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Daspo per i corrotti diventa legge europea. Approvata direttiva M5S anti-riciclaggio

Oggi il Consiglio dell’UE ha adottato una direttiva sulla lotta al riciclaggio tramite il diritto penale che ho seguito come Relatore del Parlamento europeo e sulla quale ho lavorato per più di un anno. Vi spiego come è andata affinché possiate comprendere meglio come il nostro lavoro di legislatori si compie qui a Bruxelles.

A fine dicembre del 2016, la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva per lottare contro il riciclaggio. Per essere approvata, una direttiva, come qualsiasi altra legge europea, deve passare al vaglio dei due organi legislativi dell’Unione europea, il Parlamento e il Consiglio. Entrambe le istituzioni lavorano sul testo proposto dalla Commissione, apportandovi modifiche, per poi adottare le loro rispettive posizioni, le quali formeranno la base dei negoziati tra loro per addivenire a un testo finale di compromesso.

Io sono stato nominato relatore per il Parlamento europeo e ho gestito dapprima il negoziato con i rappresentanti degli altri gruppi politici presenti al Parlamento europeo per definire la posizione unitaria del Parlamento. Ho, innanzitutto, presentato una mia proposta. Ho fatto in modo che il testo fosse il più possibile ambizioso, poiché ritengo la lotta al riciclaggio di denaro uno strumento prioritario al fine di contrastare, tra l’altro, la criminalità organizzata, il terrorismo e la corruzione. Sulla base della mia proposta si sono aperti i negoziati con i “relatori ombra”, deputati che rappresentavano ognuno un differente gruppo politico, portandone avanti le specifiche posizioni in materia.

Sono stati negoziati difficili ma alla fine siamo riusciti a convincere le nostre “controparti” della bontà delle nostre istanze e ad arrivare a un testo di compromesso soddisfacente per tutti. Il testo che ne è risultato mantiene gran parte delle mie originarie proposte e si arricchisce ulteriormente di spunti provenienti dai relatori ombra, suggerimenti frutto di sensibilità giuridiche di altri Stati membri.

La condivisione del testo finale da parte dei membri della commissione libertà civili, giustizia e affari interni del parlamento europeo è dimostrata dal fatto che esso è stato votato in tale commissione, l’11 dicembre scorso, con ben 39 voti favorevoli, 4 astensioni e nessun voto contrario. Il Parlamento mi ha così conferito un mandato negoziale molto forte, incaricandomi di negoziare con il Consiglio un testo finale che comprendesse quanto più possibile le posizioni adottate dal Parlamento.

Abbiamo iniziato i negoziati con il Consiglio (rappresentato dalla Bulgaria che detiene la Presidenza di turno) a gennaio di quest’anno. Anche in questo caso, i negoziati sono stati molto difficoltosi, dal momento che alcuni Stati membri sono molto restii a cedere sfere della propria sovranità in materia penale, armonizzando la disciplina in materia di lotta al riciclaggio di denaro. Siamo riusciti ancora una volta, tuttavia, a rendere tali negoziati molto fruttuosi. Così a fine maggio, siamo riusciti ad accordarci su un testo che è quello che gli ambasciatori degli Stati Membri hanno adottato oggi.
Devo dire, con grande soddisfazione, che il testo finale mantiene moltissimi degli elementi di interesse presenti nella posizione del Parlamento e nella mia proposta originaria.

Altra grande ragione di soddisfazione è data dall’ottimo clima di dialogo che si è ricreato anche in questo contesto: la Presidenza bulgara, nonostante fosse chiamata a difendere posizioni a volte lontane dalle nostre, si è mostrata estremamente aperta al dialogo e disponibile a negoziare, con gli altri Stati membri, rilevanti passi indietro rispetto al testo da loro proposto, pur di venire incontro alle nostre richieste. Anche la Commissione europea – presente a tutti gli incontri negoziali tra Parlamento e Consiglio, i cosiddetti “triloghi” – ha avuto un approccio estremamente collaborativo, facilitando molto il dialogo. Durante la fase di elaborazione della posizione del Parlamento, ho avuto il piacere di incontrare Julian King, Commissario europeo per l’unione della sicurezza, per discutere con lui di alcuni importanti aspetti della direttiva. A conclusione dei lavori, ho invece ricevuto i complimenti di Dīmītrīs Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza.

A questo punto, si deve aspettare l’approvazione formale del Parlamento; poi la direttiva entrerà finalmente in vigore diventando una legge europea a tutti gli effetti. Gli Stati membri hanno infine due anni di tempo per tradurne il contenuto nei loro codici penali e iniziare a darle attuazione.

Questo provvedimento è particolarmente importante per facilitare la cooperazione penale in Europa e contrastare le attività transfrontaliere delle organizzazioni criminali. Il riciclaggio del denaro sporco nelle economie legali dei diversi Stati membri dell’Unione Europea è un fatto che testimonia la nuova pelle delle mafie. Quindi servono regole nuove e più efficaci per combatterle. Altra regola d’oro che inserimmo nel testo che trovò l’approvazione del Parlamento europeo è quella che la detenzione non può essere la sola sanzione. Infatti, è previsto anche il divieto di candidarsi alle cariche elettive per i condannati per riciclaggio (una sorta di “Daspo” per i corrotti anche a livello europeo) e si estende la confisca ai familiari dei criminali che sono deceduti nel corso del processo per assicurare che gli eredi non possano godere dei proventi dei reati. Abbiamo applicato alla lettera gli insegnamenti di Giovanni Falcone che diceva: “segui i soldi e troverai la criminalità organizzata“. Così abbiamo fatto. Le organizzazioni criminali vanno sradicate nella loro fonte di finanziamento che è la loro risorsa più preziosa. Siamo orgogliosi doppiamente anche perché questo provvedimento così delicato è stato discusso e votato insieme ai cittadini nella piattaforma Rousseau.

L’obiettivo perseguito dalla proposta di direttiva è:
1 – stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni inerenti al riciclaggio di denaro;
2 – eliminare gli ostacoli alla cooperazione giudiziaria e di polizia a livello transfrontaliero introducendo disposizioni comuni al fine di migliorare l’indagine sui reati connessi al riciclaggio di denaro;
3 – allineare le norme dell’UE agli obblighi internazionali, in particolare quelli derivanti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo;
4 – rafforzamento della confisca che viene permessa anche in assenza di condanna definitiva dei proventi delle attività criminali in caso di morte dell’accusato per evitare che questi passino agli eredi.

Questo risultato dimostra che siamo già ampiamente considerati in Europa una forza credibile ed è un segnale di una UE che guarda al futuro e che cambia in meglio.

  • Link al post esplicativo sul blog Movimento 5 Stelle Europa: https://goo.gl/SfZ2uj
  • Qui trovate la lettera all’ambasciatore Massari
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