Richieste di intervento nel settore agricolo al presidente Musumeci

In merito alla crisi di mercato delle più importanti produzioni ortofrutticole della regione siciliana bisogna aggiungere e completare la relazione sullo stato di crisi da parte della Giunta regionale presieduta dal presidente Musumeci con riferimento alle competenze del governo regionale.

In particolare nella Delibera di Giunta si evidenzia una responsabilità che prescinde dalle competenze regionali. Ad esempio si parla degli accordi di libero scambio che ha stretto l’UE con i Paesi del nord Africa che ha prodotto una diminuzione dei ricavi e della conseguente perdita di valore della produzione. Si fa un accenno alla crisi dovuta alla siccità dovuto a carenze infrastrutturali per le emergenze idriche ed infine si richiede di avviare una campagna straordinaria di controllo nei punti di importazione nell’isola.

L’analisi uscita fuori dalla Delibera di Giunta è da ritenersi incompleta ed incapace di soddisfare la richiesta di aiuto da parte degli agricoltori. Di seguito elenchiamo una serie di provvedimenti che occorre intraprendere per intervenire a gamba tesa sulla crisi del comparto:

– Riattivazione del sistema di garanzia e credito alle aziende agricole per permettere l’avvio stagionale della produzione, l’abbattimento dei costi occulti rappresentati dalle mancate opportunità di commercializzazione e di ottenimento delle scontistiche verso i fornitori, gli investimenti previsti dai bandi del PSR;

– Rivisitazione del credito agevolato, attraverso I’Istituto Regionale per gli Investimenti unico, sia per quanto riguarda il credito di esercizio, sia per quanto riguarda le anticipazioni per le aziende inserite nelle graduatorie relative ai bandi;

– Attivazione delle clausole di salvaguardia per i Trattati di libero scambio che si devono tradurre in soluzioni concrete, per esempio con il riconoscimento di un prezzo minimo garantito relativo al valore di determinate colture orticole particolarmente svantaggiate.

– Abbattimento dei costi di produzione e dell’energia mediante la rimodulazione dei bandi del PSR destinati all’efficientamento energetico e ammodernamento delle piccole aziende agricole. Occorre rendere vantaggioso l’acquisto di beni mobili ed immobili più sostenibili; introduzione di vantaggi nei punteggi dei bandi per l’ammodernamento delle aziende agricole per chi acquista macchine che utilizzano energia da fonti rinnovabili;

– Stop ai bandi riservati solo alle grandi imprese ed ai grandi investimenti. Bandi PSR destinati alla promozione ed allo sviluppo di piccole attività agricole.

– Spingere per lo sblocco immediato dei pagamenti per il biologico. Aspettare oltre 3 anni l’aiuto previsto per chi sceglie di produrre in biologico  è assurdo. Le aziende in biologico si stanno disattivando e nessuno pensa di convertirsi in bio: questo è il risultato.

– miglioramento della funzionalità del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) attraverso un maggiore coordinamento con lo Stato centrale, affinché la piattaforma possa diventare più “user friendly” e contenga la minore presenza possibile di bug; promozione della semplificazione per tutte le autorizzazioni SIAN ed eliminazione progressiva del mandato cartaceo;

– Agea non è l’unica responsabile dei ritardi. Bisogna risolvere le innumerevoli anomalie tecniche del sistema anche a livello regionale per una filiera di accesso ai fondi UE più veloce che coinvolga CAA e IPA.

– Regolamento dei mercati agricoli all’ingrosso per permettere la creazione di OP (organizzazione dei produttori)

– previsione di una fiscalità di vantaggio, attraverso l’applicazione della legge n. 33/2009 per agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative a favore delle aggregazioni consortili;ridurre drasticamente la fiscalità sui livelli delle altre regioni: IRAP e onere aggiuntivo che gli agricoltori siciliani sono tenuti a pagare rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane.

