Questa vicenda del #coronavirus secondo me è l’assaggio di che tipo di società siamo e cosa succederebbe di fronte ad una emergenza vera.
L’atteggiamento isterico (causato sopratutto da giornali e opposizioni, che hanno messo una pressione assurda e inutile sul governo) e il panico che di conseguenza si è scatenato, ci raccontano il livello di individualismo in cui versa il nostro Paese, che di fronte ad una emergenza vera collasserebbe malamente.
Diceva Antonio Gramsci, ormai un secolo fa, che “La sfiducia reciproca, il sottinteso sleale corrodono nel nostro paese tutte le forme di rapporti: i rapporti tra singolo e singolo, i rapporti tra singolo e collettività. L’ipocrisia del carattere italiano è in dipendenza assoluta con la mancanza di libertà”.
Il modello individualista vincente, esasperato da tanti anni di berlusconismo, in Italia è quello di farsi i cazzi propri, di fregare il prossimo, di calpestare il più debole e mettersi al sicuro ad ogni costo.
Si è distrutto il rispetto e la solidarietà per chi è in difficoltà, il senso di appartenenza ad una comunità, la comprensione che in certi momenti prevale il buonsenso e parole e azioni vanno ponderate con intelligenza.
Così questa vicenda ci racconta due cose, la prima è l’atteggiamento dei cittadini. La caccia indotta all’untore cinese (che oggi peraltro siamo diventano noi italiani, scrivo dall’estero e vi assicuro che non è bello vedere i notiziari globali parlare dell’Italia come scenario post apocalittico di un Paese appestato, facciamoci due domande), le speculazioni su mascherine e amuchina e poi l’assalto (ai prodotti in offerta) al supermercato (senza motivo, con vero rischio di contagio peraltro) per svuotare tutte le attività ludiche e culturali è sintomatico di una condizione sociale totalmente degenerata.
La seconda cosa sono invece le conseguenze della voglia matta di attaccare e mettere pressione al governo da parte dei giornali e opposizioni, che ha provocato (e provocherà ancora) danni incalcolabili al nostro Paese e ai cittadini italiani. Cosa che invece non hanno fatto gli americani, i tedeschi o i francesi (ho chiesto, da eurodeputato, immediatamente alla Commissione Europea i dati sui controlli in tutti i Paesi, perché mi sembra che ci siano parecchie anomalie sui protocolli adottati). Non credo che per rispetto il coronavirus in questi Paesi il virus non entri. Loro però non hanno altri virus che da noi sono purtroppo radicati.
Io non sono un medico e non ho le basi culturali per poter esprimere opinioni scientifiche sul virus, pertanto non ne ho espresso e non ne esprimo. Ascolto le opinioni della scienza, non mi allarmo e faccio i giusti paragoni con le altre malattie e con l’atteggiamento degli altri Stati (a partire da Belgio e Francia, dove risiedo abitualmente). Certo non vado alla ricerca del contagio, ma neanche a svuotare supermercati o a smettere di vivere.
Mi preoccupa di più il livello di egoismo e di idiozia che abbiamo raggiunto che un virus che, per quanto male faccia, non mi sembra sia in grado di annientare l’umanità, che invece si annienta da sola con questo atteggiamento.
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