L’altro giorno un tizio con la foto del profilo di Salvini mi ha commentato scrivendo “dal suo accento si capisce che nelle sue vene non scorre sangue da italiano per bene”. Non è la prima volta che mi succede di leggere sui social insulti legati al mio accento siciliano (di cui sono super orgoglioso, anzi spesso lo accentuo di proposito). Si va da “impara l’italiano” a “con quel tono da mafioso” e altre simpatiche cose di questo tipo.
Adesso, è chiaro che chi fa commenti del genere è stato privato da piccolo delle basilari capacità cerebrali e presumibilmente soffrirà di disfunzioni erettili e altri problemi che generano frustrazione e complessi di inferiorità, però è altrettanto chiaro che in Italia c’è un voluto problema di accento buono e accento cattivo. La persona di successo deve avere la parlata nordica, con l’accento calabrese o sardo stonerebbe. Ci avete fatto caso?
L’Italiano che viene venduto come standard, dai film, dalle pubblicità, dalle interviste, dai programmi radio e via dicendo è sempre con la parlata settentrionale. Smart, diretta, affidabile, moderna. In totale antitesi con la lentezza, l’inaffidabilità e l’arretratezza di quella meridionale. Ottima solo per i cliché sulla malavita, che peraltro da decenni sta più al nord che al sud, e per qualche altro stereotipo tipo il buon caffè napoletano e la spremuta di agrumi siciliana, magari accompagnata da un “miiiiinchia, troppo buona” che ne esalti la lenta degustazione sotto un altrettanto stereotipato sole cocente e fronte sudata (che poi anche il caldo torrido è più al nord che al sud, dove tra mari e montagne si respira).
Alla fine se ti chiedi perché c’è gente che pensa che un accento meridionale sia sinonimo di ignoranza (nonostante secoli di cultura, antica e attuale), la risposta sta in una scelta di modello vincente e prevaricatore. Con il risultato che spesso i meridionali al nord finiscono per camuffare il proprio accento per non sentirsi in difetto. L’imprenditore di successo ha l’accento del nord, il manager, il telecronista, il commentatore radio e tv hanno l’accento del nord. L’accento del nord vende, quello del sud probabilmente truffa (anche se è quasi sempre il contrario). A volte trova spazio qualche simpatico toscano e qualche romano, raccontati come accettabili accenti, ma se hai l’accento marchigiano, umbro, abruzzese o del resto del meridione sei automaticamente qualche gradino sotto. Di default.
Ai calciatori insegnano la lingua delle interviste da ragazzini, dai settori giovanili. Devi parlare una specie di italiano con cadenza settentrionale (composto da un pallottoliere di frasi che si ripetono sempre) anche se sei crotonese o salernitano da 25 generazioni.
I Totó Schillaci di una volta non li senti più da un pezzo, sostituiti dagli Antonio Cassano che si storpia l’accento barese. Antonio Conte ad esempio è salentino, un accento meraviglioso, perché soffocarlo?
Se togli l’orgoglioso calabrese Rino Gattuso (peraltro mia madre proviene dal Paese accanto al suo), tra i personaggi pubblici è quasi impossibile trovare professionisti (che non siano comici) che sfoggino con orgoglio un accento meridionale. Eppure se lo facessero tutti (come nel mio piccolo faccio io) questo servirebbe a dar coraggio e anche autostima ai quei milioni di italiani che si sentono in difetto per provenienza territoriale.
L’accento non è la lingua, non causa problemi di comprensione (a differenza dei dialetti, che spesso sono vere e proprie lingue, ma quello è un altro discorso). Anzi a me è sempre piaciuto ascoltare tutte le inflessioni degli accenti, da nord a sud, di tutta Italia. Una diversità che è un enorme fonte di ricchezza, di storia, di cultura.
Non c’è un accento migliore o peggiore, sono diversi e sono belli per questo. A differenza della tristezza della piatta omologazione.
Il nostro accento è la nostra storia, la nostra ricchissima e straordinaria cultura di cui dobbiamo essere sempre orgogliosi. Siate orgogliosi dei vostri accenti e rovesciate la percezione. Quando sentite qualcuno che si storpia l’accento perché si sente in difetto fategli capire che ha una percezione sbagliata.
Magari un domani sentiremo i milanesi che provano a parlare con la cadenza siciliana, chissà!
(A me è già capitato, anche perché il nostro accento oltre ad essere meraviglioso è anche contagioso )
p.s. So che a molti di voi non fregherà nulla di questo post, ma è un problema che esiste e anche una cosa a cui tengo, troppe volte ho visto meridionali vergognarsi del proprio accento piuttosto che esserne orgogliosi