La Sicilia, nonostante le sue potenzialità naturali, non era pronta ad ospitare il G7: le infrastrutture sono ridicole, la rete ferroviaria è obsoleta, i ponti autostradali sono caduti.
Ma, come al solito, gli interessi delle grandi potenze capitaliste vengono prima dei bisogni reali e delle esigenze del popolo.
In un contesto in cui il territorio, l’agricoltura e la pesca vengono saccheggiati ad un ritmo spaventoso dalle multinazionali, l’emigrazione di massa aumenta, e si registra un tasso di disoccupazione giovanile al 60%, i leader mondiali hanno ben deciso di costruirsi una “Gabbia D’oro” a Taormina, spendendo 40milioni di Euro di soldi pubblici, di cui 10 soltanto per le riunioni. Riunioni costosissime, per decidere come, probabilmente, arrecare ancora più danno alla comunità, all’ambiente, nonché’ ai migranti e agli stessi turisti.
Mentre alberi d’ulivo secolari vengono abbattuti per la costruzione dell’elipista che permetterà ai “signori” un comodo atterraggio, i nostri cittadini impiegano giornate intere per spostarsi da una parte all’altra della Sicilia. Mentre si finge di volere risolvere il problema migranti, la recente direttiva Gabrielli blocca gli sbarchi; mentre si millantano gli effetti positivi che il G7 avrà sullo sviluppo turistico in Sicilia, lunghissime code e ritardi in aeroporto, dovuti alla sospensione provvisoria di Schengen, provocano disagi e malcontento tra i turisti.
Se i leader del G7 volessero davvero fare qualcosa per questa terra e il suo popolo, una passeggiata tra le vie dello Zen di Palermo e quelle di Librino a Catania potrebbe aiutarli a comprendere la vera realtà siciliana e i gravi problemi legati all’isola.
Il Movimento 5 Stelle difende i diritti dei cittadini che non possono calpestare il tappeto rosso dei grandi della terra, e porta avanti la loro voce all’interno delle istituzioni, non solo in questa occasione, ma ogni giorno.