Mentre in Italia conosciamo bene da anni l’istituto della confisca dei beni, in Europa continuano a fare orecchie da mercante.
Nel mio intervento, in qualità di relatore ombra del regolamento che riguarda il mutuo riconoscimento in Europa dei provvedimenti di congelamento e confisca, ho sottolineato quanto sia importante colpire il patrimonio delle organizzazioni criminali per minare concretamente e con effetto immediato la loro capacità di operare.
Mi sono soffermato in particolare sulla questione della confisca dei beni non basata sulla condanna, un’arma fondamentale nella lotta alle mafie.
Dalla prospettiva di un cittadino italiano sembra assurdo pensare di poter contrastare efficacemente le mafie senza questo mezzo, essendo il nostro un Paese in cui la criminalità organizzata è un fenomeno grave, invasivo e dagli effetti devastanti.
Il motivo per cui questo istituto non è ancora utilizzato negli altri stati dell’Unione risiede, a mio avviso, nell’erronea convinzione che esso leda i diritti procedurali dell’imputato. Questo non è vero. Le misure preventive italiane, infatti, hanno passato il vaglio della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in più di una occasione; l’imputato ha diritto ad essere ascoltato nel pieno rispetto del contraddittorio e ha la possibilità di appellarsi contro l’applicazione di queste misure. Quello che è importante qui è lo scopo di queste misure ovvero sottrarre tali beni alla disponibilità delle organizzazioni criminali.
E’ proprio per i motivi sopracitati che, parallelamente, nel Rapporto sulla direttiva sul contrasto del riciclaggio tramite il diritto penale, di cui sono relatore, ho introdotto un emendamento che introduce un nuovo articolo relativo alla confisca dei beni e dei proventi delle attività criminali.
Altro punto che ritengo rilevante è la corretta gestione dei beni confiscati, su cui purtroppo si sono verificate vicende spiacevoli. A tal proposito ho espresso il mio appoggio all’idea di riutilizzare i beni confiscati per fini sociali (evitando così abusi o la perdita di valore dei beni) e alla proposta di creare un fondo dell’Unione a tal fine.
E’ necessario che la confisca in assenza di condanna, istituto giuridico di provata efficacia (come nel caso italiano) sia riprodotto in tutti gli altri ordinamenti giuridici degli Stati Membri, per colpire direttamente il patrimonio della mafia e di tutte le altre organizzazioni criminali, anche al di fuori dei confini italiani.
L’intervento di Corrao in Commissione Libe del Parlamento Europeo dell’11 ottobre 2017