ECCO IL CODICE ETICO DEL PD. ANALIZZIAMOLO PUNTO PER PUNTO

In queste ore, molte “punte di diamante del PD”, stanno facendo a gara a chi ha più spazio sui giornali per commentare e sfottere il codice comportamentale che abbiamo votato sul blog, in caso di coinvolgimento dei nostri portavoce in vicende giudiziarie. A me è subito sorta spontanea una domanda: Ma qualcuno ha mai letto il codice Etico del Partito Democratico? Lo sono andato a cercare e leggendolo devo dire che è davvero molto bello. Peccato che però non viene rispettato praticamente nulla! Somiglia un po’ al programma elettorale che portano quando si candidano a governare le nostre città, regioni o la Nazione stessa. Lasciando le macerie ovunque passano. Sono 6 punti, solo 6, ma tutti spassosissimi, leggiamoli insieme: 1.Premessa 1.1. Le donne e gli uomini che aderiscono al Partito Democratico riconoscono nella Costituzione italiana la fonte primaria delle regole della comunità politica. Considerano i suoi principi, insieme a quelli sanciti nelle Carte sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, il riferimento di un impegno politico al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza. 1.2. Oltre al rispetto doveroso delle leggi, l’adesione al Partito Democratico impegna a comportamenti ispirati ai principi etici contenuti in questo Codice. Si come no… il bene comune, o meglio il bene degli iscritti al PD, di tutti gli inutili avanzi di segreteria da piazzare a destra e sinistra per continuare a bivaccare con denaro pubblico. Il PD è un partito che si è sempre contraddistinto per misure contro il popolo e a favore dei suoi rappresentanti e mandanti, noto per chiedere sacrifici a chi lavora per poter mantenere tutto un esercito di parassiti utili solo a determinare il consenso necessario alla permanenza al potere dei dirigenti dello stesso PD. Spesso il PD agisce contro il popolo senza alcuna vergogna e in modo palese, vedasi il recente governo Gentiloni in cui è stato confermato tutto il disastroso governo Renzi a partire dal conflitto di interessi vivente lady Etruria Boschi.

  1. Principi di riferimento dei comportamenti individuali e collettivi
2.1. Le donne e gli uomini del Partito Democratico sostengono l’autonomia della politica, perché sia credibile e rafforzi il rapporto di fiducia con i cittadini. Ritengono che la politica debba assolvere la sua funzione pubblica senza essere subalterna ad alcuno. Al tempo stesso, concepiscono la politica come aperta all’ascolto della società e dei suoi bisogni, rispettosa delle altre autonomie, non autoreferenziale e soprattutto lontana da qualunque pretesa di invadenza e di lottizzazione. 2.2. Le donne e gli uomini del Partito Democratico considerano il pluralismo una ricchezza e scelgono il confronto democratico come metodo per ricercare sintesi condivise. Riconoscono e promuovono il principio di laicità della politica e delle istituzioni. Si impegnano perché le differenze non siano ostacolo alla partecipazione ma opportunità di dialogo e di crescita, e perché i diritti e le libertà si impongano sul razzismo e sulla violenza. Contrastano ogni forma di discriminazione nel nome dell’uguaglianza sostanziale. Il contributo delle donne e degli uomini immigrati è caratteristica propria dell’identità del Partito Democratico, che con loro si propone come un’esperienza politica aperta ed interculturale. 2.3. Le donne e gli uomini del Partito Democratico assicurano l’uguaglianza di genere, nel segno del rispetto e della piena partecipazione politica delle donne. Adottano tempi, modalità e stile della loro attività politica che tengano conto delle responsabilità lavorative, professionali, familiari delle persone. Assumono la democrazia paritaria come criterio di comportamento nel partito, negli organismi collegiali e in quelli monocratici, come elemento di valutazione delle decisioni prese e delle attività svolte. Per questo, gli organi nazionali del Partito Democratico sono tenuti a verificare costantemente il rispetto delle previsioni statutarie in ordine alla parità di genere e a quanto sopra previsto. 