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Ancora uno sgambetto alle nostre eccellenze meridionali

 

Avete presente quando sui quotidiani vedete i bei faccioni del sottosegretario all’agricoltura Castiglione, del Ministro Martina e soci che vi raccontano di come stanno promuovendo il nostro Made In? Di tutele e di grandi successi del Governo Renzi e poi Gentiloni? Bene, prendete quegli articoli e buttateli nella spazzatura perché abbiamo scoperto l’ennesima porcata che li sbugiarda!
Nessun prodotto agroalimentare del sud Italia infatti rientra nella protezione delle indicazioni geografiche nell’ambito dell’accordo di libero scambio con la Cina. Proprio così. Siamo venuti in possesso del documento sottoposto all’agenda della commissione Agricoltura convocata a Strasburgo in sessione straordinaria lunedì sera. E’ un documento che contiene le indicazioni geografiche tipiche (GI), ovvero quell’elenco di prodotti che ci mettono al riparo dagli effetti mortali degli accordi di libero scambio che l’Unione Europea continua a portare avanti. Il Governo Italiano ha infatti dato a Bruxelles un elenco di prodotti Dop e IGP che avendo questo marchio, dovrebbero essere messi al riparo dalla concorrenza mondiale quando l’europa fa accordi per commercio di libero scambio. Questo elenco contiene 100 prodotti da tutta Europa e 26 italiani. Sapete quali sono i riconoscimenti per i prodotti del meridione d’Italia? A parte la mozzarella di bufala Campana, Zero! proprio così, Zero. Non v’è traccia del nostro Nero D’Avola, del nostro Bianco d’Alcamo, del nostro olio extravergine o delle nostre arance. Non v’è traccia degli oli pugliesi, dei prodotti del Salento, di quelli sardi, calabresi o della Basilicata. Zero tagliato.

Evidentemente il Governo del nostro Paese non ritiene che il Sud Italia valga qualcosa. Anzi, ci lasciamo fregare dai tedeschi i cui politici sono stati capaci di far tutelare i loro vini che peraltro sono sofisticati a zucchero anziché a mosto concentrato come quelli italiani. Nella lista dei 100 prodotti che riconoscerà la Cina, vi sono solo prodotti afferenti a grossi consorzi che hanno maggiore presenza nella Grande Distribuzione Organizzata, come ad esempio il Parmigiano Reggiano, prodotti che in sostanza hanno già la possibilità di farsi rispettare nell’esportazione, mentre i piccoli, come il pomodoro di Pachino, se vogliono affacciarsi al mercato cinese, non godono di alcuna tutela e se vengono clonati, i nostri produttori non hanno gli strumenti economici ed amministrativi per difendersi.  

In Sicilia ad esempio, l’assessore regionale all’Agricoltura che si chiama Antonello Cracolici continua a pavoneggiarsi parlando di fondi europei che dovrebbero essere utilizzati per lo sviluppo della filiera. Peccato poi che il suo partito, il PD (di cui il ministro Martina è una bella punta di diamante…) non fa inserire nella lista dei prodotti da tutelare, neanche uno dei 30 DOP e IGP siciliani che rientrano nei circa 100 GI del mezzogiorno d’Italia. Ovviamente ci auguriamo che i nostri agricoltori e produttori ricordino bene questo dato e che rivolgano a Ministro, Sottosegretario e Assessore Regionale, il dovuto trattamento per essere stati continuamente presi in giro.  

La Sicilia avrebbe potuto ottenere molto di più se si fosse auto rappresentata se ci fosse stata una forza politica capace di negoziare direttamente con l’Europa.

Siccome l’IGP è una sorta di merce di scambio, i produttori meridionali, sono stati trattati alla stregua delle figurine di calcio da barattare con i cinesi. L’unica dimensione presa in considerazione per individuare questi 26 prodotti italiani che fanno parte della lista dei 100 è la dimensione economica, cosa che dovrebbe essere l’opposto in un negoziato: Il produttore di arance della Piana di Catania, se riesce ad aprirsi un varco nel mercato cinese, non avrà la potenza che avranno gli altri consorzi nel farsi pubblicità, nel potersi permettere una tutela legale in Cina. Ecco perché il Ministro Martina, il sottosegretario Castiglione o l’assessore all’Agricoltura Cracolici mentono sapendo di mentire, perchè quando parlando di valorizzazione di prodotti siciliani e di internazionalizzazione, fanno solo fuffa dato che poi quando c’è da mettere nero su bianco non fanno nulla di quello che promettono.

Tra i vantaggi che prevede il rientrare in quella lista, ci sono anche la possibilità di sovrapprezzo che arriva sino al 2000%. Sul piatto ci sono 100 prodotti europei e 100 prodotti cinesi, riconosciuti reciprocamente. A chi sta in quella lista, viene assicurato dalle autorità cinesi ed europee il massimo livello di protezione per il problema della contraffazione. Se ci sono ad esempio casi di clonazione del marchio, del packaging o contraffazione, non occorre che l’imprenditore italiano, vada a fare un’azione giudiziaria, a cercarsi lo studio legale cinese o a studiarsi il sistema giudiziario cinese, ma gli basterà un’azione amministrativa. Basterà notificare cioè l’esistenza di contraffazione per ottenere il giusto risarcimento, cosa che per un imprenditore piccolo sarebbe fondamentale.

La lista dei negoziati con la Cina prevede che fra quattro anni, possa essere allargata ad altri 160 prodotti sempre da tutta Europa, quindi, stando a queste premesse, la possibilità che possano essere inseriti anche prodotti del meridione d’Italia si affievolisce notevolmente. Morale, IGP e Dop non vengono presentati per quello che potrebbero rappresentare realmente, ovvero una tutela per la filiera corta e per le produzioni piccole e d’eccellenza che dovrebbero promuovere anche il territorio, ma come una forza negoziale da barattare per altri settori, da quello siderurgico a quello chimico.  

Tutti questi accordi, negli anni sono passati nel silenzio generale dei media italiani e per volontà politica del nostro Paese. I partiti, dal Partito Democratico a Forza Italia hanno in sostanza ammazzato la nostra agricoltura e il nostro Made In. Quando vedo agricoltori con le lacrime agli occhi per dover lasciare marcire i loro prodotti, mi sale una rabbia incredibile e vorrei che fossero tra le mura e i vetri del Parlamento Europeo per fargli vedere cosa votano i loro rappresentati a Bruxelles e Strasburgo. Il Movimento 5 Stelle è quì per rompere il gioco sporco dei partiti. Dateci una mano a diffondere queste battaglie.

Ecco la lista: EU GIs

Note TPC EU-China GI

L’intervento dell’eurodeputato M5S Ignazio Corrao in Parlamento Europeo a Strasburgo

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