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Eu Trust Fund for Africa. A Corrao M5S il report su gestione crisi paesi in via di sviluppo

L’europarlamentare italiano: “Abbiamo concertato un modus operandi con le ONG su principi di trasparenza e azioni concrete per il sostegno allo sviluppo. Meno recinzioni e più progetti per contrastare il fenomeno nei luoghi da dove partono le migrazioni”

“L’UE-Africa Trust Fund è il fondo fiduciario di solidarietà e sviluppo creato dalla Commissione Europea esupportato da ciascuno degli stati membri, con il quale rispondere alle situazioni di emergenza nei paesi in via di sviluppo. Un nuovo modus operandi per arginare il fenomeno delle migrazioni non con soluzioni tampone e respingimenti, ma con interventi strutturali nei paesi laddove instabilità economica e disuguaglianza sociale generano il fenomeno della migrazione”. Questa la sintesi di quello che contiene il report Europeo Trust Fund UE-Africa di cui è relatore l’europarlamentare italiano di M5S Ignazio Corrao e presentato poche ore fa al Parlamento Europeo. “Lo strumento – ha detto Corrao – è stato proposto dal presidente della commissione europea Juncker, seguito a parole, e meno dai fatti, dai 25 stati membri compresi Norvegia e Svizzera, lanciato al summit de la Valletta il 12 Novembre 2015. Uno strumento che necessita di un follow up operativo, altrimenti rimane la classica lettera morta di buoni propositi ed intenti utili solo a riempire colonne di giornali ma senza reale ricaduta per le popolazioni interessate. Per questo motivo nel report di cui ho l’onere e l’onore di essere relatore, propongo un modus operandi, concertato con le principali ONG (Emergency, Amref, Action Aid, Cuamm, Msf, One, Avsi, Oxfam) che ha lo scopo di affrontare le cause delle immigrazioni irregolari e la fuga in massa dalle città di origine, attraverso una serie di settori prioritari tra i quali migrazioni legali e mobilità; protezione e asilo; prevenzione e lotta contro le migrazioni irregolari; ritorno, riammissione e integrazione”. Il programma prevede un impegno di oltre 1.8 miliardi di euro il cui fondo è costituito da strumenti già destinati allo Sviluppo e da altri contributi volontari dagli stati membri con una soglia minima di 3 milioni di euro per consentire loro di avere la cogestione di tale fondo. Nel working document è dedicato un ampio spazio a requisiti di trasparenza e di puntuali report sia delle azioni effettuate che dei risultati raggiunti. “I progetti che saranno avviati – ha sottolineato Corrao –  dovranno finanziare solo azioni che rispondono alla politica di coerenza allo sviluppo, alla sostenibilità e al rispetto dei diritti umani”. Il report a firma Corrao ha intanto incassato l’apprezzamento degli altri gruppi presenti durante la presentazione. A questo punto l’iter prevede scambi di vista sulla bozza del report che verrà presentata a marzo in commissione Deve (Sviluppo), in cui i vari gruppi del PE presenteranno gli emendamenti, che a loro volta saranno votati insieme ai pareri delle altre commissioni intorno alla fine di maggio, e in plenaria a Strasburgo nella seconda metà del 2016.

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