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Annual Report on Human Rights

L’Annual Report sui diritti umani e la democrazia nel mondo è un documento che, se redatto con la dovuta attenzione e perizia, riesce a fornire un riassunto schematico dei principali argomenti affrontati nell’arco di tutto l’anno precedente e può anche delineare alcune tra quelle che saranno le sfide dell’anno a venire, in base a quelle che si stanno affrontando nel presente. Si tratta di un documento che viene pubblicato annualmente dall’Unione Europea per fare il punto della situazione circa i diritti umani e la democrazia; quali sono state le conquiste e quali le sconfitte, quali traguardi sono stati raggiunti e quanti e quali devono ancora essere individuati e perseguiti. Ma anche per dare uno sguardo d’insieme all’anno appena scorso e rapportarlo a quelli precedenti e fare i dovuti raffronti e paragoni per accertare se ci sono stati complessivamente sviluppi e non involuzioni. Teoricamente, visto il nostro impegno teso al raggiungimento di standard sempre migliori, non si dovrebbe mai verificare un’involuzione, ma piuttosto un costante progresso. Tuttavia non è certo che ciò avvenga, ma dipende anche dalle problematiche che sorgono di anno in anno. Quest’ultimo è stato un anno che, dal punto di vista della difesa di diritti umani e democrazia, ha messo a dura prova noi tutti globalmente. E in certi momenti e persino sembrato che non si potesse trovare pace nel mondo, finita una guerra ne scoppiava un’altra. Quest’anno sembra chiudersi con la riconquista di Aleppo dalle grinfie dell’ISIS. Una triste parentesi sembra chiudersi, spero definitivamente, e se ne apre una nuova, quella della ricostruzione e del risanamento. Ma il processo di pace richiederà ancora qualche tempo e non sarò così ingenuo da pensare che con la cacciata dei terroristi da Aleppo i problemi saranno risolti. Pertanto non ci resta che restare vigili e lavorare assiduamente per la promozione e la protezione dei diritti umani. Nel Report di quest’anno sembra si siano fatti alcuni passi avanti rispetto ai documenti redatti precedentemente, raggiungendo una maggiore sistematicità, ho notato una buona sintesi delle problematiche affrontate, abbastanza esaustiva, che è riuscita ad analizzare problemi globali senza soffermarsi a considerare singoli “casi-paese”, poiché effettivamente non è questo il compito che gli è stato demandato. Come ho accennato nel mio intervento che potete visualizzare qui di seguito, ho apprezzato particolarmente i paragrafi riguardanti diritti dei popoli indigeni e difensori dei diritti umani, in quanto attualmente essi stanno affrontando coraggiosamente battaglie sanguinose e impari di fronte a nemici potenti e senza scrupoli. Sottolinearlo nel rapporto vuole essere un invito a sostenerli in queste battaglie, un invito ad unirsi alla loro causa. Il paragrafo “Trade, business and human rights” riguarda proprio la problematica sopracitata. Ancora oggi purtroppo la libertà di espressione e pensiero sono gravemente minacciate a livello globale, pertanto molto deve essere fatto in tale ambito. Un modo per essere più efficaci, sarebbe riuscire a raggiungere con la nostra voce e con la nostra presenza anche quei luoghi che finora sono sembrati reconditi e dimenticati, perché è proprio lì che le nostre azioni assumono maggiore incisività e importanza. Poi, c’è naturalmente il paragrafo dedicato a “Migrants, refugees, asylum seekers and internally displaced persons”. Che ci vede coinvolti in prima persona, sul nostro territorio. Uno dei principali obiettivi con cui si aprirà il nuovo anno sarà appunto quello di dare delle risposte soddisfacenti nella gestione dei flussi di rifugiati. Niente più morti in mare. Niente più Calais. Niente più muri. Niente refoulement. Bensì una politica ragionata e regolata, effettiva ed efficace che operi non solo alle frontiere ma anche all’interno dei paesi di provenienza e negli stessi Stati Membri.   https://www.youtube.com/watch?v=y7wd6Io9K94  ]]>

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