2.4. Le donne e gli uomini del Partito Democratico vivono l’impegno politico con responsabilità e, per questo, sentono il dovere di confrontarsi e di dare conto del proprio operato. Promuovono le capacità e le competenze, nella convinzione che il riconoscimento dei meriti, del lavoro svolto e dell’esperienza acquisita, così come il rinnovamento dei gruppi dirigenti, diano qualità all’azione politica. Sostengono un modello di comunicazione basato sull’ascolto, sul dialogo, sulla chiarezza di espressione. Si impegnano a condurre il confronto con “volontà d’intesa”, ricercando cioè una reale interlocuzione. Favoriscono la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive. 2.5. Le donne e gli uomini del Partito Democratico ispirano il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà . Mantengono con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali. Non abusano della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite.   Si come no… La politica del PD è assolutamente subalterna a poteri terzi. Dalle grandi banche d’affari alla grande finanza passando per gli interessi delle multinazionali, come nel caso dei trattati di libero scambio che stanno ammazzando la nostra agricoltura. Loro dicono che li vuole Bruxelles, omettendo di dire, con la complicità dei cinegiornali amici, che l’Italia è un paese fondatore dell’UE e che se i propri rappresentati volessero, potrebbero fare le barricate in difesa dei nostri interessi. A proposito di immigrazione, in realtà, questa viene vista e usata dal PD come business, basti pensare a Buzzi e Carminati di mafia Capitale, organizzazione che ha dilaniato Roma e ha creato un sistema criminale di gestione dei migranti in tutta Italia. Il PD per bocca del suo “grande capo” del settore Buzzi, considera la gestione dell’ospitalità dei migranti più redditizia del traffico di stupefacenti. A proposito di rinnovamento dei gruppi dirigenti e qualità, c’è poi da farsi delle grasse risate. Basta dare un’occhiata ai curriculum vitae dei loro dirigenti o dei loro Ministri e sottosegretari per farsi grasse risate e notare che la gran parte di loro non ha mai lavorato un giorno fuori dal partito e non ha alcun titolo di studio e competenza. Ovviamente non è una sola questione di diplomi, è un fatto etico legato alle effettive capacità di gente che non ha alcuna arte o conoscenza. Scrivono di Sobrietà. Si come no, la stessa che usava Renzi con il suo nuovo aereo Airbus A340 simile all’Air Force One del presidente degli Stati Uniti, o le spese di Palazzo Chigi che sotto la gestione PD si sono moltiplicate così come si moltiplicano sistematicamente tutte le spese pubbliche, finalizzate ai loro interessi, ogni volta che toccano qualcosa.
  1. Responsabilità personale e autonomia della politica
3.1. Le donne e gli uomini del Partito Democratico s i impegnano, in particolare, a: a) rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi o decisioni che abbiano una diretta incidenza, specifica e preferenziale, sul patrimonio personale, del proprio nucleo familiare o dei conviventi, ovvero dei parenti o affini; b) rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi esecutivi nel Partito (incarichi monocratici nelle città capoluogo di provincia, a livello provinciale, regionale e nazionale; incarichi negli organi collegiali esecutivi di Partito a livello regionale e nazionale) qualora, a causa del ruolo ricoperto in imprese, associazioni, enti o fondazioni, aventi scopo di lucro o titolarità prevalente di interessi economico¬-finanziari, possa configurarsi un conflitto di interessi tale da condizionare i propri comportamenti; c) non appartenere ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno, tali da porre in pericolo il rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità delle pubbliche istituzioni; d) svolgere campagne elettorali con correttezza ed un uso ponderato e contenuto delle risorse, finanziate in modo trasparente e sempre accompagnate da un rendiconto finale, senza avvalersi per fini personali della pubblicità o comunicazione istituzionali. Si impegnano, inoltre, ad evitare forme di propaganda invasiva, nel rispetto dell’ambiente e del decoro urbano. 