– introduzione di barriere non tariffarie all’ingresso dei prodotti agricoli esteri contenenti sostanze potenzialmente pericolose per la salute (micotossine e agrofarmaci), nonché semplificazione delle procedure previste dagli attuali protocolli per l’export soprattutto verso Paesi che impongono barriere fitosanitarie (Cina, Giappone, Stati Uniti, ecc.);

– Potenziamento dei controlli delle importazioni attraverso task force che coinvolga dogane, nuclei operativi della forestale, Regione, ispettorato centrale della repressione frodi e ispettori fitosanitari, specializzata nei controlli delle importazioni: dobbiamo sapere in modo capillare da dove vengono, cosa portano e dove vanno tutti i cargo di grano e ortofrutta di cui la Sicilia è invasa. Occorrono maggiori controlli nei porti e nei mercati.

– De-secretazione delle aziende siciliane che importano prodotti dall’estero.

– Creazione di un’Autorità che vigili sui meccanismi di creazione di bolle speculative

– Prezzo del Grano: occorre che la Regione chieda a Bruxelles la rivisitazione delle percentuali di DON nel Reg. UE 1881/06 e inserimento del limite minimo per il glifosate.

– Avvio di politiche volte a risolvere l’insufficiente reddito prodotto dalle aziende agricole, nonché adozione di soluzioni relative alla difficoltà di commercializzazione dei prodotti agro-alimentari siciliani. Occorre agire secondo due direttrici, taglio dei costi ed incremento degli utili, attraverso le seguenti misure:

  • istituzione del marchio di qualità regionale con indicazione di origine “Qualità Sicura Sicilia” al fine di assicurare la tracciabilità, certificazione, trasparenza e chiusura delle varie filiere produttive agro-alimentari,
  • strategia di marketing di prodotti locali certificati con il marchio “Qualità Sicilia Sicura” per rendere il prodotto siciliano più appetibile nel mercato regionale ed extra-regionale.

– avvio di un’interlocuzione con lo Stato, ai fini dell’applicazione del principio di Insularità (già riconosciuta dal parlamento Europeo alla Sicilia ed alla Sardegna) per ottenere compensazioni su condizioni svantaggiose, quali costi dell’energia e dei trasporti;

– Soluzioni relative alla mancata chiusura delle filiere agro-alimentari. Le materie prime prodotte e coltivate in Sicilia difficilmente vengono trasformate in prodotti finiti all’interno del territorio della nostra Regione. Ciò si ottiene con:

  • promozione degli accordi di filiera per facilitare i rapporti commerciali e gli scambi sia tra i settori agricoli e zootecnici, sia tra la ristorazione collettiva pubblica e l’agro-industria;
  • utilizzo di prodotti biologici, tipici, tradizionali e di qualità nelle mense pubbliche scolastiche ed ospedaliere della Regione siciliana e realizzazione di campagne informative per cittadini al fine di stimolare una maggiore domanda di prodotti di qualità, privilegiando sistemi di distribuzione a corto raggio;
  • approvazione di un piano di tutela e valorizzazione delle sementi antiche siciliane e della biodiversità in generale per tutte le produzioni, anche tramite specifici criteri di vantaggio nei bandi PSR;
  • Servono interventi urgenti a tutela di particolari produzioni, come per esempio l’Arancia rossa.
  • agevolazione, supporto e incentivazione, anche con forme di premialità nei punteggi dei bandi PSR, di tutte le forme di aggregazione orizzontale e trasversale tra le imprese (Reti, Cooperative, OP, Distretti, ecc…);
  • filiera corta: attraverso l’agevolazione della micro, piccola e media impresa, affinché gli sia dia la possibilità di produrre e vendere i propri prodotti tramite un processo di semplificazione burocratica, attraverso la vendita diretta e potenziamento dei ‘Mercati contadini’, ossia sul rapporto diretto tra agricoltori e consumatori siciliani.

