Nel corso delle recenti elezioni presidenziali in Honduras è stata riscontrata un’evidente assenza di par condicio e un’enorme disparita di mezzi tra le forze politiche in campo (segnalata anche dalla Missione degli osservatori dell`Unione Europea), con un uso sconsiderato di risorse pubbliche a favore del candidato presidente uscente Juan Orlando Hernandez.
Una prima osservazione da fare a riguardo è il fatto che né nel TSE (Tribunale Supremo Elettorale) né nel Registro Nazionale delle Persone è rappresentata Alianza (la principale forza di opposizione), la quale ha presentato Salvador Nasrala come candidato presidente.
Nelle liste elettorali inoltre risultano iscritti oltre un milione di morti, altrettanti immigrati non in possesso della cittadinanza ma con diritto di voto e molti documenti di identità non ritirati, il tutto a fronte di una popolazione elettorale di circa 6,000,000 di votanti. Tutto ciò ha evidentemente aumentato in maniera esponenziale il rischio di brogli elettorali.
Già due ore dopo la chiusura dei seggi si inizia a delineare una tendenza chiara.
In seguito a diverse pressioni (comprese quelle degli osservatori internazionali) viene emesso un primo comunicato stampa relativo al 57% dei voti scrutinati, il quale mostra il vantaggio di cinque punti percentuali in favore del candidato Salvador Nasrala.
Mentre questo dato viene comunicato, dall`interno del TSE sono state riportate testimonianze (come quella del Magistrato Supplente del TSE Ramiro Lobo) del fatto che già il 70% dei voti scrutinati confermavano la vittoria di Salvador Nasrala con uno scarto del 5%.
E` stato proprio in questo frangente che si é verificata la prima interruzione del sistema informatico, alla quale è seguito uno stop di 24 ore nel conteggio e nella successiva comunicazione ufficiale.
Successivamente si registra un altro blocco del sistema informatico per oltre 5 ore, che viene giustificato in modo confuso e contraddittorio con la saturazione del disco rigido (considerata da esperti del settore una tesi insostenibile).
Contestualmente anche i liberali, con il candidato Luis Zelaya, emettono un comunicato in cui riconoscono, in base al loro conteggio del 92% dei voti scrutinati, la vittoria del candidato Salvador Nasrala.
Una volta raggiunto circa il 94% del conteggio totale dei voti si registra il clamoroso sorpasso di Juan Orlando su Salvador Nasrala (con circa 46,000 voti di differenza, 0.8%), ed è a questo punto che entra in gioco il Magistrato Supplente nel TSE Ramiro Lobo, che attraverso un` intervista solleva pesanti dubbi sull’intera operazione di scrutinio, auspicando una seria investigazione.
Il 6% dei voti mancanti è costituito da circa 200,000 voti di atti contestati e lo scrutinio di questo 6% concluderebbe le operazioni elettorali. Trattandosi di uno scrutinio speciale sarebbe prevista la partecipazione della rappresentanza di tutte le forze politiche all`interno della sede del TSE, ma Alianza si è tirata indietro in quest` ultima fase e, comprensibilmente, ha richiesto un articolato di 11 punti per chiarire le numerose irregolarità verificatasi durante tutta la settimana.
La richiesta principale di Alianza è quella di tornare ad esaminare circa 5,000 atti provenienti dalle zone rurali del paese che non sono stati trasmessi elettronicamente ma trasportati e consegnati in ritardo sollevando forti sospetti di possibile manomissione.
Nel frattempo in tutto il Paese le manifestazioni di piazza dell’opposizione si sono iniziate a trasformare, con una crescente frequenza, in scontri con le forze dell` ordine e la polizia militare.
Nel corso di tali manifestazioni si sono verificati svariati atti vandalici con gravi episodi di saccheggio (in particolare nella zona di San Pedro Sula), contribuendo a creare un forte clima di tensione che ha portato alla proclamazione del coprifuoco nella notte di venerdì 1 Dicembre con limitazioni delle garanzie costituzionali per dieci giorni. A tal proposito esistono prove relative alla possibilità di infiltrazione di agenti provocatori nelle file dei manifestanti che avrebbero causato almeno una parte di questi saccheggi. Il numero totale di morti durante queste manifestazioni non é stato reso noto (le stime più prudenti parlano di 9 morti).
In seguito alla proclamazione del coprifuoco in tutto il Paese è iniziato il “Cacerolazo”, una forma di protesta effettuata dalle finestre, dai balconi o fuori dalle porte delle case ricorrendo all` utilizzo di pentole (cacerolas) usate come tamburi.
Il successo dell` iniziativa è stato riportato da varie emittenti televisive e sono stati diffusi anche dei video di militari che entravano nelle case della gente nel tentativo di soffocare la protesta.
