Il mese scorso, durante l’ultima sessione Plenaria a Strasburgo, ho denunciato i gravi casi di violazione dei diritti umani che si perpetuano nelle Maldive. In particolare la terza risoluzione sulle Maldive, della quale sono autore, invita all’introduzione del divieto di viaggio come strumento per ottenere un forte impatto sul governo. Difatti, il divieto di viaggiare (travel ban) produrrebbe una notevole perdita di una ampia fetta di mercato nel settore turistico. Le Maldive hanno un introito di circa 2 miliardi di dollari l’anno dal settore turistico, di cui il 60% è destinato alle quattro grandi potenze europee che hanno investito nell’isola: Italia, Germania, Francia e Inghilterra.
Ieri , con grande onore, ho accolto l’invito del ex Presidente delle Maldive Mohamed Nasheed ad incontrarmi a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo. Il presidente, assieme ad alcuni ex ministri, ha manifestato le sue preoccupazioni riguardo alle emergenti e gravi problematiche legate all’isola, con la speranza di trovare supporto dai rappresentanti del parlamento europeo.
Il presidente mi ha espressamente chiesto di riportare le sue preoccupazioni all’Alto Rappresentante Mogherini la quale, dal canto suo, non ha dato la sua disponibilità neanche per un saluto.
Nell’isola, oltre alle violazioni dei diritti umani già ampiamente denunciate, sta prendendo piede un forte radicalismo islamico. Le cellule jihadiste sono ormai infiltrate in svariati ambiti delle istituzioni chiave dello Stato (come ad esempio Difesa, immigrazione, istruzione) e collocate in ambiti strategici, come quello militare. Più di 400 tra radicalisti, jihadisti e salafiti sono infilarti nel settore della Difesa e, come se non bastasse, un salafita è stato messo a capo della Difesa. Nelle Maldive esiste ormai uno “Stato dentro lo Stato”.
Nonostante l’ISIS stia perdendo la guerra in Siria e Iraq, non si stanno registrando prigionieri. La paura più grande del Presidente sta nel fatto che questi combattenti possano spostarsi nelle Maldive, trovando supporto dalla forte rete già radicata all’interno dell’ isola, allungando le fila dei jihadisti, e provocando inevitabilmente la caduta del governo nei prossimi cinque anni.
Negli ultimi 3-4 anni nelle Maldive sono stati registrati 21 omicidi, nessuno dei quali indagato dalla polizia. Le cellule, spiega il Presidente, identificano i nemici – ovvero liberali, giovani, blogger, gente normale – per poi giustiziarli. Tale situazione potrebbe peggiorare se non viene fermata in tempo.
Il presiedente chiede chiarimenti ai vertici del settore turistico e alla Commissione Europea, che continuano a ignorare una situazione di tale pericolosità. Anche una sola bomba, di fatto, scoraggerebbe i turisti a recarsi nell’isola, con un impatto catastrofico sull’economia del paese (solo dall’Italia, ad esempio, sono stimati la media di 5 voli al giorno). Poco tempo fa un ordigno è stato disinnescato presso l’aeroporto, ma il governo ancora sembra non prendere alcune misure preventive.
Le elezioni che si terranno nell’Agosto 2018 sono di estrema importanza per decidere le sorti dell’isola. Personalmente mi impegnerò affinché una Missione di monitoraggio elettorale venga inviata alle Maldive per assicurare lo svolgimento di elezioni libere e democratiche e affinché la Commissione dia un seguito alle nostre richieste e alle risoluzioni presentate fino ad oggi.
L’intervento di Ignazio Corrao a Strasburgo del 5 ottobre 2017
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