3.2. Ciascun dirigente, ogni componente di governo a tutti i livelli, le elette e gli eletti nelle liste del Partito Democratico si impegnano a: a) comunicare all’organo di garanzia territorialmente competente, ai sensi dello Statuto, le situazioni personali che evidenziano o possono produrre un conflitto di interessi, ovvero condizionare l’attività del partito o lederne l’immagine pubblica, in primo luogo nel caso di esistenza di un procedimento penale o di adozione di una misura di prevenzione nei propri confronti. Gli stessi, ove impegnati a livello europeo, nazionale, regionale, provinciale e nei capoluoghi di provincia, comunicano, inoltre: ¬ la proprietà , la partecipazione, la gestione o l’amministrazione di società ovvero di enti aventi fini di lucro; ¬ l’appartenenza ad associazioni, organizzazioni, comitati, gruppi di pressione che tutelino o perseguano interessi di natura finanziaria, nonché i ruoli di rappresentanza o di responsabilità eventualmente ricoperti ovvero il loro sostegno; b) assolvere con competenza, dedizione e rigore le funzioni ricoperte, senza cumulare incarichi che precludano di svolgere compiutamente la responsabilità affidata, evitando in particolare, di: ¬ sommare più funzioni monocratiche interne al partito; ¬ assumere o ricoprire contemporaneamente più cariche istituzionali elettive; ¬ cumulare una funzione monocratica interna al partito con la titolarità di una carica istituzionale monocratica di equivalente o analogo livello territoriale, fatta eccezione per l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri; c) rendicontare, con una relazione dettagliata, le somme impegnate individualmente o i contributi ricevuti da terzi e destinati all’attività politica ovvero alle campagne elettorali o alle competizioni interne al partito; d) evitare l’uso strettamente personale e lo spreco dei beni e delle risorse messi a disposizione in ragione dell’incarico svolto. Evitare, inoltre, l’impiego ingiustificato di risorse, ad esempio nel caso di acquisto di beni e arredi destinati all’ufficio, sia istituzionale che di partito; e) rifiutare regali o altra utilità, che non siano d’uso o di cortesia, da parte di persone o soggetti con cui si sia in relazione a causa della funzione istituzionale o di partito svolta. f) utilizzare i mezzi di comunicazione per favorire una informazione corretta dei cittadini sulle questioni politiche ed istituzionali. 3.3. Ogni componente di governo a tutti i livelli, le elette e gli eletti nelle liste del Partito Democratico si impegnano a: a) rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi esecutivi nelle fondazioni aventi la titolarità prevalente di interessi economico¬-finanziari, in imprese pubbliche, in società a partecipazione pubblica, salvo che l’incarico derivi da obbligo connesso alla funzione svolta; b) rendicontare periodicamente, attraverso strumenti informativi e/o iniziative pubbliche, l’attività politica o istituzionale svolta anche con forme di corrispondenza con i cittadini e/o gli elettori. 3.4.Ogni componente di governo, a tutti i livelli, del Partito Democratico si impegna a: a) non conferire né favorire il conferimento di incarichi a propri familiari o, tranne che negli uffici di personale collaborazione, a persone con cui si abbiano rapporti professionali; b) avvalersi di consulenze esterne soltanto in condizioni di effettiva necessità , con adeguate motivazioni e con modalità di piena trasparenza; c) astenersi dal partecipare a manifestazioni pubbliche organizzate contro il governo e la giunta di cui si fa parte, senza trarne le dovute conseguenze. 3.5. Ogni responsabile delle risorse finanziarie del Partito Democratico si impegna a garantire, ad ogni livello, una gestione trasparente dei finanziamenti pubblici e privati ricevuti. L’entità dei finanziamenti ed il loro utilizzo sono resi pubblici e i relativi dati sono accessibili a chiunque. Anche qui  vien da ridere, o meglio da piangere. Basta scorrere i vari sottopunti per far saltare in mente ogni cosa contraria. Tutto il PDS-DS-PD deve il suo potere all’alleanza con interessi finanziari e bancari (vedi MPS). Quindi dall’incompatibilità particolare di Maria Elena Boschi si arriva all’incompatibilità generale degli uomini del PD con le funzioni di interesse pubblico (e alla loro compatibilità, per contro, con Verdini), perché il PD è partito fiduciario di questa classe bancaria, che ha interessi e prassi in conflitto con quelli della popolazione generale. A prescindere degli scandali individuali (che grazie al ruolo dei media mainstream