Agricoltura biologica. Questo il pericolo imminente che corrono oltre 8000 aziende agricole del settore a causa dell’immobilismo della Regione Siciliana
Siamo alla resa dei conti. Il quadro dei fondi europei per l’agricoltura gestiti dalla Regione Siciliana è più chiaro da quando sono usciti i dati ufficiali di spesa di Agea, l’agenzia ministeriale che si occupa di erogare i contributi. Ovviamente tutti contenti sulla carta politici e burocrati, ma di fatto sul lastrico il comparto. Proviamo a spiegare il perché.
La Sicilia, secondo i dati ufficiali, è riuscita a spendere il 98% delle risorse previste dal Programma di sviluppo rurale 2007-2013, che metteva in palio 2 miliardi e 185 milioni di euro.
Questi numeri che raccontano nell’attuazione del PSR, solo apparentemente la parte positiva, hanno però una serie di lati oscuri. Prima di tutto, il disimpegno automatico. Ovvero quel meccanismo famigerato che impone di restituire i fondi non spesi entro il 31 dicembre 2015: un vero e proprio incubo per l’amministrazione regionale, la quale nei mesi precedenti si trovava di fronte il serio rischio di perdere più di 100 milioni di euro. E alla fine la Sicilia è incappata nello spauracchio del disimpegno: dovrà restituire 21,5 milioni di euro, che si volatilizzano perché non sono stati utilizzati nei tempi giusti.
Tra le risorse sprecate ci sono soprattutto i 15 milioni non spesi dell’Asse 3 (“Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale”), che prevedeva opportunità di finanziamento per agriturismi, le energie rinnovabili, le infrastrutture rurali, e i 5 milioni previsti per i GAL, dedicati alle strategie di sviluppo rurale dei Comuni, che hanno avuto difficoltà ad anticipare le somme necessarie per la spesa.
Ma c’è un altro lato oscuro che si nasconde il dato da tutti applaudito del 98% di spesa, ed è il rischio di restituire 180 milioni di euro erogati ad 8.000 aziende siciliane che fanno agricoltura biologica. Dopo la decisione del TAR di rendere illegittimo il bando da 320 milioni per l’agricoltura biologica, e l’incredibile immobilità della Regione che non si è neanche degnata di appellarsi alla sentenza, il biologico siciliano rischia il fallimento, ancora una volta per responsabilità amministrative. La vicenda è pericolosissima, perchè se la procedura viene considerata giuridicamente illegittima anche le spese certificate saranno giudicate illegittime per l’UE. Faccio appello all’Autorità di Gestione del PSR affinchè adotti tutte le misure per evitare questo disastro per il biologico siciliano e non si renda responsabile anche dell’ennesima beffa ai danni degli agricoltori siciliani.
Non possiamo più permetterci di ridurci all’ultimo momento per spendere i fondi europei. Abbiamo avuto 7 anni di tempo, in cui le regole europee erano chiare e già note. La totale incapacità di amministrazione e di programmazione del Dipartimento Agricoltura e dell’Autorità di Gestione del PSR non è più accettabile per gli agricoltori siciliani, che ad oggi si ritrovano a rischiare persino i soldi per il biologico.