Questo scenario e tutte le manifestazioni in programma fanno sì che il rischio in termini di spargimento di sangue sia molto alto. A tal proposito il ruolo degli osservatori internazionali, soprattutto della Unione Europea, giocherà un ruolo determinante in questo contesto.
ESP
Desarrollo muy irregular de las elecciones presidenciales en Honduras
El recién proceso electoral que se hizo en Honduras ha mostrado una clara falta de igualdad de condiciones entre las fuerzas políticas.
Ha sido reconocida una enorme disparidad mediática entre las partes (también subrayada por la Misión Europea), con el uso de recursos públicos a favor del candidato presidencial saliente, Juan Orlando Hernández. Ni en el TSE (Tribunal Supremo Electoral) ni en el Registro Nacional de Personas está representada Alianza (principal fuerza opositora) que apoya y propone al candidato presidente Salvador Nasralla.
En las listas electorales, que no están actualizadas desde hace 30 años (como denuncia el Centro Carter), se encuentran más de un millón de muertos con derecho de voto y otro millón de inmigrantes sin ciudadanía con el mismo derecho, cuando hay una población electoral de aproximadamente 6,000,000 de votantes. Todo esto evidentemente aumentó el riesgo de tráfico de votos.
Ya dos horas después del cierre de las urnas, comenzamos a ver una tendencia clara.
Después de muchas presiones, incluso de parte de la comunidad internacional representada por los observadores, se emite un primer comunicado de prensa sobre el 57% de los votos emitidos con aproximadamente el 5% de ventaja para el candidato Salvador Nasralla.
Esta información se comunica mientras que dentro del TSE hay pruebas (del magistrado suplente del TSE Ramiro Lobo), que existió casi un 70% de los votos que confirmó la victoria de Salvador Nasralla por un margen de 5%, marcando en ese momento lo que se llama una tendencia no reversible.
En este punto está la primera interrupción del sistema informático, seguida por una parada de 24 horas en el recuento y en la comunicación oficial.
Luego se comienza de nuevo a escudriñar los votos con la publicación de datos que comienzan a revertir la tendencia a favor de Juan Orlando.
Una introducción muy lenta que en un día entero solo progresa alrededor del 20% de los datos totales. En este punto, el candidato de la oposición continúa ganando por un margen muy limitado.
Otra caída del sistema informático durante más de 5 horas justificada de forma confusa y contradictoria con la excusa de la saturación del disco duro (considerado insostenible por los expertos en el campo).
Mientras tanto, los liberales, el candidato Luis Zelaya, emiten una declaración pública en la que reconocen la victoria del candidato Salvador Nasralla en base a su recuento del 92% de los votos.
El recuento comienza de nuevo alcanzando aproximadamente el 94% del total con el adelantamiento de Juan Orlando a Salvador Nasralla (alrededor de 46,000 votos de diferencia, 0.8%).
En este punto está la entrevista del Magistrado Suplente del TSE Ramiro Lobo que plantea serias dudas sobre toda la operación de escrutinio y espera una investigación seria.
Los 6% de los votos que faltan consisten en aproximadamente 200,000 votos de actos y el escrutinio de este 6% concluiría las operaciones electorales.
Dado que el escrutinio especial implica la participación, dentro de la sede del TSE, de la representación de todas las fuerzas políticas, Alianza se rehúsa a participar en esta última fase y pide una articulación de 11 puntos para aclarar las numerosas irregularidades que ocurrieron esta semana.
La principal de estas solicitudes es volver a examinar unos 5.000 actos provenientes del área rural del país que no se transmitieron electrónicamente, sino que se transportaron y entregaron con retraso, lo que generó fuertes sospechas de una posible alteración.
Mientras tanto, en todo el país, las manifestaciones de la oposición que temen el fraude electoral a menudo se han convertido en enfrentamientos callejeros con la policía y la policía militar.
Se han realizado tambien varios actos de vandalismo con episodios graves de saqueo, especialmente en el área de San Pedro Sula; esa tensión provocó la proclamación del estado de sitio (toque de queda), el viernes noche del primero de diciembre, con la limitación de las garantías constitucionales durante diez días. Hay evidencia de la posible infiltración de agentes provocadores en las filas de los manifestantes, que habrían producido al menos una parte de estos saqueos.
Lamentablemente no hay ciertos datos sobre los muertos. Las estimaciones no oficiales hablan de 9 muertes.
Después de la proclamación del toque de queda, en todo el país comenzó el “cacerolazo” que consiste en una forma de protesta que prevé el uso de ollas (Cacerolas), utilizadas como tambores.
Varias televisiones informaron el éxito de la iniciativa y hay tambien videos de soldados entrando a las casas de las personas para detener la protesta.
Por lo general, el riesgo en términos de derramamiento de sangre es muy alto.
En conclusión, está claro que el papel de los observadores internacionales, especialmente la UE, puede ser decisivo en los próximos días.