Nella Giornata Mondiale del Rifugiato, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unitela parla al mondo del dolore di milioni di rifugiati e richiedenti asilo, ricordandoci non solo il raggiungimento di una crisi mondiale senza precedenti, ma anche quante storie, umiliazioni, drammi e sofferenze vi siano dietro una semplice parola e dietro ognuna di queste persone.
Nel recente rapporto annuale Global Trends, L’Alto Commissariato dell´ONU per i Rifugiati fornisce una panoramica a dir poco drammatica delle persone in fuga nel mondo nel 2017 a causa di persecuzioni, conflitti o violenza generica, stimandole in 68,5 milioni in totale.
Se si pensa che nel 2016 la stima era di 65,6 milioni, siamo di fronte a un aumento di 2,9 milioni di persone in fuga nel mondo in un solo anno, il maggiore aumento mai registrato dall´ONU!
Ogni giorno, sempre secondo il report, le persone costrette a fuggire sono 44.500, la media di una ogni due secondi.
Secondo le stime dell´ONU, oltre due terzi (68%) dei 25,4 milioni di rifugiati del mondo proviene dagli stessi paesi, ovvero Siria (6.3), Afghanistan (2.6), Sud Sudan (2.4), Myanmar (1.2) e Somalia (986.400).
Le parole rifugiati, migranti, profughi e richiedenti asilo vengono spesso pericolosamente confuse o usate come termini sovrapponibili, soprattutto a livello mediatico, semplificando e rischiando di generare confusione tra situazioni molto diverse tra loro per gravità e natura.
La differenza sostanziale tra migranti e rifugiati sta nel fatto che per i primi lo spostamento è spesso un processo volontario in cerca di migliori condizioni materiali, sociali ed economiche. A differenza del rifugiato, un migrante non è una persona perseguitata nel proprio paese e, generalmente, può fare ritorno a casa in condizioni di sicurezza.
Lo spostamento del migrante, insomma, è dettato dalla ricerca di una vita migliore.
Nel caso del rifugiato invece è soltanto uno spostamento in cerca di vita!
I rifugiati sono persone che si trovano al di fuori del loro paese di origine a causa di violenze conflitti, persecuzioni o altre circostanze che minacciano la loro sopravvivenza immediata e che, in quanto tali, necessitano di protezione internazionale.
Il riconoscimento giuridico internazionale dello status di rifugiato è così precisamente definito in quanto il ritorno nel proprio paese di origine ha conseguenze potenzialmente mortali per queste persone.
Il problema di oggi non è quindi soltanto l´accoglienza, ma soprattutto le cause che provocano la necessità di migrare e il bisogno di cercare vita. Non potendo arginare un fenomeno epocale che ha raggiunto e superato i massimi storici, dovremmo concentrarci maggiormente sulle cause dello spostamento che spingono i migranti e costringono i rifugiati.
Maggiori info: https://goo.gl/yfGCJZ