di Monia Benini – Pensiero Libero – Il glifosato non è cancerogeno. Lo assicura la Monsanto.
Il glifosato, l’ingrediente principale del Roundup, un potente (e redditizio) erbicida prodotto dalla Monsanto, è finito nel mirino del California’s Office of Environmental Health Hazard Assessment (OEHHA, in altre parole l’autorità californiana preposta alla valutazione dei rischi per l’ambiente e la salute). L’OEHHA ha raccolto i commenti dei cittadini a proposito della sua intenzione di inserire il glifosato fra le sostanze cancerogene: circa 8000 risposte provenienti da agricoltori, gruppi attivi nel settore della salute pubblica e dell’ambiente hanno rilevato come l’impiego di questa sostanza rappresenta un pericolo per le persone e per gli animali.
L’intenzione dell’OEHHA sarebbe scaturita in seguito alla medesima classificazione adottata dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Tuttavia la Monsanto non si è fermata e ha formalmente richiesto alla California di non dichiararlo carcinogeno, sostenendo addirittura che i legislatori non hanno tenuto in debita considerazione tutte le evidenze scientifiche, che verosimilmente la compagnia sarebbe invece stata in grado di fornire.
Il glifosato, introdotto nel 1974 e oggi registrato e utilizzato in ben 160 Paesi al mondo, nonostante i numerosi effetti avversi sulla salute umana, è stato difeso a spada tratta dalla Monsanto, poiché inserirlo nell’elenco delle sostanze cancerogene: “Priva gli agricoltori e le istituzioni pubbliche dell’utilizzo di questo erbicida particolarmente efficace”. La multinazionale ha inoltre affermato che “le autorità normative mondiali sostengono che il glifosato non è carcinogeno.
Un abbaglio dunque quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il glifosato non fa male, parola di Monsanto.