Hyperloop, opportunità per l’Europa e i suoi cittadini. Il green new deal parta anche da qui

Hyperloop è un sistema di trasporto avanzato, composto da singole capsule che scorrono all’interno di lunghi tubi a bassa pressione, spinte da motori lineari a induzione e compressori d’aria attraverso il metodo della levitazione magnetica passiva. Il veicolo non viaggia quindi sui binari della reta ferroviaria, ma all’interno di un tubo pressoché depressurizzato. In questo modo, non incontrando quasi alcun attrito, può raggiungere una velocità di oltre 1.000 km orari.

L’Hyperloop, pensato per il trasporto di persone e di merci, potrebbe rivoluzionare il mondo dei trasporti accorciando sensibilmente le distanze. Difatti, considerata la velocità che riesce a raggiungere il mezzo, sarebbe possibile percorrere le tratte Milano-Torino in soli 7 minuti, o Palermo-Catania in poco più di 10 minuti.

Una delle società impegnate nello sviluppo della tecnologia è la società americana HyperloopTT, con sede in California. L’italiano Bibop Gresta, che ne è il presidente, ha già stretto accordi con diversi Stati per iniziare degli studi di fattibilità, mentre lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan lo presenterà all’Expo 2020.

Anche in Italia il suo progetto è stato accolto con grande entusiasmo. Al momento si è aperto uno studio di fattibilità con l’intento di aprire due tratte in Italia: Milano-Torino in 7 minuti e Milano-Bologna in 9 minuti. Qualche tempo fa il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha incontrato Chiara Appendino, sindaco di Torino, per discutere proprio su come incoraggiare l’implementazione di questa tecnologia. Anche il sottosegretario Stefano Buffagni (M5S) aveva discusso della possibilità di un treno supertecnologico per collegare in tempi record Milano e Roma o Catania e Palermo.

Secondo Gresta, l’Hyperloop presenta numerosi vantaggi dal punto di vista energetico. Questa tecnologia sfrutta infatti la forza generata dalla levitazione magnetica passiva, l’energia cinetica generata dalla capsula e quella recuperata in frenata, oltre all’utilizzo di impianti geotermici, fotovoltaici ed eolici. Tutte modalità di approvvigionamento che risultano in perfetta linea con i principi che guideranno l’imminente transizione energetica prevista con il Green New Deal.

Anche a livello economico i benefici sarebbero consistenti. I progressi tecnici degli ultimi anni rendono i costi della realizzazione molto inferiori rispetto a quelli richiesti dalle linee ad alta velocità. In un’intervista lo stesso Gresta aveva definito costosa oltre che “obsoleta” la linea Torino-Lione a cui è stato dato il via libera poco tempo fa con numerose polemiche.

Uno dei problemi principali, tuttavia, sembra essere la bassa capacità di trasporto di Hyperloop: anche nel migliore dei casi con veicoli a pieno carico che vengono lanciati attraverso il tubo con intervalli di pochi minuti, un grande gruppo di persone potrebbe raggiungere la destinazione con un tempo più lungo di un normale treno su rete ferroviaria, che ha una capacità di trasporto molto più ampia. Alcuni problemi tecnici, invece, riguardo le traiettorie dei tubi e un sistema di sicurezza adeguato sono in via di risoluzione. Anzi, la quasi completa eliminazione dell’attrito renderebbe il mezzo molto più sicuro di tutti gli altri mezzi di trasporto in circolazione.

 

L’Hyperloop in Europa

Nonostante l’Hyperloop sia una tecnologia rivoluzionaria e vari sono i progressi tecnici compiuti negli ultimi anni, prevale un atteggiamento scettico da parte delle istituzioni europee sull’argomento. Da tempo l’iniziativa è lasciata ai singoli Stati membri, che tuttavia sostengono questa innovazione in modo non omogeneo.  Trattandosi di una potenziale rivoluzione nel mondo dei trasporti, l’approccio dovrebbe essere invece comune. Pertanto, sarebbe auspicabile una maggiore attenzione da parte delle istituzioni in termini di regolamentazione e finanziamento, per poi arrivare a lavorare su possibili mappature delle rotte.

Le compagnie stesse, che lavorano su questi progetti, cominciano a esprimere l’esigenza di definire degli standard comuni di produzione, attraverso un programma di certificazione che chiarisca gli standard e i metodi di prova già esistenti per altre industrie, come quella dei treni e degli aerei. Si può così garantire un prodotto finale costante su cui tutte le parti possano concordare. Negli ultimi anni numerosi sono i deputati europei che hanno rivolto delle interrogazioni scritte alla Commissione per chiarire la sua posizione su questo punto, come l’ex deputato Jean-Paul Denanot (S&D). “Se la tecnologia Hyperloop dovesse essere introdotta nell’Unione, la Commissione è pronta, in stretta collaborazione con gli Stati membri, ad affrontare le questioni di sicurezza insieme ad altre importanti questioni normative come la standardizzazione e l’interoperabilità.” La risposta della Commistione ha toccato anche l’aspetto cruciale della sicurezza del mezzo ribadendone dunque la sua importanza.

Per quanto riguarda i finanziamenti, considerando che molte delle tecnologie utilizzate sono ancora oggetto di ricerca, sviluppo e test, un contributo economico importante potrebbe rivelarsi fondamentale  per la buona riuscita del progetto. La Commissione, in risposta all’interrogazione scritta presentata da Renaud Muselier (PPE) nel 2016, ha spiegato che “sta esplorando attentamente una vasta gamma di opportunità per investire finanziamenti nello sviluppo di tecnologie innovative per il trasporto ad alta velocità di passeggeri e merci”. Tuttavia, nonostante siano trascorsi già tre anni, non risultano investimenti, indispensabili in questa fase.

Insomma, è necessario che la nuova Commissione inverta la rotta. Se non vogliamo che il Green New Deal diventi un’altra occasione persa, è necessario approfittare degli imminenti investimenti nel quadro della transizione energetica, per stabilire, tra le priorità politiche fondamentali dei prossimi anni anche l’innovazione dei sistemi di trasporto, che allo stato di cose, rappresentano nei Paesi europei la causa che provoca tra il 20 e il 25% delle emissioni di Co2.

 

 

 

A cura dell’On. Ignazio Corrao, con la collaborazione di Claudio Mura.

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