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Congo, la sparizione dell'attivista Christopher Ngoyi Mutamba

10/03/2016 Repubblica democratica del Congo Le autorità della Repubblica democratica del Congo dovrebbero fornire immediatamente informazioni sul luogo in cui è detenuto e in base a quali accuse sia stato imprigionato l’attivista dei diritti umani Christopher Ngoyi Mutamba, dopo il suo arresto avvenuto il 21 gennaio 2015. Le autorità non hanno rivelato dove è detenuto e hanno negato questa informazione alla sua famiglia negando persino il suo diritto ad un avvocato. Le autorità lo dovrebbero rilasciare immediatamente a meno che non sia accusato di un reato credibile. Ngoyi, 55 anni, è il presidente dell’organizzazione per i diritti umani Synergie Congo Culture et Développement, ed era uno degli organizzatori e sostenitori (a gennaio, nella capitale, Kinshasa) delle manifestazioni di protesta contro i cambiamenti proposti alla costituzione, in particolare alla legge elettorale che consentirebbe il presidente Joseph Kabila di rimanere in carica oltre il limite di due mandati. Almeno 36 persone sono state uccise durante le manifestazioni di Kinshasa, di cui almeno 21 colpiti a morte dalla polizia e dai soldati della Guardia Repubblicana che hanno fatto uso eccessivo della forza in tale circostanza. Qualche giorno dopo è stato preso dalla polizia e si sono perse le sue tracce. Le autorità hanno anche arbitrariamente arrestato diversi altri leader dell’opposizione in relazione con le proteste. Hanno detto alla famiglia di Ngoyi che questi era detenuto presso l’ufficio del procuratore militare nel distretto di Gombe. Ma quando i familiari e colleghi di Ngoyi hanno visitato l’ufficio del procuratore militare Gombe, così come le altre prigioni ufficiali e prigioni a Kinshasa, non sono riusciti a trovarlo. Il 26 gennaio, il direttore generale dell’Agenzia di intelligence nazionale (Agence Nationale de Renseignement, ANR), ha confermato che Ngoyi si trova in custodia presso di loro, ma non ha fornito ulteriori dettagli sul motivo del suo arresto o sul luogo in cui è stato rinchiuso. Le sparizioni forzate sono definite in base al diritto internazionale, come l’arresto o la detenzione di una persona da parte di funzionari governativi seguite da un rifiuto di riconoscere la privazione della libertà, o dal rifiuto di rivelare il destino o la sorte della persona. Le sparizioni forzate violano una serie di diritti umani fondamentali tutelati dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, cui il Congo aderisce, tra cui il divieto di arresto arbitrario e la detenzione; la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti; nonché l’esecuzione extragiudiziale. Pertanto alla luce di quanto detto si deve procedere perentoriamente alla sua scarcerazione e far pressione affinché ciò avvenga.]]>

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