La stampa li definisce i “falchi” dell’austerity, ma il volatile che più si addice a rappresentare il loro atteggiamento non è il falco ma l’“avvoltoio”. Parliamo di soggetti politici saprofagi, che si nutrono delle disgrazie altrui.
Se oggi volessimo dare un volto al fronte nordico che resiste alle richieste di solidarietà europea che provengono dall’asse meridionale, questo avrebbe più l’aria austera e supponente del primo Ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte che quello della cancelliera tedesca Angela Merkel.
L’Olanda dista meno di un’ora di macchina da qui, da Bruxelles, ma è un altro Mondo rispetto al Belgio. È un Paese indubbiamente molto ricco ed evoluto, spesso preso come punto di riferimento positivo. Ma lo è davvero?
I fatti ci dicono che la grande ricchezza olandese, che fa la morale sul rigore dei conti a tutti, proviene anche da un atteggiamento ambiguo e scorretto nei confronti degli altri Paesi europei, visto che i Paesi Bassi sono un paradiso fiscale “de facto” e la loro politica è stata quella di sottrarre sedi fiscali, e quindi risorse, agli altri Stati membri dell’Unione Europea. Guardando meglio a casa loro, scopri anche che i ricchi olandesi, in nome delle teorie del profitto e delle privatizzazioni neoliberiste, hanno uno dei rapporti tra posti letto in ospedale e numero di abitanti più basso d’Europa. Quattro volte inferiore alla Romania per capirci.
Così succede che siccome di bloccare le attività economiche gli olandesi non volevano sentir parlare (seguendo la teoria dell’immunità di gregge tanto cara a Boris Johnson, a cui auguro una pronta guarigione), il loro sistema sanitario è collassato subito.
Conseguenza? Dopo avergli puntato il dito contro, ricordando le ferree regole di bilancio comunitarie, hanno dovuto bussare alla porta dei poveri vicini di casa del Belgio, chiedendogli aiuto con le ospedalizzazioni. I belgi se avessero potuto rispondergli in siciliano gli avrebbero recapitato volentieri un sonoro 800A, ma si sono limitati a spiegare educatamente che non è possibile dar seguito alla loro richiesta in quanto qui in Belgio, nonostante la maggiore disponibilità, i numeri sono in crescita e il picco è previsto la prossima settimana, si spera.
In tutto ciò, mentre si contano centinaia di morti, il ministro delle finanze olandese ha mostrato tutta la sua delicatezza e il suo bon ton istituzionale chiedendo di indagare sul perché la Spagna non ha margini di bilancio dopo anni di prosperità, ricevendo la risposta non solo degli spagnoli ma anche del Primo Ministro portoghese Antonio Costa che descrive descrive il gesto come “disgustoso, cattivo e una minaccia per il progetto della comunità”.
Per chi non ama seguire le vicende europee è bene specificare che nel quadro degli equilibri del Consiglio Europeo (dove si riuniscono i capi di Stato e di Governo degli Stati membri), l’Olanda è generalmente la faccia spregiudicata della Germania, che sta a capo dell’asse del nord-est ma come da furba consuetudine lascia esporre altri.
I tedeschi, per quanto possano continuare ad imbrogliare sui numeri dei contagi e dei morti (è chiaro che dichiarano come morti di altri cause i deceduti con coronavirus) e cercare di minimizzare sull’emergenza, sono esattamente sulla nostra stessa barca e se la barca affonda non ci saranno i poderosi U-Boot a farli navigare sott’acqua, affondano anche loro.
Sono riusciti a fare spazientire persino Mattarella, che così continuando presto si esibirà nel pubblico turpiloquio anti europeista. I tempi della brurocrazia europea mal si conciliano con la crisi che stiamo vivendo, qui ci vogliono gli “helicopter money”, ci vuole una pioggia di denaro da mettere nelle tasche dei cittadini e delle imprese e ci vuole subito. Senza condizionalità e senza nessuno che ha usato le regole a suo piacimento, spesso imbrogliando, che faccia la maestrina o la morale a nessun altro.
Se di Unione si tratta questo è il momento di dimostrarlo, altrimenti se nel momento di difficoltà ognuno deve vedersela da solo ognuno se la vedrà da solo, o in blocco, anche nei momenti di prosperità. Vuol dire che Rotterdam non sarà più il grande hub europeo, che venderanno tulipani e tecnologia in Germania e Bulgaria e chiederemo alle multinazionali che fanno base nei Paesi Bassi di pagare il dovuto se vogliono operare negli altri Paesi europei. Vediamo se gli passa questo senso di superiorità e si cambia modo di ragionare.
https://www.facebook.com/CorraoM5S/posts/3555545674472568?__tn__=K-R