di Monia Benini – Pensiero Libero –
Smog e inquinamento: cornuti e mazziati
E’ proprio il caso di dirlo, visti i dati agghiaccianti e il rischio che sta correndo l’Italia in Europa. Dopo Bulgaria e Polonia, anche il nostro Paese rischia, infatti, di essere portato davanti alla Corte di Giustizia Europea a causa del numero di sforamenti delle soglie d’inquinamento permesse. Stando a quanto riportato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’Italia ha inoltre il triste primato delle morti premature: ben 84.000 l’anno, con “livelli di esposizione incompatibili con il diritto alla protezione della salute dei cittadini”.
E mentre i media si concentrano su alcune delle cause (traffico, riscaldamento domestico, ridotta ventilazione specie nella Pianura Padana), non una parola viene spesa sulle emissioni in atmosfera di inceneritori (che ancora, ostinatamente, sono definiti termovalorizzatori), centrali turbogas, centrali a carbone, acciaierie, petrolchimici, ecc. Ma il principio di “chi inquina paga” non dovrebbe valere, a maggior ragione anche per loro? Sembra invece che siano i cittadini italiani a doversi sobbarcare l’intero costo, economico e purtroppo sanitario.
Un costo che rischia di lievitare sotto il profilo economico, aggiungendo la beffa all’enorme danno in termini di salute e ambiente: stando a quanto riportato in un articolo di Euractiv , la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro l’Italia starebbe per vedere un secondo passaggio, quello del parere motivato, al quale farebbe seguito il ricorso alla Corte di Giustizia. L’Italia, già condannata nel 2012 per il mancato rispetto dei limiti del particolato PM10 in 55 aree nel biennio 2006-7, rischierebbe davvero grosso, poiché in alcune zone, come la Pianura Padana, Roma e Napoli, nel 2015 ci sarebbero stati addirittura 100 giorni di sforamento della concentrazione di PM10, vale a dire circa il triplo del limite massimo consentito!
Anche in questa occasione, il Governo italiano ha maramaldeggiato, allungando i tempi: i dati del 2013 e del 2014 sono arrivati alla Commissione Europea solamente a novembre dell’anno scorso. Il conto concernente la salute continua invece a essere puntualmente presentato ai cittadini, ma questa informazione è nascosta come la polvere sotto lo zerbino.
Tuttavia, qualora la procedura d’infrazione dovesse proseguire il proprio corso di fronte alla Corte di Giustizia, l’Italia rischierebbe davvero grosso: secondo Euractiv, il nostro Paese potrebbe vedersi inflitta una sanzione di 1 miliardo di euro, tenuto conto che si tratterebbe di una decina di anni di sforamenti e del fatto che il coefficiente di gravità sarebbe il più elevato possibile, “trattandosi di violazioni che minacciano direttamente la salute dei cittadini”. Così, mentre non si vuole affrontare seriamente il problema e mentre continua ad aumentare il numero di patologie croniche, malformazioni, tumori e morti premature, gli Italiani rischiano ancora una volta di essere cornuti e mazziati.