Nella Giornata Internazionale dell’Albinismo proclamata dall’ONU, oggi più che mai è importante portare alla luce la situazione di una delle categorie più discriminate e perseguitate di tutto il mondo: le persone albine.
L´albinismo è una rara anomalia congenita che si manifesta con la deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nei capelli o negli occhi e comporta ipovisione e vulnerabilità alle ustioni solari e ai tumori della pelle. Una diversità così evidente che porta gli albini non solo a essere esposti a razzismo ed esclusione, ma anche a sequestri, uccisioni e mutilazioni.
I bambini e le persone con albinismo in molti paesi sono circondati da complessi sistemi di rappresentazioni e rituali per via del loro aspetto fisico. In alcuni paesi e comunità infatti, credenze e miti errati fortemente influenzati dalla superstizione mettono a rischio costante la sicurezza e la vita di queste persone, sfociando in stigmatizzazione, discriminazione e brutalità. Queste credenze e miti sono secolari e sono presenti in particolar modo nelle pratiche culturali di alcuni paesi africani, Malawi e Tanzania su tutti.
Le atrocità a cui sono esposti i bambini albini sono strettamente collegate al fatto che diverse parti del loro corpo vengono utilizzate per riti di stregoneria tribale, in quanto ritenute magiche e con poteri curativi. In alcune zone dell’Africa, infatti, vi sono varie credenze diffuse secondo le quali ingerire pozioni contenenti parti del corpo degli albini possa portare ricchezza, come pure altre secondo cui avere rapporti sessuali con una donna albina possa guarire dall’Aids.
Le terribili conseguenze che ne scaturiscono non sono certo difficili da immaginare.
Questi bambini infatti vengono regolarmente individuati, rapiti (o addirittura venduti dai parenti) e successivamente sottoposti a torture, trattamenti disumani, mutilazioni, uccisioni e riti di stregoneria.
Quando poi la Croce Rossa ci ricorda che le loro parti del corpo, usate nei macabri riti di magia nera, possono fruttare fino a 75 mila dollari per un “set completo”, si spiega ancora meglio la gravità assunta dal fenomeno.
Un mix macabro tra ignoranza, superstizione e un mercato molto redditizio.
Nei miei lavori parlamentari mi sono occupato di albinismo in Malawi e ho recentemente ottenuto uno studio che avevo richiesto sui bambini indigeni con disabilità nel mondo.
I bambini albini sono stati identificati dallo studio come il gruppo di bambini più discriminato e stigmatizzato. Per questo oggi il mondo deve sapere e ricordare cosa soffrono questi bambini, che non sono animali da cacciare o da vendere ma esseri umani da tutelare e difendere da queste pratiche disumane.