Dopo la prima delegazione del 27 novembre, ad inizio settimana (il 5 dicembre) ho avuto il piacere di ricevere a Bruxelles ancora 30 studenti che hanno partecipato al bando che ho lanciato a fine estate “La scuola entra in Parlamento Europeo”, bando che ha consentito ad 80 persone, 60 studenti e 20 docenti accompagnatori di visitare Bruxelles e il Parlamento Europeo.
Ho voluto invitare gli studenti per consentire loro di poter conoscere cosa si fa materialmente nelle istituzioni europee e come l’attività che avviene a Bruxelles sia determinante per la vita di ogni cittadino europeo e non solo.
Anche in questa occasione le ragazze e i ragazzi dell’ultimo anno di 10 scuole superiori siciliane mi hanno letteralmente tempestato di domande, peraltro molto più puntuali e pertinenti di quelle che sentiamo spesso in televisione nei salotti patinati delle trasmissioni che vorrebbero affrontare il tema della politica. Così abbiamo parlato di scuola, dei provvedimenti che i miei colleghi nazionali stanno mettendo in campo, pur da forza di opposizione, per dare sostegno al sistema scuola. Un settore di fatto massacrato dai provvedimenti del governo attualmente in carica. Abbiamo parlato dei trattati che danneggiano la nostra economia e di come i rappresentanti italiani spesso non abbiano fatto gli interessi dei propri concittadini.
L’Europa in ogni caso è stata capace di assicurare un processo di pace e stabilità che, nonostante le mille ombre, assicura agli studenti venuti a Bruxelles di poter vivere senza il timore di bombe sulla testa. Dall’altra parte però proprio molti stati membri dell’Unione Europea sono complici dei disastri economici e militari che alimentano ad esempio i flussi migratori che in Italia ben conosciamo. Mi hanno chiesto in che modo le istituzioni possano operare per avvicinare i giovani alla politica. Anche questa è stata una domanda da un milione di dollari, se si considera che proprio il cattivo esempio dei rappresentanti politici italiani, ha di fatto provocato un allontanamento dei giovani.
Di fatto però qualsiasi scelta facciamo nella nostra vita, è fare politica. Facciamo politica quando siamo in un supermercato e dobbiamo scegliere che prodotti acquistare, se arance che provengono da Paesi che vengono dall’altra parte del Mediterraneo o arance nostrane. Se acquistiamo un capo d’abbigliamento che è stato prodotto da ragazzini sfruttati del Bangladesh o prodotti made in Italy. Se quella marca di caffè tanto sponsorizzata in tv dove si vede la famiglia perfetta far colazione, non arrivi invece da produzioni dove vengono sfruttati bambini in Sud America.
Insomma, è stato uno scambio molto stimolante per questo ringrazio i dirigenti scolastici, i docenti, le famiglie e gli studenti che ho avuto l’onore di ospitare qui a Bruxelles il 5 dicembre. Una esperienza che conto di ripetere anche il prossimo anno. Un saluto e un buon rientro a scuola agli studenti dell’Alessandro Volta di Caltanissetta, dei licei Classico e Scientifico Ugo Foscolo di Canicattì, dell’Istituto Enrico Medi di Leonforte, del Liceo Scientifico Farinato di Enna, dell´Itet Mario Rapisardi L. Da Vinci di Caltanissetta, del Salerno di Gangi, del Luigi Sturzo di Gela, del Liceo Classico Linares di Licata e del Leonardo Da Vinci di Piazza Armerina.