Il PIano Colao scarica il PDF
L’ho letto e mi sono fatto l’idea che questo “Piano Colao” è una roba fuori dal tempo, una di quelle cose che piace alle élite e manca di coraggio e di visione.
Vi metto in allegato le 121 pagine (del piano con cui ho una preoccupante assonanza di cognome 😉), di modo che possiate leggerlo, studiarlo, approfondirlo, criticarlo e chiedere poi a coloro che dovranno assumersi la responsabilità delle scelte per il futuro del Paese, ossia i parlamentari, di modificarlo.
La mia prima impressione è quella di un piano in perfetta continuità con i dettami neoliberisti, realizzato da un pilota automatico talmente egemonico nella nostra società che chiunque osi metterlo in discussione viene accusato di bestemmiare in chiesa e possibilmente sottoposto a scomunica papale.
Il progetto globalista tende ad accentrare sempre in meno mani sia il potere che la ricchezza costruendo una società di controllati, che spesso sono i tifosi più accaniti dei propri controllori.
La nostra ricchezza è sempre stata l’indipendenza di una classe media che non è però riuscita ad affermare la propria egemonia finendo per essere schiacciata e quasi annientata da quella dominante, seppur numericamente non ci sarebbe stato confronto. L’Italia è un Paese basato sulla dignità e il sogno della miriade di piccole medie imprese che si affermano e si fanno strada.
Il piano a me sembra vada nella stessa direzione delle stesse politiche sbagliate e dannose degli ultimi lustri e quindi ostinatamente opposta a quel che dovrebbe essere un nuovo piano egemonico basato sulla sostenibilità e sulla distribuzione della ricchezza e degli investimenti.
Il rischio che si corre in un periodo come questo è che a fronte di perdite diffuse a macchia di leopardo, gli interventi così delineati consentiranno solo ai grandi di riprendersi andando ad accaparrarsi le quote di mercato dei piccoli.
Questo non vuol dire che non ci siano proposte di buon senso, ce ne sono alcune che mi trovano perfettamente d’accordo (investimenti su infrastrutture al sud) e altre no (poco coraggio sulla transizione verde e sugli enti locali, proroga concession, aziendalizzazione scuola, sanatoria contante ecc).
Ma è indicativo il fatto che abbia riscosso grande entusiasmo tra le fila della lega e di Forza Italia Viva.
Io sono dell’idea che questo piano abbia la firma di Confindustria e servi a poco, anche perchè molte cose sono riportate in termini generali e quindi la loro bontà o meno dipende da come vengono programmate e realizzate. Qui serve un cambio di passo totale, un cambio di modello egemonico, con lo Stato che interviene, che intraprende e che innova per garantire servizi pubblici, diritti e occupazione.
Per questo vi dico che le scelte che riguardano gli italiani devono prenderle, mettendoci la faccia, coloro che gli italiani li rappresentano attraverso la delega popolare, ossia i parlamentari. Facciamo in modo che ogni singola osservazione (particolare e generale) arrivi in parlamento e sia oggetto di dibattito.
Se si sbaglia adesso, si paga nelle prossime generazioni.
Per aspera ad astra