sono stati mitigati alla pubblica opinione) la classe bancaria privata e sovranazionale, dopo essersi impossessata della Banca d’Italia, si impossessa delle istituzioni dello stesso Stato, del parlamento, del governo, del CSM, della Corte Costituzionale, estromettendo di fatto il ruolo dell’elettorato. Il PD si conferma quindi collaterale alla grande finanza. Il PD ha utilizzato e continua a farlo i media mainstream, come gran cassa. De Benedetti è uno dei casi più eclatante (peraltro è anche uno di quelli ad aver preso tanti soldini dalla MPS che ora devono salvare gli italiani). Giornali e tv prendono milioni e milioni di euro di soldi pubblici, di sacrifici degli italiani, sotto forma di finanziamento all’editoria, per rendere un servizio solo a se stessi e a partiti come il PD, potremmo fare decine di esempi molto noti, tra questi anche il “settimanale di provincia” del figlio di Poletti, che per il servizio reso nella provincia di Ravenna ha beccato 520.000 € solo negli ultimi 3 anni. Non dobbiamo dimenticare le quote pubblicitarie, le campagne promozionali ministeriali ed ancora gli spazi elettorali a pagamento, inserzioni e spot. Possono questi fiumi di denaro non influenzare le linee editoriali? Certo che si. Secondo voi, se un giornale non vende più copie (sono tutti in pesante calo), come volete che vadano avanti se non con i contributi pubblici all’editoria? E chi li paga? Li paghiamo noi tutti, con le nostre tasse. Ricapitolando, noi, dalle nostre tasche, paghiamo i giornali che non raccontano più la verità sostanziale di fatti e cose, ma fanno da cane da guardia a chi gli dà l’osso.
  1. Leale collaborazione e sostegno alla vita del partito
Le donne e gli uomini del Partito Democratico si impegnano a: 4.1. contribuire personalmente all’attività del partito con uno specifico onere di concorso economico, proporzionale alle indennità percepite per coloro che sono eletti ovvero designati nelle istituzioni; 4.2. adottare e rispettare percorsi decisionali partecipati, trasparenti, motivati, rispettosi del pluralismo di posizioni politiche e culturali esistenti; 4.3. favorire l’informazione ed il coinvolgimento degli aderenti e dei sostenitori nella vita del Partito, evitando che le scelte organizzative producano forme di cristallizzazione interne ed esclusioni, discriminazioni o condizionamenti, e garantendo che gli orientamenti politico-¬culturali contribuiscano ad una libera dialettica interna al Partito; 4.4. promuovere e rispettare le regole per la par condicio nella partecipazione alle competizioni interne, anche in relazione ai limiti di spesa e alle modalità di utilizzo delle risorse economiche; 4.5. favorire la parità di accesso ai servizi, alle risorse e ai beni comuni nonché il loro impiego corretto e trasparente; 4.6. incoraggiare l’impegno volontario e scegliere di mantenere tendenzialmente separato il rapporto di lavoro dipendente nel partito dagli incarichi politici; 4.7. adottare la competenza, la serietà dell’impegno, lo stile, il merito e le capacità personali come criteri prevalenti di discernimento e di valutazione delle persone in relazione agli incarichi e/o alla responsabilità che possono assumere, disincentivando ed evitando di premiare comportamenti trasformistici; 4.8. non diffondere o utilizzare, senza giustificato motivo, dati, informazioni o documenti riservati conosciuti o ricevuti in ragione dell’incarico svolto o dell’appartenenza al partito. Si, come no… Si passa dalle “quote di partecipazione” che sono un acquisto di posizione in lista e quindi in parlamento al contributo al partito, visto che non bastano le decine di milioni di euro di soldi pubblici che già prendono agli italiani di rimborsi elettorali. Poi a proposito di rispetto di pluralismo e partecipazione, saltano alla mente le recenti immagini delle varie feste de L’Unità, organizzate sul territorio, assolutamente chiuse e blindate ai liberi cittadini, come nel caso della festa organizzata ai giardini Bellini di Catania. kermesse autoreferenziale, con i docenti tenuti fuori dai cancelli e città blindate militarmente per paura che studenti o cittadini potessero sottolineare il proprio legittimo dissenso alle scellerate azioni di governo messe in campo proprio dai democratici uomini e donne del PD.
