nazionale, è stata condotta, su un campione di 19.663 famiglie e rileva alcuni indicatori su condizioni economiche, redditi netti e condizione lavorativa per mese, che rappresentano la base di partenza dell’Unione europea per definire e monitorare gli obiettivi di politica sociale, nell’ambito della strategia Europa 2020. È chiaro che qualcosa non va. I siciliani, lo sanno bene, ben venga però l’indagine ufficiale dell’istituto di ricerca se serve a fare da gran cassa e a dar voce ad una situazione che grida tragicamente “aiuto”! Non tutti i siciliani infatti mettono Palermo a ferro e fuoco se i loro beniamini alla Regione non trovano qualche milione di euro per consentirgli qualche altra giornata lavorativa. Ci sono siciliani che non hanno ricevuto alcuna promessa e non hanno quindi santi in paradiso nei palazzi del potere. Per loro le proteste non servono. A proposito di forestali però, sarebbe finalmente il caso di andare a spulciare i conti tra gli appalti e le forniture piuttosto che sulla forza lavoro. Anche in questo caso, i lavoratori sono il “muro basso”. Sugli appalti e forniture invece stiamone certi che qualcosa salta fuori. Magari scoprire che un paio di guanti d’antinfortunistica costa anche 100 euro…

Condividi