di Monia Benini – Pensiero Libero – Nucleare: a rischio le centrali in Europa.
La minaccia del terrorismo, la possibilità di cyber-attacchi, ma anche i tagli alla spesa e quindi al personale, alle attività di manutenzione e di adeguamento degli impianti, stanno diventando un incubo per i Paesi europei che hanno scelto la strada del nucleare.
L’allarme parte dalla Francia, con Pierre-Franck Chevet, presidente dell’Autorità Francese per la Sicurezza Nucleare (ASN), che descrive una situazione preoccupante nell’attuale contesto. I problemi, stando a quanto denunciato da Euractiv
riguarderebbero persino il comparto medico: recentemente, infatti, un paziente è stato sottoposto a ben 22 cicli di radioterapia in una parte sana del corpo, senza contare il fatto che l’errore nell’utilizzo di nuovi macchinari potrebbe esporre in diversi casi a dosi eccessive di radiazioni.
Ma per tornare all’ambito della produzione di energia elettrica attraverso il nucleare, il conto comincia a essere enormemente salato: la maggiore compagnia costruttrice francese (Areva) ad esempio sta portando a termine un reattore EPR in Finlandia con ben 10 anni di ritardo rispetto alla programmazione, mentre altri due impianti dello stesso tipo che sono in costruzione nel Regno Unito hanno visto salire il loro costo alla stratosferica cifra di 78 miliardi di euro, indebitando pesantemente la compagnia (mista pubblico-privata) che non avrebbe più capacità finanziaria per proseguire.
L’Autorità francese segnala inoltre l’accumularsi di molti casi complessi che vanno dal mancato adeguamento a standard di sicurezza più elevati (imposti in seguito all’incidente di Fukushima), sino alla scoperta dell’utilizzo di materiali di bassa qualità nelle strutture degli impianti nucleari. Impossibile analizzare l’intera casistica nello stesso tempo: l’ASN ha perciò deciso di dare priorità alle strutture che sono già operative. E dietro questa scelta potrebbe celarsi una possibile estensione oltre i 40 anni della vita operativa dei 34 reattori a 900 MW presenti sul territorio francese, opzione che implicherebbe ulteriori rischi e minacce, non solo localmente, per la popolazione.