  1. Condizioni ostative alla candidatura e obbligo di dimissioni
5.1. Le donne e gli uomini del Partito Democratico si impegnano a non candidare, ad ogni tipo di elezione anche di carattere interno al partito¬ coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato: a) emesso decreto che dispone il giudizio; b) emessa misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione; c) emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva, ovvero a seguito di patteggiamento; per un reato di mafia, di criminalità organizzata o contro la libertà personale e la personalità individuale; per un delitto per cui sia previsto l’arresto obbligatorio in flagranza; per sfruttamento della prostituzione; per omicidio colposo derivante dall’inosservanza della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. 5.2. Le donne e gli uomini del Partito Democratico si impegnano a non candidare, ad ogni tipo di elezione ¬ anche di carattere interno al partito¬, coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, ricorra una delle seguenti condizioni: a) sia stata emessa sentenza di condanna, ancorché non definitiva ovvero a seguito di patteggiamento, per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione; b) sia stata emessa sentenza di condanna definitiva, anche a seguito di patteggiamento, per reati inerenti a fatti che presentino per modalità di esecuzione o conseguenze, carattere di particolare gravità ; c) sia stata disposta l’applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, previste dalla legge antimafia, ovvero siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della medesima normativa; 5.3. Le condizioni ostative alla candidatura vengono meno in caso di sentenza definitiva di proscioglimento, di intervenuta riabilitazione o di annullamento delle misure di cui al comma 2 lett. c). 5.4. Le donne e gli uomini del Partito Democratico si impegnano a non candidare, ad ogni tipo di elezione ¬ anche di carattere interno al partito¬: a) i proprietari o coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano a livello nazionale nel settore della informazione, ovvero il loro coniuge, parenti o affini; b) i proprietari ovvero coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano nel settore della informazione a livello locale, nel caso in cui l’organo di garanzia territorialmente competente previsto dallo Statuto accerti che ¬ per il rilievo dell’attività dell’impresa ¬ si possa determinare un sostegno privilegiato a loro esclusivo vantaggio. 5.5. Ove sopravvengano le condizioni di cui ai commi precedenti, gli eletti, i titolari di incarichi all’interno del partito, ovvero il personale di nomina politica, rassegnano le dimissioni dal relativo incarico. A questo punto è inutile commentare oltre, se avessero applicato questo punto la storia recente e i suoi interpreti sarebbero completamente diversi. Si può tranquillamente rispolverare il grafico Piovra che il Movimento 5 Stelle ha ricostruito nella primavera 2016, ma è sempre un utile promemoria, anche se per difetto… #TRIVELLOPOLI Federica Guidi, ex Ministro del Governo PD, citata nell’inchiesta; Maria Elena Boschi, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, citata nell’inchiesta Graziano Delrio, Ministro Infrastrutture (Governo – Pd), citato nell’inchiesta Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Pd), citato nell’inchiesta Marcello Pittella, Presidente della Regione Basilicata (Pd), citato nell’inchiesta Paolo Quinto, Capo della segreteria di Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, citato nell’inchiesta Vito De Filippo, Sottosegretario alla Salute, indagato per induzione indebita Vincenzo Robortella, Consigliere regionale PD, indagato Rosaria Vicino, ex Sindaco del Comune di Corleto Perticara, agli arresti domiciliari Giambattista Genovese, ex Vice sindaco del Comune di Corleto Perticara, sottoposto a misura cautelare. #GOMORRAPD Stefano Graziano, consigliere Regione Campania e Presidente PD Campania, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa; Biagio Di Muro, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (eletto con l’appoggio del PD), arrestato