La tecnologia 5G è diventata nel giro di poco tempo uno dei temi più importanti nel dibattito politico nazionale, ma soprattutto europeo. Con tutta probabilità la discussione diventerà ancora più centrale i prossimi anni, anche per l’accelerazione sul tema impressa da altre superpotenze, Cina e Stati Uniti in primis. O almeno, questo è quello che assicurano la vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager e Thierry Breton, commissario per il Mercato Interno.
La tecnologia 5G sembrerebbe destinata a dare compimento alla rivoluzione digitale, grazie alla possibilità di trasmettere dati a una velocità mai vista finora, per un volume molto superiore rispetto a quello a cui siamo abituati. Tuttavia, questa opportunità è accompagnata dalle preoccupazioni degli eventuali rischi per la salute umana e per l’ambiente. Preoccupazioni comprensibili, considerata la quantità sempre maggiore di onde elettromagnetiche cui siamo sottoposti ogni giorno.
In questo clima di incertezza ed esitazione, dove le valutazioni sono spesso legate a pregiudizi se non a vere e proprie teorie complottiste, è necessario fare un po’ di chiarezza. Fortunatamente, il servizio di ricerca del Parlamento Europeo, con la firma della d.ssa Miroslava Karaboytcheva, ha affrontato la questione secondo l’approccio che più mi piace, quello scientifico.
Cos’è il 5G
Per 5G si intende la quinta generazione delle tecnologie di telecomunicazioni. Questa tecnologia promette prestazioni di velocità incomparabili rispetto alla tecnologia 4G/IMT-Advanced oggi esistente. In questo modo si potrebbe ad esempio sfruttare appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale e del blockchain.
I vantaggi sarebbero notevoli. Tutte le aree urbane, le linee ferroviarie e le strade principali sarebbero coperte da una rete wireless che consentirebbe la trasmissione di notevoli volumi di dati a una velocità oggi impensabile. Si parla addirittura della trasmissione di gigabyte al secondo. In questo modo si porterebbero a comunicazione istantanea miliardi di dispositivi, con la creazione di una popolazione europea veramente connessa. Gli sviluppi riguarderebbero molte materie, come la ricerca medica e militare, senza pensare alle possibilità che oggi non possiamo ancora prevedere.
Ma non tutti sono dello stesso avviso. Diversi critici sostengono che considerate le infrastrutture necessarie per l’implementazione del 5G, i costi saranno molto alti. La Commissione Europea ha in effetti stimato che per coprire le sole aree urbane, il costo sarebbe di 500 miliardi da qui al 2025. Resta inoltre poco chiaro l’impatto che la tecnologia avrebbe sulla salute umana e sull’ambiente.
Infatti una delle differenze più importanti è il tipo di onde elettromagnetiche che questa tecnologia utilizza. Alle normali microonde già utilizzate per il 2G, il 3G e il 4G si aggiungono le onde millimetriche, caratterizzate da una frequenza maggiore, e quindi più potente. Questa maggiore frequenza fa in modo che il 5G necessiti di una rete di antenne e dispositivi di trasmissione più concentrati nello spazio, il che esporrebbe la popolazione a una sorta di “bombardamento” elettromagnetico.
Stato della legislazione europea
La tutela della popolazione contro i rischi derivanti dalle potenziali minacce dei campi elettromagnetici è sancita da norme di carattere generale contenute nei Trattati (art. 168 TFUE: Nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana.), anche se la responsabilità ricade sostanzialmente sui governi degli Stati Membri.
Sul tema specifico le tutele più importanti derivano dalla cooperazione con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica, come ad esempio l’OMS, che nel 1996 ha elaborato un Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici, per valutare l’evidenza scientifica di possibili effetti sulla salute degli stessi.
Ancora, nel 1999, la Commissione Internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, un’organizzazione non governativa riconosciuta dall’OMS, ha elaborato delle linee guida per limitare l’esposizione ai campi elettromagnetici, definendo delle soglie periodicamente aggiornate. Queste linee guida sono state riprese dalla raccomandazione 1999/519/EC del Consiglio. Tuttavia questi limiti non sono vincolanti per gli Stati Membri, che ne sono comunque fortemente condizionati per la forza persuasiva stessa delle raccomandazioni.
Scienza e politica
Sulla pericolosità di una prolungata esposizione alle onde causate dal 5G tutt’oggi gli esperti sono divisi. Gli orientamenti principali sono due. Il primo orientamento sostiene l’esistenza di un suo impatto negativo sulla salute umana. Un appello, firmato da 268 scienziati e medici illustra come l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici crei un elevato cancerogeno, danni genetici, problemi di apprendimento e di memoria. L’appello, chiede inoltre una valutazione sui rischi da parte di una task force indipendente.
Il secondo orientamento, seguito ad esempio dalla Swedish Radiation Safety Authority, sostiene, analizzando alcune ricerche, che non esiste relazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e rischi per la salute.
A onore del vero, bisogna prendere atto che le ricerche che sostengono la pericolosità del 5G sembrano più robuste rispetto alle analisi e alle valutazioni che ne minimizzano il rischio.
Come si deve comportare la politica in questi casi? La verità, come spesso accade, si trova nel mezzo. Bisogna promuovere con entusiasmo l’avanzamento tecnologico, ma non si possono declassare i princìpi di tutela della salute umana e dell’ambiente, che devono restare princìpi non negoziabili.
Oltre a considerare altre tecnologie, come la fibra ottica, che può raggiungere velocità anche maggiori del 5G con un minore impatto sugli organismi viventi, la strada da seguire è quella del principio di precauzione. Una graduale implementazione del 5G potrà essere ragionevole solo se accompagnata da serrati controlli e promozione di ricerche imparziali e aggiornate, che consenta agli europei di progredire tecnologicamente senza rinunciare ai princìpi inderogabili della nostra comunità.
link “Effects of 5G wirelles communication on human health” https://www.europarl.europa.eu/thinktank/it/document.html?reference=EPRS_BRI%282020%29646172