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Accordo UE-SADC. Chi ci guadagna

Il 10 ottobre 2016 è entrato in vigore l’accordo di partenariato economico con i paesi dell’Africa Australe (SADC in sigla), composto precisamente da Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Swaziland e infine Angola che attualmente ha solo uno status di osservatore ma potrà aderire in futuro. L’accordo, orientato allo sviluppo permette ai cinque paesi di avere accesso immediato al mercato europeo in esenzione da dazi e contingenti. Gli accordi commerciali di partenariato economico (APE) costituiscono un pilastro fondamentale delle relazioni UE-ACP, nello specifico, questo accordo prevede un’intensificazione delle relazioni commerciali tra Europa e Africa australe che contribuirà allo sviluppo dei paesi firmatari e ad una loro maggiore coesione e collaborazione. L’Unione europea è il maggiore partner commerciale degli Stati della SADC aderenti all’APE. Nel 2015, l’UE ha importato merci da tale regione, soprattutto minerali e metalli, per un valore di quasi 32 miliardi di euro. Un valore grosso modo analogo hanno fatto registrare le esportazioni dell’UE nella regione, principalmente prodotti di ingegneria, chimica e dell’industria automobilistica. Il valore totale degli scambi commerciali tra l’UE e gli Stati della SADC aderenti all’APE (compresa l’Angola) ammonta a 63 miliardi di euro.Il pieno sfruttamento del potenziale economico del settore privato e il rafforzamento degli scambi commerciali sono essenziali per il nuovo programma mondiale a favore dello sviluppo nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile” ha evidenziato Neven Mimica, commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo. Ai beni provenienti dall’Ue, in particolare vini e prodotti alimentari, verranno riconosciute sui mercati sudafricani le denominazioni geografiche e tradizionali, a tutela della loro qualità. Anche il Sudafrica vedrà alcuni suoi prodotti con indicazioni geografiche particolari. Ma queste misure saranno efficaci per assicurare la protezione e il commercio dei prodotti europei? Oppure essi risentiranno dell’ingresso dei nuovi prodotti africani esenti da dazio? Sono state espresse a tal proposito gravi preoccupazioni nei confronti dell’accordo appena siglato, soprattutto per i risvolti negativi che esso potrà sortire nel settore agrumicolo. In Italia, Confagricoltura parla di prevedibili danni ai produttori. Nonostante ci sia chi sminuisce il problema considerando che la quantità degli agrumi esportati sarà molto limitata e non produrrà effetti nefasti. I timori sono che la nuova offerta di prodotto potrebbe facilmente incidere sui prezzi determinandone una contrazione, oltre ai possibili problemi di tipo fitosanitario, poiché in Africa australe è diffusa una patologia chiamata CBS (Citrus Black Spot) che potrebbe aggiungersi al già dilagante e distruttivo virus Tristeza (CTV) andando a decimare gli agrumeti nazionali.]]>

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