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LISTE PULITE, CORRAO (M5S): APPROVATA PROPOSTA M5S SU DIVIETO CANDIDATURA CONDANNATI PER RICICLAGGIO

Lunedì sera, in una seduta speciale della commissione LIBE (Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento europeo), convocata appositamente alle 20,30, il Parlamento ha approvato quasi all’unanimità (nessun voto contrario e due sole astensioni) la mia proposta sulla lotta al riciclaggio attraverso norme di diritto penale. Trovo che questo sia un successo per tutto il Movimento 5 Stelle,che ha fatto della legalità una delle sue ragion d’essere, ma credo che sia soprattutto un importante passo avanti verso la lotta alla criminalità in generale ed a tutte le mafie.

Abbiamo cercato di seguire gli insegnamenti di Giovanni Falcone che diceva: segui i soldi e troverai la criminalità organizzata. Per tale ragione è estremamente importante avere un testo legislativo efficace, chiaro e completo, che chiuda e lacune normative utilizzate dai criminali per sfuggire alla giustizia. Il riciclaggio di denaro è, infatti, un crimine particolarmente pericoloso, in quanto consente ai criminali di beneficiare dei proventi delle loro attività illecite, reintroducendoli nell’economia legale. Per tale ragione, è particolarmente importante avere una legislazione comune che privi le organizzazioni criminali della loro fonte di finanziamento che è la risorsa più preziosa per alimentare le loro attività criminali.

Il riciclaggio di denaro, inoltre, è un crimine odioso anche perché distorce il normale gioco della concorrenza: mentre “ripuliscono” i proventi criminali, questi soggetti strozzano coloro che svolgono attività commerciali nel rispetto della legge, usando soldi “puliti”, frutto del duro lavoro. Questo aspetto non va affatto sottovalutato: il Movimento 5 Stelle ha a cuore il futuro delle piccole e medie imprese come dimostra il rally per il governo del Paese del nostro candidato premier Luigi Di Maio” e solo combattendo i furbetti e i corrotti possiamo ridare forza alla nostra economia!

Dal punto di vista metodologico, voglio poi sottolineare che la relazione votata lunedì è il risultato di un ampio lavoro preparatorio e di consultazione con esperti, magistrati, operatori del diritto e associazioni che hanno accettato di collaborare e di inviare i loro preziosi contributi al fine di migliorare il testo proposto dalla Commissione. Fondamentale, anche il vostro supporto, tramite la piattaforma Rousseau.

Quanto ai traguardi raggiunti con l’approvazione del testo, trovo che questo provvedimento importante per facilitare la cooperazione penale in Europa e contrastare le attività transfrontaliere delle organizzazioni criminali. Esso si propone, in primo luogo, di stabilire norme minime comuni a tutti gli Stati Membri e relative alla definizione dei reati e delle sanzioni inerenti al riciclaggio di denaro. Chi ricicla denaro proveniente da attività illecite, infatti, sfrutta i “buchi” che si vengono a creare a causa di legislazioni nazionali non coordinate tra di loro.

Similmente, il testo che ho presentato si propone di eliminare gli ostacoli alla cooperazione giudiziaria e di polizia a livello transfrontaliero, introducendo anche in questo settore disposizioni comuni al fine di migliorare l’indagine sui reati connessi al riciclaggio di denaro. In particolare, trovo molto importante la proposta di allineamento dei criteri in base ai quali gli Stati Membri devono affermare o negare la propria giurisdizione su un caso concreto: in presenza di un’ipotesi di reato, deve essere subito chiaro quale giurisdizione deve attivarsi per perseguire i responsabili. Anche queste “maglie” procedurali, sfruttate dai criminali per sfuggire alla giustizia devono essere chiuse!

In un’ottica ancora più ampia – e data la sempre maggiore rilevanza globale dei fenomeni di riciclaggio – il testo approvato l’altro ieri notte chiede di allineare le norme dell’UE agli obblighi internazionali, in particolare quelli derivanti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo (Convenzione di Varsavia) e dalle raccomandazioni pertinenti del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI).

Quanto al suo contenuto, si tratta di un testo molto complesso, in cui abbiamo cercato di intervenire su tutti i fronti nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Le maggiori novità introdotte dalla nostra proposta possono essere così riassunte.

Sono perseguibili per riciclaggio non solo le persone fisiche ma anche le persone giuridiche, così come tutti i complici, facilitatori, mandanti ed esecutori materiali, inclusi i prestanome. Anche le fattispecie di “autoriciclaggio” sono coperte dalla proposta approvata dal Parlamento. Chi poi commette riciclaggio nell’ambito dell’esercizio di determinate attività professionali, può essere sanzionato anche nel caso di colpa grave (mentre il reato resta doloso in tutti gli altri casi).

In materia di sanzioni, tutti gli Stati Membri dovranno punire il reato di riciclaggio, così come definito nel testo della Direttiva, introducendo sanzioni minime (almeno due anni di reclusione): non tutti gli ordinamenti dei Paesi membri prevedono, infatti, sanzioni minime. Inoltre la pena massima introdotta dagli Stati non potrà essere inferiore a cinque anni di reclusione (resta salva la possibilità di introdurre sanzioni anche più elevate).

Reputo molto importante, poi, il fatto che la detenzione non sia la sola pena prevista (a differenza di quanto prevedeva la proposta della Commissione).  Infatti la mia proposta contempla sanzioni accessorie che reputo particolarmente efficaci e dissuasive, quali il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione o il divieto di candidarsi per cariche elettive.

Cosa succede adesso

Il Parlamento europeo ha approvato la nostra proposta sulla lotta al riciclaggio. Il rapporto prevede il divieto di candidarsi alle cariche elettive per i condannati per riciclaggio. Alle prossime elezioni vogliamo liste pulite. Grazie a noi finalmente si fa sul serio nella lotta alla criminalità organizzata. Gli impresentabili devono stare fuori dalla politica.

La battaglia si sposta adesso sul fronte dei “triloghi”, dove cercheremo di difendere questi risultati nella discussione con Consiglio e Commissione, che porterà all’approvazione del testo definitivo della Direttiva.

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