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Il degrado della Sicilia dei partiti a Bruxelles. Tra mancata programmazione e desertificazione della spesa

Continua l’operazione fiato sul collo del M5S in Sicilia e a Bruxelles sul governo Crocetta e sull’attività di avvio della programmazione Ue 2014-2020 e di certificazione della spesa 2007-2013 e 2000-2006. Stanchi di andare dietro a scadenze, proroghe, ricorsi e stratagemmi burocratici, proviamo a fare il punto della situazione sul pericolo “decertificazione” della spesa Ue: cioè il rischio di perdere i fondi europei. Senza scomodare i fantasmi del secolo scorso e della programmazione 1994-1999, abbiamo iniziato a monitorare la situazione dalla programmazione comunitaria 2000-2006, in cui risultano ancora in pericolo somme già spese e certificate. Seguiamo in tempo reale la preoccupante fase di certificazione della programmazione 2007-2013 che si concluderà il 31 marzo 2017 e che potrebbe causare un effetto domino sulla decertificazione della programmazione 2000-2006 per colpa dei cosiddetti “progetti Cavalli” o con i “Completamenti”. Infine, esprimiamo profonda delusione e preoccupazione per il mancato avvio della, non più nuova, programmazione 2014-2020. La responsabilità in questo caso è da addebitare tutta al governo Crocetta, unico responsabile della continuità distruttiva avviata dai dirigenti e politici che lo hanno preceduto e che ancora oggi lo affiancano. 2000-2006: il fallimento continua Il fallimento della programmazione 2000-2006 fu impostato dal Governo Cuffaro, avviato dal Governo Lombardo e che quest’anno potrebbe completarsi con il Governo Crocetta. Naturalmente non sarebbe una sorpresa, considerati i politici, dirigenti e burocrati che hanno operato ed operano tuttora con la benedizione del governatore Crocetta. In particolare, i conti siciliani attualmente stanno correndo due seri pericoli di trasformazione delle risorse e opportunità del passato in debiti fuori bilancio per il presente e il futuro. Il primo pericolo deriva dalla Causa T-91/16 in attesa di giudizio pendente presso la Corte di giustizia dell’Unione europea avverso le decisioni della Commissione Europea di decurtazioni sui quattro Fondi del POR Sicilia 2000-2006. In sintesi rischiamo € 342.944.124,37 di correzione sul POR FSE; € 407.002.142,77 del POR FESR, di cui € 57.650.324,34 di progetti non completati; circa € 38.000.000 tra FEOGA (€ 33MLN) e SFOP (€ 2MLN). In totale, circa 800 milioni a rischio. Ad oggi la sentenza non risulta calendarizzata. Il secondo pericolo è rappresentato dai progetti “Cavalli” e “Completati”, i primi sono i progetti configurabili a cavallo delle programmazioni 2000-2006 e 2007-2013, mentre i secondi sono progetti della programmazione 2000-2006 completati con risorse 2007-2013 altrimenti non utilizzati. Il pericolo dei progetti “Cavalli” e “Completati” è rappresentato dallo spauracchio di forzare il finanziamento di progetti vecchi, funzionali solo al raggiungimento degli obiettivi di spesa e certificazione, perdendo di vista il raggiungimento degli obiettivi di coesione politica e sociale. Perdita di vista che potrebbe portare alla decertificazione di ulteriori risorse 2000/2006. 2007-2013: il disastro compiuto Il disastro della programmazione 2007-2013 è un atto banditesco nei confronti della Sicilia e dei siciliani. La Sicilia aveva una grande opportunità: poteva spendere 4,3 miliardi della programmazione 2007-2013 per lo sviluppo. Ma dopo 8 anni, i dati aggiornati a dicembre 2016 ci dicono che sono stati certificati solo 3,75 miliardi, che corrispondono all’86%. Insomma, rimangono da certificare ancora 600 milioni entro due mesi. I danni più gravi di questa scandalosa gestione li hanno subito i settori più strategici. Nel turismo e nella cultura, su 474 milioni in 8 anni mancano ancora da certificare 109 milioni. E poi ancora i fondi per la ricerca e l’innovazione dove probabilmente perderemo 137 milioni. Stessa cosa per il settore “ambiente ed energia”, dove mancano all’appello 120 milioni, e lo sviluppo urbano sostenibile, dove rischiamo di perdere 103 milioni di euro. Nel frattempo, per velocizzare la certificazione dei fondi, la Regione sta imbarcando progetti di ogni tipo. Dai bocciodromi ai parcheggi, dalle piscine alle strutture che nulla hanno a che fare con i fondi per lo sviluppo siciliano. Centinaia di progetti vecchi, i cosiddetti “progetti retrospettivi”. Uno stratagemma ormai divenuto insopportabile di cui abbiamo letteralmente abusato. Si tratta di progetti che sono estremamente pericolosi perché si tratta di una procedura ad alto rischio e nasconde disastrosa carenza di progettualità. Sarà un’impresa difficilissima certificare tutte le risorse spese entro il 31 marzo 2017 – ossia il termine finale in cui tutte le opere dovranno essere rese funzionali e fruibili. Anche se, da fonti interne ci informano che, il “Diktat” del governatore è quello di certificare tutto, anche l’impossibile: La strategia dovrebbe essere la stessa che viene attuata dal 1999, certificare tutto e farsi decurtare il 25% della spesa totale. 2014-2020: un ritardo inaccettabile Nel frattempo il ritardo nell’avvio della programmazione 2014-2020 è diventato assolutamente inaccettabile. Dopo un anno e mezzo dall’approvazione del PO FESR, non c’è ancora lo straccio di un bando, non abbiamo un cronoprogramma che ci dica quando usciranno i bandi e che permetta agli imprenditori e i Comuni di organizzarsi. Tutto è nell’incertezza più totale. Nel frattempo però le imprese muoiono, i giovani con le idee migliori si rassegnano ai tempi lunghissimi e decidono di andare via, i Comuni continuano a restare abbandonati a loro stessi. Ultimamente lo ha denunciato anche la Corte dei Conti: non impariamo dal passato. Le lentezze di questi due anni della fase di avvio della nuova programmazione ce le porteremo dietro. Così rischieremo anche questa volta di perdere fondi alla fine del periodo 2014-2020 perché non avremo il tempo di spendere tutti i soldi a disposizione. In tutto ciò, a ritardare l’avvio della nuova programmazione contribuirà anche l’imminente profonda riorganizzazione regionale e la scadenza dei contratti dei dirigenti dell’amministrazione regionale che farà slittare ancora la partenza della macchina burocratica regionale che si occupa dei fondi UE. Non c’era mai stato un risultato così fallimentare nell’uso dei fondi europei. Cosa dirà ai siciliani Crocetta? Come giustificherà questa occasione persa? Come risponderà alla storia dei danni che ha fatto alla Sicilia?  ]]>

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