per corruzione aggravata. #MAFIACAPITALE Pierpaolo Pedetti, consigliere comunale e presidente della commissione Patrimonio, arrestato con l’accusa di corruzione aggravata Mirko Coratti, ex presidente del consiglio comunale, arrestato Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa, arrestato Andrea Tassone, del Pd, ex presidente del X Municipio, ai domiciliari GLI ALTRI ESPONENTI DEL PD SOTTO ACCUSA (dal Fatto Quotidiano del 22 aprile 2016) Piemonte: Daniele Valle, consigliere regionale, ha patteggiato sei mesi per lo scandalo firme false. Rocco Fiorio, indagato nell’inchiesta sulle “giunte fantasma” Paola Bragantini, deputata PD, indagata per truffa aggravata. Andrea Stara (compagno della Bragantini) indagato per peculato nell’ambito dei rimborsi regionali. Giovanni Corgnati, consigliere regionale Piemonte, a processo per falso ideologico Davide Sandalo, ex presidente del Consiglio comunale di Casale Monferrato (Alessandria), sotto processo per concussione per induzione. Maura Forte, sindaco di Vercelli, a processo per falso ideologico Giuseppe Grieco, ex vicesindaco Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni Diego Brignoli, ex presidente del Consiglio comunale Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni Lombardia: Tiziano Butturini, ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, arrestato per corruzione Filippo Penati, accusato di corruzione e concussione (prescritto). Luca Gaffuri, capogruppo in regione, rinviato a giudizio per l’inchiesta spese pazze Carlo Spreafico, consigliere regionale, condannato a 2 anni Angelo Costanzo, consigliere regionale, condannato a 1 anno e 6 mesi Luigi Addisi, ex consigliere comunale, arrestato nel 2014 per riciclaggio e abuso d’ufficio con l’aggravante di aver favorito la ’ndrangheta. Massimo D’Avolio indagato per abuso d’ufficio Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta indagato a piede libero per favoreggiamento e falso. Mario Lucini, sindaco di Como, indagato per violazione alle norme edilizie e turbativa d’asta Maria Rosa Belotti, Sindaco di Pero, indagata per abuso d’ufficio Liguria: Antonino Miceli consigliere regionale, rinviato a giudizio per peculato e falso Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova imputata per omicidio colposo, disastro colposo, falso e calunnia. Raffaella Paita, indagata per omicidio e disastro colposo Franco Bonanini condannato a 7 anni e dieci mesi per vari reati Veneto: Giorgio Orsoni, ex sindaco di Venezia, è imputato di finanziamento illecito ai partiti. Giampietro Marchese, tesoriere del Pd, indagato per finanziamento illecito ai partiti Emilia Romagna: Marco Monari, indagato per peculato Damiano Zoffoli, europarlamentare, indagato per truffa e peculato Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, accusato di associazione a delinquere e truffa Virginio Merola, sindaco di Bologna, indagato per omissione d’atti d’ufficio, Toscana: Alberto Formigli, ex capogruppo Pd in Consiglio comunale di Firenze: condannato a tre anni e 9 mesi per corruzione e peculato. Leonardo Domenici. ex sindaco di Firenze, condannato a un anno e mezzo per omicidio colposo Bruno Valentini, sindaco di Siena, indagato per falso in atto pubblico, abuso di ufficio e truffa. Alessandro Cosimi, ex sindaco di Livorno indagato per vari reati Bruno Picchi, ex vicesindaco di Livorno, indagato per abuso d’ufficio Walter Nebbiai, ex assessore a Livorno, indagato per abuso d’ufficio Lazio: Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, indagato per abuso d’ufficio Giancarlo Lucherini, Bruno Astorre, Claudio Moscardelli,Francesco Scalia e Daniela Valentini, Enzo Foschi indagati per truffa e peculato Marco Di Stefano rinviato a giudizio per abuso d’ufficio truffa e falso Luigi Lusi, ex senatore romano del Pd, condannato a 8 anni per appropriazione indebita, Ignazio Marino indagato per truffa ai danni del’Inps Marche: Gianmario Spacca, ex governatore, indagato per peculato Vittoriano Solazzi, indagato per peculato Umbria: Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni, indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento Fabio Paparelli, vicegovernatore, a