Ignazio Corrao M5S Eu, rende nota risposta della Commissione Europea su responsabilità della Regione per tutela dei grani antichi. L’eurodeputato:“Cracolici fa solo spot, dal Born in Sicily al PSR che peraltro, non è suo ma dell’Europa. Si preoccupi di fornire dati per valorizzazione dei grani antichi” “Piuttosto che venire in Sicilia a fare spot elettorali con i soldi pubblici, perchè il primo ministro Matteo Renzi non racconta ai siciliani come il suo Governo consenta che il grano tossico in arrivo dal Canada venga regolarmente mischiato con il grano siciliano per abbassarne i livelli di micotossine? La realtà raccontata nei teatri al chiuso da Renzi, Castiglione, Martina e Cracolici è ben diversa da quella dei campi. È bene che si sappia”. A dichiararlo è l’eurodeputato M5S Ignazio Corrao rendendo nota la risposta all’interrogazione alla Commissione Europea a firma dello stesso Corrao in cui si chiedeva se la Sicilia stesse agendo ed in che termini per la valorizzazione dei grani antichi siciliani. “Ebbene, anche in questa occasione – spiega Corrao – così come abbiamo dimostrato anche per la recente richiesta bluff dello Stato di Crisi per il settore cerealicolo siciliano, dalla Regione Siciliana nulla si muove. L’Europa ha risposto che valorizzare i grani antichi è compito della Regione. Peccato che nel frattempo l’assessore Cracolici dorma sonni tranquilli e si svegli solo per fare congressi spot e vantarsi del PSR che peraltro non è suo ma sono risorse che arrivano da Bruxelles. Quello che dovrebbe fare la Regione è dare una svolta al comparto cerealicolo in ginocchio e valorizzare i grani antichi. Ma questo non succede. Perchè puntare sui grani antichi? In tutti questi anni l’Europa ha permesso di fare entrare grano-immondizia senza alcun controllo, distruggendo l’economia cerealicola siciliana. Non possiamo illuderci di competere con le grandi multinazionali canadesi in una guerra impari, mitra contro freccette, proprietarie di grandi appezzamenti da migliaia di ettari contro i nostri piccoli appezzamenti, di massimo 100 ettari. E’ chiaro che la competizione è a perdere. I grani canadesi possono entrare nel territorio siciliano senza problemi. Forti anche di regole a loro favore. Per esempio in Canada il tetto massimo per le micotossine (1000 ppb) pericolose per la salute è più basso rispetto all’Europa (1750 ppb). La conseguenza – aggiunge l’europarlamentare – è che se c’è un carico di frumento canadese con un valore di micotossine di 1500 ppb, perché magari ha nevicato o piovuto, i canadesi decidono di salvaguardare sé stessi e quel frumento non lo possono dare neppure agli animali. Così lo caricano in mare diretto verso l’Italia: alla fine ce lo prendiamo noi perché abbiamo un tetto più alto. Succede anche che se il Canada dovesse mettere in vendita frumento con una soglia maggiore anche rispetto all’Italia, per esempio 2000 ppb, l’Italia lo acquista lo stesso. La soluzione adottata nel nostro Paese è semplice, il prodotto entra in Italia, viene portato nei centri di stoccaggio, viene mescolato con frumento siciliano per dimezzare il valore delle micotossine ed il gioco è fatto. Valori entro il tetto massimo. Questo scandalo deve finire. Ecco perché dobbiamo puntare sui grani antichi, che sono la nostra eccellenza, che tutto il mondo ci invidia per le straordinarie proprietà nutritive”. Oggi in Sicilia, nel 2015, sono stati seminati a grano duro circa 290.000 ettari, ma di questi solo qualche migliaio sono coltivati a “grani antichi”. Hogan nella sua risposta afferma che per poter essere commercializzate, le varietà devono essere registrate come varietà da conservazione. In Sicilia solo 3 varietà su 52 sono registrate. Si tratta del grano tenero “Maiorca”, e i grani duri “Timilia” e “Stracciavisazzi”. Questo significa che solo il grano e la pasta di queste 3 varietà possono essere commercializzate. “Nel frattempo – sottolinea Corrao – la Regione latita. In teoria esiste una commissione regionale tecnico scientifica che dovrebbe occuparsi della registrazione delle varietà vegetali da conservazione, e dunque occuparsi anche dei grani antichi. Ma da anni la Commissione sui grani antichi è ferma. Le richieste degli agricoltori sono bloccate in Assessorato e se perdiamo ancora tempo c’è addirittura il rischio che altre Regioni o Nazioni attingano al nostro straordinario patrimonio genetico facendo loro alcune nostre varietà importanti. La Regione è capace solo di provvedimenti vetrina, come la legge sul Born in Siciliy, ma nella realtà se ne infischia, latita e abbandona l’unica risorsa che potrebbe fare uscire la Sicilia cerealicola dalla crisi. Per questo chiediamo a gran voce che la Commissione Europea si riattivi nel riconoscimento e certificazione dei grani locali e che avvii tutte le procedure affinchè i grani locali possano essere registrati nel registro nazionale delle varietà e valorizzati. Il suo ruolo è cruciale. Inoltre – conclude l’eurodeputato alcamese – appoggiamo il lavoro instancabile dell’associazione Simenza”. Simenza è un’associazione culturale che racchiude 120 soci tra agricoltori, scienziati, giornalisti, chef, panifici, pastifici, mulini, che sta guidando il movimento di riscoperta dei grani antichi siciliani e si propone come collettore della rete di custodi dei grani antichi, a fronte della straordinaria varietà di grani antichi, ben 52 popolazioni differenti di frumento e 250 varianti.]]>