1 miliardo e 250 milioni di abitanti, più di 1/6 della popolazione mondiale. Esodi di massa della aeree rurali del paese verso megalopoli in continua espansione come Nuova Dehli, Mumbai, Bangalore, Calcutta o Chinnay. Lo sviluppo economico come dogma irrinunciabile ed un boom che sembra inarrestabile. Costi quel che costi.
Questa è l’India del 2016, un paese enorme che corre alla velocità della luce per essere pronto a giocare da protagonista le sfide di un pianeta che sta cambiando.
Da vostro dipendente ed essendo uno dei pochissimi che si occupa di sviluppo e cooperazione internazionale, mi sento obbligato a scrivere qualche riga informativa su questi giorni trascorsi in giro per questo straordinario paese che è l’India (scrivo dall’aeroporto di Bruxelles in cui sono appena arrivato da Nuova Dehli e da cui sto ripartendo per Pescara) per una intensa missione-studio organizzata dal EPF (European Parliamenty Forum on Development and Population – Forum dei parlamentari europei su sviluppo e popolazione) di concerto con delle grosse ONG locali come la FPA India e la IPPF South Asia.
Come molti di voi già sapranno l’India è un paese dal passato e presente estremamente affascinante, un enorme Stato federale dove coesistono tantissime lingue, razze e religioni diverse.
L’India è un paese in grande trasformazione, dove la tradizione si scontra con l’inarrestabile sviluppo, dove si sta creando una enorme classe media con una consapevolezza totalmente diversa rispetto a chi li ha preceduti.
L’India sta cambiando ma oggi è ancora un paese con un fortissimo sistema tradizionale incentrato sulla famiglia, dove il ruolo della donna è totalmente sottomesso alla predominante impostazione “machista”, dove il sistema delle caste determina il funzionamento della società, dove il livello di povertà rimane altissimo e lo sviluppo è legato in modo inevitabile con lo sfruttamento dei lavoratori che sono pagati una miseria.
L’India non è una sfida per lo sviluppo globale. L’India è “la sfida”. Se questo paese raggiunge i 17 SDG (Substainable Development Goals – Obiettivi di sviluppo sostenibile) da poco decisi a New York, vorrà dire che tutta l’impostazione del mondo e i suoi equilibri saranno cambiati definitivamente.
Dal modo in cui crescono paesi come l’India e la Cina dipende il futuro dell’intero globo, quindi anche il nostro.
Qui in India sono venuto, insieme a dei parlamentari nazionali di altri Stati europei contattati dal EPF, a fare un approfondimento sul campo del nostro lavoro sul tema dello sviluppo, con particolare riferimento all’area del sistema sanitario, dei diritti riproduttivi, le discriminazioni di genere e l’educazione sessuale.
In questa missione abbiamo partecipato a meravigliose attività di informazione e formazione che questi attivisti portano avanti ogni giorno con grande determinazione su campi molto complicati, come quelli delle estreme periferie di Nuova Dehli, Agra e Bangalore. Abbiamo conosciuto donne che si ribellano al sistema a cui appartengono e spendono il loro tempo a spiegare ad altre donne e bambine quali sono i loro diritto e come preservare la loro integrità fisica e morale. Delle vere pioniere di un cambiamento epocale che questo sub-continente vivrà nel futuro prossimo.
Abbiamo visitato le cliniche del FPAI, dove vengano elargiti alle classi più escluse della società i servizi medici di cui gli attivisti informano la popolazione (contraccettivi, aborti sicuri, test HIV, screening cancro ecc ecc). Siamo andati ad incontrare nei parlamenti le autorità Statali e federali, dove ci siamo potuti confrontare con i nostri “colleghi” parlamentari sulle sfide globali che ci attendono e quanto sia fondamentale il ruolo e la strada che seguirà l’India nel futuro prossimo, soprattutto sul piano dei diritti. Abbiamo discusso con le autorità internazionali nella casa delle Nazioni Unite sullo stato dell’arte in India e su come lo sviluppo economico che il paese sta vivendo possa fungere da volano per una effettiva crescita del paese e del suo ruolo geopolitico.
Sì perché l’India, nonostante i numerosi problemi irrisolti e le numerose violazioni dei diritti umani che ancora si perpetrano nel paese, non è più un paese che chiede alla comunità internazionale ma è un paese che investe negli Stati in via di sviluppo, specialmente in Africa, che sottoscrive partnership importanti con altri grossi player internazionali, come gli arabi, e che guarda con lungimiranza già oltre lo scacchiere mondiale odierno, attraverso gli accordi e i programmi dei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, Cina, India, SudAfrica).
Questa era la cosiddetta “settimana verde” del calendario del Parlamento Europeo, prevista di tanto in tanto per permettere ai deputati di partecipare a delegazioni parlamentari, ad approfondimenti tematici, ad attività di studio o di circoscrizione. Si tratta di una settimana in cui i lavori parlamentari sono sospesi e naturalmente non si viene pagati.
Ringrazio il EPF per avermi invitato ed aver organizzato, insieme alle associazioni locali (FPA e IPPF) tutte le attività e gli incontri in modo così efficace, facendoci apprendere il massimo che potevamo in questo poco tempo.
Abbiamo rinunciato al sonno ma ne è valsa la pena e sarà molto utile per poter programmare meglio il lavoro futuro, sia parlamentare che politico, con maggiori nozioni e ulteriore consapevolezza.
Adesso spero di riuscire a dormire un po’ in aereo che questa notte in un volo sovraffollato è andata in bianco, e adesso dopo qualche altro scalo, si torna al lavoro in Italia.