processo per le stabilizzazioni del personale nella Provincia. Abruzzo: Roberto Riga, ex vicesindaco L’Aquila, indagato per tangenti Puglia: Alberto Tedesco, ex assessore regionale, indagato per associazione per delinquere e corruzione Mimmo Consale, ex sindaco di Brindisi, ai domiciliari per tangenti Gianni Florido, ex presidente della provincia di Taranto, indagato per concussione Michele Conserva, assessore all’ambiente, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla concussione Donato Pentassuglia, ex assessore, Indagato per favoreggiamento Michele Mazzarano, consigliere regionale, sotto processo per finanziamento illecito ai partiti Fabiano Amati, consigliere regionale, condannato per tentato abuso d’ufficio; Gerardo De Gennaro, ex consigliere regionale, coinvolto in un’inchiesta su sei grandi opere edilizie a Bari Ernesto Abaterusso, consigliere regionale, condannato a un anno e 6 mesi Basilicata: Marcello Pittella, governatore della Basilicata è imputato in Rimborsopoli, indagato per corruzione elettorale e condannato dalla Corte dei conti Vincenzo Folino, deputato, indagato per peculato Giuseppe Ginefra ex assessore indagato per corruzione elettorale Federico Pace ex assessore indagato per corruzione elettorale Vito De Filippo indagato per induzione indebita Luca Braia. rinviato a giudizio per uso illecito di fondi regionali Campania: Vincenzo De Luca, governatore, imputato di associazione a delinquere e tentata concussione; abuso d’ufficio; indagato per concussione Nello Mastursi, ’ex segretario del Governatore, indagato per corruzione per induzione Enrico Coscioni, il consigliere per la Sanità, accusato di tentata concussione; Franco Alfieri, il consigliere per l’Agricoltura, indagato per omissione di atti d’ufficio Antonio Bassolino imputato di peculato. Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale condannato in primo grado a 10 anni per concorso esterno in associazione camorristica. Giosy Ferrandino sindaco di Ischia, sotto processo per tangenti Giorgio Zinno (San Giorgio a Cremano), raggiunto da un avviso di conclusa indagine. Calabria: Sandro Principe, ex sottosegretario, arresti domiciliari per voti in cambio di appalti e posti di lavoro ai clan. Orlandino Greco, consigliere regionale, indagato per corruzione elettorale e voto di scambio politico-mafioso L’ex assessore regionale Nino De Gaetano, arrestato e indagato per peculato Nicola Adamo, ex consigliere regionale, indagato per associazione a delinquere Antonio Scalzo, ex presidente del Consiglio regionale, indagato per peculato e falso Carlo Guccione ,ex assessore, indagato per peculato e falso Vincenzo Ciconte, l’ex vicegovernatore indagato per peculato e falso Michelangelo Mirabello consigliere regionale, è rinviato a giudizio per concorso in bancarotta. Sicilia: Elio Galvagno, ex deputato regionale, condannato a due mesi per un blocco dell’autostrada Pa-Ct nel 2010 Vito Daniele Cimiotta, consigliere comunale Marsala, indagato per voto di scambio Nino Papania, deputato, a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio Gaspare Vitrano è stato condannato a sette anni per concussione. Sardegna: Renato Soru, ex governatore, condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale
  1. Attuazione del Codice Etico
6.1. Lo Statuto indica l’organo competente ad accertare e a pronunciarsi circa le violazioni del Codice etico, la procedura da seguire e le sanzioni da adottarsi. Le donne e gli uomini che aderiscono al Partito Democratico riconoscono nella Costituzione italiana la fonte primaria delle regole della comunità politica. Dulcis in fundo, anche su questo punto, mentre nel M5S, i provvedimenti nei confronti di chi ha commesso degli errori, sono sempre stati puntuali, chiari e palesi (ricordiamo per chiarezza d’informazione che non esistono portavoce del m5s condannati, anche in primo grado, e quelli che hanno ricevuto avvisi di garanzia per reati non di opinione o atti dovuti, sono stati immediatamente sospesi). Nel PD, probabilmente, molti dei coinvolti in vicende giudiziarie invece fanno carriera…  ]]>

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