Dietro mostri come Riina e Provenzano ci sono sempre state sofisticate menti delle alte sfere dello Stato.
Riina era senz’altro cattivo ed efferato come pochi, ma senza un supporto dai piani alti non avrebbe mai potuto fare quel che ha fatto.
“Totò u curtu” era un brutale “viddano”, un mafioso rurale che per scalare insieme ai suoi compari la “Cosa Nostra” che fu, ha insanguinato strade e infangato per decenni il nome della nostra terra.
La sua storia è una storia squallida ed esemplificativa di quanto sia meschina la vita di chi prende quella strada. Si sentiva “il capo dei capi”, quindi il più alto in grado della categoria, credeva di essere il più scaltro e comandare tutti, ma se poi ci pensate un attimo ha passato mezza vita in isolamento in carcere e l’altra mezza a nascondersi come un topo di fogna dalla giustizia o da chi voleva ammazzarlo. Mentre chi lo manovrava come un burattino si godeva la sua bella vita.
Nella tomba si porta tanti segreti dello Stato e della politica siciliana ed italiana, ma si porta anche il fatto incontrovertibile di aver infamato a vita il suo paese, Corleone, e la sua gente. Così come la sua regione, la sua famiglia, il suo cognome ed anche il suo nome.
C’è qualcosa di bello o di cui essere fieri in tutto ciò?
Non sono in grado di esultare per la morte di un uomo, è questa la differenza tra noi e mostri come lui. Sicuramente mi rammarica sapere che, a decenni di distanza, non ci è consentito sapere come sono andate veramente le cose e la sua morte si porta dietro la possibilità di conoscere con esattezza come siano realmente andate le cose. Motivo per il quale, paradossalmente, quelli che hanno motivo di esultare oggi sono quelli che temevano che dalla sua bocca potesse emergere la verità.
Quel che sappiamo con certezza è che le vere menti dietro ai Riina e Provenzano sono ancora in libertà oppure sono morti senza infamia, senza rabbia, senza reazione sociale e spesso con tutti gli onori del caso.
Dovere di ogni siciliano è respingere, schifare e stigmatizzare uomini di merda come Riina, che ammazzava per il potere mafioso, ma anche non credere alla narrativa che fa di lui il capro espiatorio di tutto e ricercare con determinazione quella verità che a molti fa comodo nascondere. Una verità pesante che purtroppo ancora manca, ossia chi gli ha ordinato stragi e omicidi che non servivano al potere mafioso ma bensì a quello massonico e politico.
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