Azione 9.3.2. Aiuti per sostenere gli investimenti nelle strutture di servizi socio educativi per la prima infanzia Descrizione della tipologia e degli esempi di azioni da sostenere Sebbene nel corso del precedente periodo di programmazione la Regione Sardegna abbia fatto importanti passi in avanti rispetto alla copertura del servizio per la prima infanzia (la % di bambini tra 0 – 3 anni che hanno usufruito dei servizi socio-educativi per la prima infanzia sul totale della popolazione in età 0-3 anni è passata dal 10% del 2004 al 12,9% del 2012), in particolare nei contesti urbani (nelle aree urbane di Cagliari, Sassari e Olbia, il numero di minori 0-3 anni è pari a 7.989 con un tasso di copertura del servizio pari al 19,6%),tanto da ottenere la premialità con gli Obiettivi di Servizio, il fabbisogno rilevato nell’analisi evidenzia la necessità di un ulteriore sforzo nelle aree interne della regione. La peculiarità delle suddette aree richiede, peraltro, l’utilizzo di un approccio strategico diverso rispetto a quello tradizionale che si basi su una duplice finalità: promuovere lo sviluppo economico dei territori e, al tempo stesso, migliorare la qualità della vita delle persone. Se infatti da un lato la presenza di servizi incide sulle scelte abitative di nuovi residenti (italiani e stranieri), dall’altro nelle aree interne le risorse finanziarie dei Comuni sono molto scarse e il problema dei servizi socio educativi deve essere posto in termini di programmazione intercomunale che tenga conto delle possibili sinergie con altre attività e con i servizi per la mobilità. D’altro canto i margini di miglioramento dei servizi per l’infanzia sono notevoli, soprattutto per quanto riguarda la spinta innovativa: attualmente l’offertasi concentra soprattutto sulla formula “classica” degli asili nido, con esperienze in aumento di nidi in famiglia. L’obiettivo è quello di sperimentare nelle aree interne azioni innovative in grado di affrontare le sfide della flessibilità e adattabilità alle esigenze delle famiglie, attraverso la presenza di servizi alternativi, come spazi mamme, assistenza domiciliare, sostegno alla genitorialità, spazio giochi, mediazione culturale. Sulla base di questi presupposti si intende operare, in stretta sinergia e complementarietà con gli interventi che l’amministrazione regionale ha recentemente approvato (DGR. 30/8 del 29 luglio 2014) da realizzarsi con le risorse premiali degli Obiettivi di Servizio, per incentivare progetti integrati con approccio flessibile e innovativo mirato alla risoluzione delle criticità che a tutt’oggi non hanno creato le condizioni per la nascita del servizio. Tale approccio passa innanzitutto per il rafforzamento dell’economia sociale – in coerenza con quanto previsto dal Position Paper in merito alla promozione delle imprese sociali che devono agire in maniera complementare rispetto all’azione pubblica e attraverso l’utilizzo dei SIE. In tale accezione, si intende finanziare interventi di sostegno al “privato sociale” che sarà chiamato a realizzare servizi socio educativi per la prima infanzia con la sperimentazione di bandi integrati. L’integrazione fra FSE e FESR si sostanzia nella complementarietà degli interventi previsti, ovvero, se da un lato con il FESR si intende sostenere il sistema del Terzo Settore affinché lo stesso provveda ad erogare servizi alla prima infanzia in aree “marginali” (offerta di servizi), dall’altro, attraverso il contributo del FSE, sarà possibile erogare voucher per l’acquisizione dei servizi socio educativi alla prima infanzia (sostegno alla domanda di servizi). Contributo atteso al perseguimento dell’obiettivo specifico L’azione mira a sostenere il privato sociale al fine di migliorare la distribuzione dei servizi per la prima infanzia nelle aree territoriali considerate “marginali o più fragili” e, pertanto, garantire un migliore accesso ai servizi di cittadinanza per la popolazione residente. L’azione impatta in maniera diretta sul miglioramento dell’offerta di servizi alla prima infanzia e, al contempo, contribuisce, attraverso il sostegno all’offerta, all’attivazione di meccanismi di conciliazione tra cura e lavoro e alla partecipazione femminile al mercato del lavoro. Principali gruppi di destinatari: Popolazione residente nelle aree interne con priorità ai nuclei familiari a basso reddito con figli (minori 0-2 anni, famiglie e genitori single). Territori specifici interessati: Aree interne e territori interessati dall’approccio territoriale integrato (SRAI e SNAI) Beneficiari: Terzo Settore, privato sociale e imprese sociali senza fini di lucro del territorio regionale Gli interventi interesseranno gli organismi senza fini di lucro che operano in specifiche aree interne prive del servizio in cui si ravvisi un congruo fabbisogno (in termini di numero di bambini), con priorità ai nuclei familiari e genitori single a basso reddito. I principi applicati per la selezione saranno orientati a valorizzare l’innovazione, la capacità di instaurare reti e sistemi territoriali di qualità e l’occupazione femminile.]]>