Oggi tifare per un buon risultato di Conte in Consiglio significa tifare per l’Italia. Non farlo è da anti-italiani

Sta per scoccare l’ora. Ancora qualche giro di lancette e i leader europei si riuniranno per dare inizio ad uno dei più importanti vertici degli ultimi decenni. In gioco il futuro dell’Europa e dell’Italia.

Fare un pronostico sul risultato finale sarebbe come provare a vincere alla lotteria, troppe divisioni e punti di vista differenti basati sui propri interessi nazionali.

Il mosaico europeo non è altro che uno specchio della nostra contemporaneità. Nord contro Sud, Est contro ovest, ricchi contro poveri, Davide contro golia. Gli interessi in ballo sono tanti e non sono solamente economici ma anche politici e in particolare geopolitici. Ad ogni ciclo epocale si ridisegna la mappa del potere europeo.

Ad oggi paesi come i Paesi Bassi, la Danimarca, l’Austria o la Svezia si ritrovano nella sorprendente posizione di poter negoziare ed essere ago della bilancia in un Europa, dove numericamente parlando, non contano granché.

Il merito, chiaramente da non sminuire, è dovuto a politiche nazionali improntate ad investimenti mirati in patria con uno sguardo al futuro ( vedi innovazione, scuola o energia)ma anche a furbizie e strategie finanziarie e fiscali agevolate dal fatto di essere “piccoli” players” in mezzo ad elefanti come l’Italia( 60 milioni di abitanti), la Spagna o la Francia, non destando quindi nessun scalpore

Ma adesso quei piccoli “staterelli” hanno un potere enorme, quello del veto.

Al menu del consiglio europeo c’è il Budget pluriennale e il rinomato Recovery fund. (Next Generation Europe).

Budget Pluriennale 2021/2027

L’ultima proposta del presidente del consiglio europeo Charles Michel non è altro che un compromesso tra la proposta della Commissione e quella del Consiglio stesso di Febbraio scorso per poco più di 1074 miliardi di euro, un bicchiere d’acqua mezzo vuoto per gli addetti ai lavori visto che la proposta elaborata e avallata anche dal sottoscritto al parlamento era di 1300 miliardi. All’interno della proposta che sancirebbe il finanziamento delle politiche e dei programmi dell’UE, il grande sconfitto sarebbe il settore della Ricerca e innovazione con il programma Horizon Europe che perderebbe circa 5mld, miliardi  che verrebbero invece spesi per l’emergenza Brexit aiutando quei paesi piu’ colpiti dalla partenza prevista per fine 2020. Neanche a dirlo uno dei paesi che ne gioverebbe sarebbero i Paesi bassi 🤦.

Ci sarebbero tanti altri elementi da analizzare ma vorrei focalizzarmi con quello che più sta a cuore alla nostra Italia, Il recovery Fund.

Recovery Fund (Next Generation EU)

Tutto è iniziato due mesi fa.Si parlava da mesi di un fondo che avrebbe dovuto aiutare i paesi in difficoltà per il post covid, si brancolava nel buio fino a quando la cancelliera tedesca Merkel,  onnipresente nel panorama europeo, insieme al Presidente francese Macron in un tardo pomeriggio primaverile partoriva la proposta di un fondo di 500 miliardi ( tra prestiti e sovvenzioni). Erano le 18h30, ero appena uscito dal Parlamento attraversando Parco Leopold e apprendevo la svolta leggendo la notizia su twitter.

Da quel giorno la proposta è stata rivista al rialzo dalla Commissione Europea e confermata ultimamente dal Presidente del consiglio Charles Michel per 750 miliardi di euro ( 500 in sovvenzioni e 250 in prestiti)  per il sollievo della maggior parte dei paesi del sud Europa e le proteste dei paesi del nord detti frugali. Ma l’ultima parola spetta al Consiglio europeo di domani(oggi).

La situazione ad oggi

Difficile che l’incontro di oggi sia quello decisivo. Il premier Conte nelle ultime settimane ha fatto il tour delle capitali per cercare di trovare la quadra. Ma i nodi da sciogliere sono tanti e s’intrecciano con altri 26 stati membri.

Abbiamo bisogno che la base di 750 miliardi non venga toccata al ribasso e che questi fondi vengano sbloccati il prima possibile. Dobbiamo anche farci trovare pronti con un piano ben dettagliato su come, quando e dove utilizzare  questi soldi per aiutare già nel presente e nel futuro gli italiani ,privo di quelle genericità in salsa politichese alla Colao per intenderci.

