Premetto che con questo post non voglio fare polemiche sterili e condanno con decisione, come ho sempre fatto, qualsiasi atto meschino di violenza in generale e con maggior vigore se la violenza avviene nei confronti delle donne.
Come ben sapete, durante la notte di Capodanno nella zona tra la stazione e il duomo di Colonia, in Germania, decine di donne sono state aggredite e molestate. Sin da subito si è parlato di uomini «dall’aspetto originari di regioni arabe o nordafricane», e successivamente si iniziò a parlare di immigrati e richiedenti asilo.
Visto tutto quello che si è scritto in questi giorni, e senza voler sminuire la gravità dei fatti, ci tenevo a dire la mia e ad invitarvi a riflettere sui due pesi e le due misure adottati dai media e sulle possibili conseguenze di un atteggiamento del genere.
Dei fatti di Colonia si parla in questi giorni in termini di diversità culturale, di uomini che vengono da paesi in cui le donne sono sottomesse, di un maschilismo sistemico che condanniamo come mondo occidentale. C’è chi si è addirittura spinto oltre paragonando i fatti di Colonia a “quello che facevano i maschi siciliani”, mettendo sempre il razzismo come leit motive…
Chiaramente nessuno nega che reati del genere vengano commessi anche da uomini di fede musulmana. Ma fare finta che siano gli unici a farlo e che anzi la loro cultura li istighi a farlo, non risolve il problema, ma lo amplifica.
Dobbiamo iniziare a smettere di sentirci superiori e trattare le cose in modo oggettivo.
Ad esempio, nell’epoca dei social e della informazione di massa, esistono ancora i drammi sordi. Consumati nel silenzio assoluto. Nel ragusano, da anni si consuma uno di questi drammi sordi: un migliaio e più di romene immigrate in Sicilia, isolate nella campagne è vittima di un assoggettamento che non è più solo economico ma che di fatto ha invaso la sfera sessuale. “Festini agricoli”, così li chiamano.
Io in Sicilia ci sono cresciuto ed ho piena contezza di cosa si cela dietro un “tuttapposto”, dietro un “non c’è niente”, dietro una certa mentalità. Però alle volte, anche se lo sai, quello che non ti deve passare inosservato ti sfugge perchè sei impegnato a guardare altro.
Il livello di violenza sulle donne in italia è altissimo, Emilia-Romagna e Lazio sono al vertice di questa triste classifica. Però non ci si è fermati neanche un momento a riflettere prima di parlare di “valori della nostra civiltà”, contrapposti al (presunto) “oscurantismo islamico”.
A livello europeo possiamo tristemente elencare, specialmente nell’Europa dell’est, migliaia e migliaia di casi di violenze domestiche e di sottomissione di donne…
Statistiche recenti dicono che in Europa il 33% delle donne ha subito violenza fisica, psicologica o sessuale (nei due terzi dei casi dal partner), e che 21 milioni di donne, il 12%, hanno subìto un abuso sessuale prima dei 15 anni, in genere da amici di famiglia o parenti.
Quindi non serve un genio per capire che la vergognosa violenza sul corpo delle donne non è una prerogativa esclusiva degli islamici o dei paesi in via di sviluppo; e gli europei non hanno nulla da “insegnare”.
La battaglia in difesa delle donne, e contro queste bestie, riguarda tutti e investe l’intero mondo; anche la “progredita e sviluppata” Europa. Ridurre questo tema ad uno “scontro di civiltà” significa non risolverlo, ma bensì usarlo come pretesto per l’ennesima campagna di criminalizzazione dei migranti e del “diverso”.
Colonia non può e non deve essere usata per accusare l’intero Islam, così come quanto accade nel ragusano non può essere usato contro il cattolicesimo.
Le conseguenze del pregiudizio razziale sono deleteree e se seguiamo questo stupido schema cadiamo nella stessa trappola di chi ha sempre detto “siciliani tutti mafiosi”, “napoletani tutti delinquenti” ecc ecc…
Bertolt Brecht diceva..
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,… e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”