 Avvio di azioni volte a risolvere l’inefficiente gestione del Piano di Sviluppo Rurale, cui sono state assegnate risorse pari a € 2,2 miliardi, attraverso:

  • eliminazione dell’attuale iter burocratico per l’assegnazione dei litri di gasolio agricolo agevolato, sostituendo lo stesso con una elaborazione automatica da SIAN;
  • avvio di azioni volte a risolvere la mancata tutela e valorizzazione del settore zootecnico. Fra le quali: a. garanzia di controlli a tutte le aziende zootecniche siciliane; b. sostegno per l’avviamento di giovani agricoltori e giovani imprese anche nel campo zootecnico e della pesca; c. istituzione di un pagamento compensativo per le zone agricole di natura 2000, le zone montane, altre zone soggette a vincoli naturalistici e zone soggette a vincoli specifici;
  • Qualità dei bandi: molti bandi sono stati scritti malissimo, dando luogo ad annullamenti e ricorsi. Solo a titolo d’esempio, per la sottomisura 4.1 una nota della Regione ha messo in difficoltà le aziende agricole in merito alla dichiarazione da allegare al Piano di Sviluppo Aziendale che doveva riportare la data del rilascio telematico e non antecedente. Assurdo. Parliamo di 100 milioni di euro che quasi certamente saranno bloccati da ricorsi al TAR.
  • eliminazione della documentazione cartacea per i bandi e adeguamento al codice agenda digitale.
  • Autorizzazioni più veloci. Sono necessari tempi rapidi e certi per la realizzazione di progetti finanziati con fondi comunitari, occorre accelerare l’iter per il rilascio dei pareri prescritti dalle procedure e dai bandi. Occorre erogazione dei fondi più rapida.
  • Maggiore attenzione alle richieste e alle esigenze delle imprese agricole nella elaborazione dei bandi e delle procedure. Nella Misura 6.2 del PSR, per esempio, se la Regione non rende ammissibili anche le aziende che si impegnano ad avviarsi anche con una dichiarazione di impegno – e non obbligatoriamente con contratto di affitto/comodato – molte aziende verranno escluse, nonostante ci siano abbastanza risorse per pagare 1000 pratiche e ne siano state presentate solo 530.
  • Ricomposizione fondiaria. Il PSR è tarato sulle grandi aziende agricole e penalizza le piccole. Occorrono agevolazioni fiscali per la ricomposizione fondiaria. Il rischio concreto per le aziende di piccole dimensioni è quello di non poter accedere alle misure più importanti dei PSR.

– Accelerazione delle procedure del fondo di erogazione della Crias e per i fondi stanziati dopo il ciclone Athos del 2012

– avvio di politiche volte al contrasto dell’emigrazione dalla Sicilia e abbandono terreni agricoli, per esempio attraverso l’attuazione de “La Banca della Terra” in Sicilia (concessione di terreni abbandonati o in disuso in favore di imprenditori agricoli e giovani);

 adozione di politiche volte alla soluzione delle problematiche relative alle insufficienti risorse idriche:

  • riforma del sistema idrico integrato;
  • ristrutturazione e ampliamento delle reti idriche
  • previsione di incentivi economici alle aziende e imprese della filiera agricola che adottano misure per un uso efficiente e sostenibile delle risorse idriche, come ad esempio il risparmio idrico, il riutilizzo delle acque, ecc…
  • riforma, nonché efficientamento, dei Consorzi di bonifica
  • revisione delle concessioni d’uso delle dighe e dei bacini al fine di verificare se il concessionario stia rispettando le condizioni contenute nell’accordo relative alla funzionalità e alla sicurezza delle dighe e dei bacini di cui sopra;
  • attraverso l’uso dei fondi previsti nella programmazione: efficientamento della rete idraulica; manutenzione delle strade agricole; manutenzione delle dighe e dei canali di irrigazione e di scolo.

Alcune immagini dell’incontro con il presidente Musumeci avvenuto a Palermo il 6 aprile 2018

 

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