Quindi bando alla ciancie dei vari Salvini e Meloni che blaterano del nulla sui social attaccando l’immigrato di turno o il sindaco della città non targata destra per mancanza di contenuti politici. Lasciamoli a pascolare nei campi tra una campagna elettorale infinita e l’altra, tra un culatello e una fetta di pane e nutella mentre le loro assenze al senato e alla camera si moltiplicano e i loro amici alleati in Europa cavalcano l’onda sovranista contro la loro Italia.

Concentriamoci su quello che dobbiamo ottenere, su come ottenerlo e utilizzarlo nel miglior dei modi.

 

Buoni e cattivi in Europa.

Cattivi:

Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Austria. I famosi paesi frugali o del nord, hanno fatto le barricate, ma mentre le resistenze della Finlandia, della Svezia e della Danimarca sembrano perdere forza , Paesi Bassi e Olanda fanno ancora la voce grossa.

In verità nelle ultime ore, il primo ministro austriaco Kurz, influenzato probabilmente dalla vicina Germania, comincia pian piano ad allinearsi chiedendo che se proprio debbano essere sovvenzioni che almeno siano controllate (Condizionalità), cioè vogliono vedere chiaro che uso si faccia di quei soldi.

Nei Paesi Bassi la musica non cambia, malgrado qualche parola di apertura durante il discorso che il Premier Rutte ha fatto al parlamento olandese. Il premier conservatore deve guardarsi le spalle, tra pochi mesi ci saranno elezioni in patria e prima delle elezioni europee nel paese dei tulipani i sovranisti avevano il vento in poppa chiedendo di raggiungere i colleghi inglesi per un referendum per lasciare l’Europa. L’Europa è anche questo, un gioco per equilibristi dove la solidarietà non trova spazio.

Buoni:

Sono i paesi del Sud Europa colpiti e non, che soffrono crisi collaterali al covid come quella del turismo e che per certi paesi vale piu’ del 20% del Pil nazionale.

L’Italia e la Spagna meritano un capitolo a parte essendo stati i paesi più colpiti durante la crisi e che hanno una popolazione globale di circa 100 milioni di abitanti (60/40) più di 1 / 4 della popolazione europea, numeri che dovrebbero far riflettere i paesi del nord. Siamo difronte a paesi che dovrebbero avviare riforme importanti ma che sono stati strozzati dai continui piani di austerity che non solo non hanno permesso riforme vere, improntate sugli investimenti (scuole, infrastrutture, sanità) e sul rilancio dell’industria ma hanno messo alla canna del gas l’economia di questi ultimiche pagano ancora interessi troppo alti su debiti fatti decine di anni fa. È un sistema vizioso che trascina paesi anche di certe dimensioni come l’Italia.

Nella categoria arbitri inserirei la Germania e la Francia, con la seconda piuttosto defilata in posizione da arbitro di linea. La Germania e la sua Cancelliera sono i giudici di questa partita finale. La Cancelliera Merkel ha la possibilità di dare una svolta con un’azione coraggiosa e terminare nel migliore dei modi la sua lunga carriera. Personalmente penso che la Cancelliera sarebbe disposta a fare un favore a quei paesi come l’Italia che sotto sotto ama, nota la sua passione per Ischia, ma circondata da un entourage che non la pensa nella stessa maniera. Il presidente Macron per il momento resta in panchina anche perché impegnato a livello nazionale con una crisi istituzionale che con molta probabilità non lo porterà ad un secondo mandato e comunque protetto a livello europeo da possibili ripercussioni economiche dalla Presidente della Banca Centrale Europea Legarde.

Gli altri Stati Membri sono spettatori. Alcuni interessati a non aver toccati i loro privilegi fiscali come Lussemburgo e Irlanda quindi con un occhio di riguardo al budget pluriennale. Altri come Polonia e Ungheria a non aver toccato il loro stato di diritto, per continuare a calpestare la democrazia a casa loro. Interessante la proposta del presidente del consiglio Charles Michel di legare il budget pluriennale al rispetto dello stato di diritto. “Della serie tu non rispetti la democrazia? Bene tu non ricevi piu’ fondi”. Chiaramente tale proposta ha scatenato l’ira dell’amico di Giorgia Meloni, il primo ministro ungherese Orban che ha minacciato di mettere veto sul recovery fund.

La battaglia del RISIKO europeo è appena cominciata, rimbocchiamoci le maniche bisognerà essere pazienti ma preparati e convincenti.

In bocca al lupo al Presidente Conte.

Ecco il comunicato stampa

UE, CORRAO (M5S): TUTTA ITALIA OGGI TIFA CONTE, TRANNE UCCELLI DEL MALAUGURIO SALVINI E MELONI

 

 

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