,,,

Droghe leggere: finalmente un passo in avanti

l’organizzazione della conferenza internazionale del luglio 2015 e a partire da quel momento stiamo lavorando per ottenere un report di iniziativa  della commissione parlamentare LIBE sul tema. Il Parlamento Europeo da decenni non affronta tale tematica che, se trattata in maniera ideologica, può risultare estremamente divisiva. Ma oggi il dibattito internazionale è molto più maturo: basti pensare alle riflessioni sul tema da parte della Direzione Nazionale Antimafia piuttosto che la Global Commission on Drug, della quale fanno parte personalità internazionali del calibro di Kofi Annan. Finalmente, anche grazie alle nostre pressioni parlamentari, le cose cominciano a smuoversi anche a Bruxelles. Lo scorso 25 gennaio, durante un’audizione a Bruxelles (punto 7),  la stessa Commissione Europea ha chiesto pubblicamente che il Parlamento Europeo si esprima sul tema politicamente cruciale delle politiche in materia di droghe e segnatamente di quelle relative alla cannabis. La relazione 2016 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (organismo ufficiale dell’Unione Europea) chiarisce che la fetta di mercato della cannabis rispetto al mercato globale delle droghe in Europa è pari al 39%. Stiamo parlando di un volume d’affari stimato in una forbice tra gli 8 e i 13 miliardi di euro ogni anno. Continuiamo questo percorso europeo con un occhio attento sul dibattito parlamentare che si sta svolgendo al Senato sul disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis e sulla prossima Assemblea generale ONU sul tema che si terrà tra un paio di mesi. Nel frattempo porteremo avanti ogni iniziativa utile a tenere elevata l’attenzione parlamentare su scelte politiche così rilevanti per la salute dei cittadini e per la lotta alle organizzazioni criminali e mafiose transnazionali. Di seguito il testo dell’intervento di Ignazio Corrao, al quale la Commissione Europea ha replicato. “Ho letto il report presentato dalla Commissione Europea e vi invito a trovare un solo punto in cui emerge che l’approccio della World drug war sta avendo risultati eccellenti. La Direzione Nazionale Antimafia – l’autorità giudiziaria nazionale tra le più importanti a livello mondiale – ci dice chiaramente che come legislatori abbiamo il dovere sul tema delle droghe leggere di trovare soluzioni alternative ed efficaci. La stessa cosa emerge nel dibattito internazionale: il gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa lavora su un orientamento simile basandosi sulle valutazioni scientifiche, la Global drug commission, composta da personalità del calibro di Kofi Annan e Javier Solana, si batte per riscrivere le politiche fallimentari a livello mondiale. A luglio 2015 ho organizzato nell’ambito dell’intergruppo ITCO una tavola rotonda sul tema della valutazione dell’efficacia delle politiche in tema di droghe leggere, in presenza di Europol, Eurojust, UNODC, Consiglio d’Europa e società civile. Da quella conferenza è uscita una proposta di elaborare una risoluzione del Parlamento Europeo per la valutazione delle politiche in tema di droghe che è stata di recente inviata all’ufficio di presidenza della commissione parlamentare LIBE. Ritengo assurdo che l’ultimo report del Parlamento Europeo sul tema risalga al dicembre 2004. Il mondo è cambiato e il Parlamento deve tenere al suo interno un dibattito non ideologico, con dati scientifici alla mano. Nel report della Commissione Europea viene fuori che di 230.000 reati legati all’offerta di droga nel 2013, oltre il 57% riguarda la cannabis. L’uso è pari a 2.000 tonnellate annue e i sequestri si aggirano intorno al 10%. 80 milioni di europei hanno dichiarato di aver consumato cannabis almeno una volta. Dunque le nostre forze di polizia e i nostri magistrati dedicano la maggior parte delle proprie energie a contrastare un fenomeno i cui effetti psicoattivi non sono minimamente paragonabili in alcuna maniera alle nuove droghe sintetiche o all’eroina, senza peraltro ottenere risultati efficaci”.]]>

Condividi